venerdì 29 giugno 2012

L'Incredibile Mario Balotelli


Vinceremo, non vinceremo: lo vedremo (lo sceneggiatore dell’Italia è sempre al lavoro, è chissà che film ha in mente).
Ma di sicuro ieri sera abbiamo capito d’essere una squadra eccezionale con un centravanti incredibile:  Mario Balotelli.
Non ci voleva un gol dopo una fuga meravigliosa e una cannonata fenomenale per capirlo.
Bastava vedere lo smarrimento dipingersi chiaro negli occhi del portiere tedesco Neuer  mentre i due palloni scagliati da Mario s’infilavano in rete: prodezze che i ragazzini fanno all’oratorio i campioni in campo.
Era un giorno d’inverno del 2008 quando  lo sconosciuto diciassettenne Mario Balotelli spazzò via al Comunale di Torino  i resti di una Juventus che stentava a riorganizzarsi dopo Calciopoli giocando una partita pazzesca condita da tiri spaventosi, due gol favolosi, una tecnica straordinaria. Credo che i tifosi juventini ricordino bene quella partita.
In quel momento pensai che l’Italia aveva trovato il centravanti del futuro.
Toni non era ormai credibile. Il ragazzo d’origine ghanese  aveva invece tiro e fisico migliore. Sembrava addirittura più grosso.
Toni  ormai era incantevole solo nelle pubblicità con la fidanzata. Per il resto pareva stordito.
Balotelli per adesso assalta gli avversari e sbigottisce i portieri con una facilità impressionante  e a noi va bene così.
L’Italia poi ha avuto diversi centravanti:Riva, Boninsegna, Bettega, Altobelli, Serena, Schillaci,  Vialli, Signori, Vieri, Delvecchio: tutti buoni attaccanti per carità. Gente che vedeva la porta come pochi. Ma Balotelli quando gli va, è di un altro pianeta. Ha un senso della porta meraviglioso e quando tira son sempre dolori . Quando salta resta in aria manco fosse uno dei gemelli Derrick quando eseguono la catapulta infernale.  Quando dribbla pare sia in spiaggia, e  fa  a sportellate manco fosse sull’autoscontro.
Non è vero che questa Italia non sa segnare. Con Balotelli in forma potrebbe fare la seconda punta anche la Signora Carlo e farebbe benissimo
Godiamoci quindi questo straordinario talento simbolo di un’Italia che cambia (non solo schemi di gioco), finche dura.
Il calcio è questo.
Tutto il resto, le coalizioni, le controversie, gli intrugli e gli imbrogli fanno parte di un altro gioco: non ci piace, ma c’è.

lunedì 25 giugno 2012

Ai giovani di oggi basta un cucchiaio

Ad un Paese da elettroencefalograma piatto, basta un cucchiaio per riscoprirsi Nazione ed esibire un volto bello e orgoglioso d'essere italiano.
Scommetto che oggi tutti tireranno fuori i paragoni con quello di Totti agli Europei di dodici anni fa.
Ci può stare ma fino ad un certo punto.
Il primo era lo sberleffo presuntuoso e sbarazzino di un Italia catapultata in Europa quasi per caso che voleva capirci qualcosa senza intuirvi molto e s'aggrappava a tutto pur di restarvi (pali salvifici, traverse miracolose, portieri in stato di grazia).
Il secondo è l'emblema di una storia che nonostante tutto va avanti:  senza la quale temo,  il Paese  avvertirebbe di più la sensazione di non farcela, di non vivere,  di sopravvivere.
La foglia di fico di un Paese dove il divertimento è un diversivo utile a mascherare incertezza e delusione.
Un Paese dove i giovani sognano da soli e sognano europeo cercando nelle tasche gli euro utili a cambiargli la vita. Subito, immediatamente ora.
La politica  loro del resto, l'han chiusa fuori stritolata  dai suoi scandali interni.
Ai politici servirebbe un' endoscopia.
Ai giovani di oggi basta un cucchiaio.
Sopra c'è l'Italia che verrà, desiderosa d'esultare, di sperare in una storia che non gli  faccia venir la nausea dopo pochi capitoli.
A quella d'altronde ci pensa Sartre.
A noi basta la capigliatura di Balotelli.



domenica 24 giugno 2012

Acquosa solitudine


Dispositivi elettromagnetici e sguardi sempre pronti a  rincorrersi  e fottersi l’uno con l’altro, l’altro con l’uno e chi rimane in mezzo è fottuto.
Lasciato per sempre alla deriva dell’esistenza a contare i passi di un cammino interminabile minabile più del previsto.
All’improvviso un senegalese e qualcuno parla di solidarietà.
Ma l’unica cosa solidale e la fetta di cocomero in fondo allo stomaco di tutti i quali con tatto hanno scartato i semini.
La vita è quei semini là. Risparmiati da una morte precoce ingannano il tempo in un’acquosa solitudine.

venerdì 22 giugno 2012

Momenti

Ci sono dei momenti in cui mi odio senza motivo.
Momenti in cui vorrei essere un funambolo per saltare a piedi pari l'ultima disparità e sentirmi davvero integro.
Non dovrei chiedermi il perchè delle cose fino allo sfinimento.
La vita è una sfilza di pareggi privi di vittoria.
Il succo di tutto è riequilibrare per stare al passo di un depresso avvenire mai realmente accaduto.
Forse precipitato tra il capo e il collo di un callo cupo che a stento copro con vello di capra.
E puzza un sacco.
Vorrei essere come Adam Brody nel  film "Il bacio che aspettavo".
Invece la mia vita è un brodo rappreso d'emozioni mai completamente espresse.
Quello che non si da e ciò che non si vuole.
Ma non si può non volere per sempre.
E' un giorno si dovrà volare e magari trovare il coraggio di desiderare di più per morire di meno. 
Non oggi però.

lunedì 11 giugno 2012

Solo un pò scremato

Tra volere e potere solo le lettere che servono per formarle sanciscono una parità effettiva.
In realtà c'è davvero un abisso  tra di loro colmato dalla ferrea volontà  individuale o collettiva di ognuno di non soccombere.
E' così che certe Nazioni si son tenute in piedi nel corso della storia e così che in questi giorni andrò avanti.
Sembra la dichiarazione di uno che sta per morire.
In realtà tra qualche settimana devo "solo" fare il penultimo esame universitario della mia vita.
Perdonate ma certi giorni per una carezza mi venderei intero.
Invece sono solo un pò scremato. 
E non mi piace.

martedì 5 giugno 2012

L'urlo digitale


Punge il mattino
Sul lambire di una tempesta senza fine
E  mentre il cuore di colpo s’arresta
Avverto l’ aridità delle cose finite

A che serve una nuova piattaforma televisiva?
La gente avrà a disposizione solo più modi per esibire un addio
La gente è distratta
E’ davanti a una proterva distrazione
Anche l’urlo più moderno
respinto
Si dissolve

sabato 2 giugno 2012

Ritorno e ripasso


Ritorno qui dopo molti giorni e ripasso.
Cosa? Un po’ di storia contemporanea.

Un po’ per me e molto anche per voi. Cosi mi tengo in allenamento e vi rinfresco la memoria.
Tanto oggi si può. Oggi è festa.  La Festa della Repubblica Italiana.
Ottenuta di misura, non ha mai allargato molto l’ampiezza delle proprie vedute, per definirsi davvero tale.
Cosa è successo quindi negli ultimi 66 anni ?
Vediamo un po’.

Con la caduta del fascismo e la nascita della repubblica, nella migliore tradizione italiana, tutto cambiò affinché tutto rimanesse come prima. Nei posti chiave del comando (magistratura, forze armate, soprattutto servizi segreti) rimasero i fascisti di prima, che si limitarono a mettere via la casacca nera e a dichiararsi "democratici".

Con la democrazia, purtroppo per loro, è giunta però anche l'istruzione, ed ecco che nel corso dei decenni anche persone giunte dal basso si sono fatte strada verso l'alto.
Ma non tutti  in Italia hanno ali abbastanza forti per volare nell’empireo dell’esistenza.
Meglio quindi trovare qualcuno abbastanza basso in cui riconoscersi e intravedere le proprie mancanze per non perdere il contatto con se stessi e restare con i piedi per terra.
Ma da soli si muore. E’ bene quindi farsi accompagnare da uno stuolo di sculettanti e servizievoli donnine. Così per distrarsi un po’ e passar allegri le  serate.
Ma non tutti vanno di lifting e formalina. Molti i neuroni c’è l’hanno ancora e possono crear problemi.
Meglio allora cercare di mettersi al riparo per il futuro.

Come?

Annientando la scuola, così che non ci siano  generazioni di uomini e donne  dotate di spirito critico, capaci di riconoscere i delinquenti al potere.

Il compito di fare piazza pulita dell'istruzione, poi nel corso degli anni è stato facilissimo.
Basta complicare le regole d’entrata ogni cinque minuti è il gioco è fatto. Metteteci poi delle tasse astronomiche  di gran lunga superiori al reddito procapite d’ognuno,è la frittatona è fatta.
Ma il rutto in Italia non è libero e i ratti entrano da tutte le parti e i retti e chi ne avrebbe il diritto, scappa all’estero perché la democrazia è una parola lunga e il popolo un ritornello confuso in una manifestazione di protesta d’inizio estate.
E, a noi tutti non resta che attaccarci al tram sperando di non cadere dal predellino.
Certe voragini nel terreno non le copre nemmeno il catrame.
Figuriamoci un cappotto.