martedì 8 dicembre 2015

In una nota



Lusingasti
 lirica realtà,
la speranza
d’arrivare,
al colmo delle necessità.
Al buio,orecchio teso
ritrovo  sentimenti
vette d’incanto
erudite sull’agro del senso.
Da me, esito di un furto quotidiano

a magro assuefatto,
non avrai, forse,
 sensibilità di tocco.

C’incontrammo dieci anni fa in una nota Pino ,
corsia d’emergenza,
primitiva, intima,
sottratta alla forma.


sabato 5 dicembre 2015

Dybala ! Che Joya!!!



Paulo Bruno Exequiel Dybala.  Che Joya! Da oggi è sulla scorta di un gol ogni due partite giocate, la Juventus e i milioni di suoi tifosi   lo possono dire forte  : è lui il sostituto di Carlos Tevez. Cambiano i trascorsi,  i lineamenti, le cicatrici ma in quanto a presenza scenica e voglia di trascinare la truppa alla volta di un mirabolante recupero  pari siamo.
La constatazione giunge lieta e prepotente al termine di novanta minuti subito impari e improponibili per la Lazio che dopo sette minuti si è inchinata sui resti di una beltà perduta e annullata da una Juventus che ha nuovamente ribadito di non soffrire più di nostalgia canaglia. Ieri mancava pure Pogba squalificato. S’è rivisto Asamoah assonanza a parte florido e puntuale col suo ritrovato incedere mastino  e combattente. Servirà anche lui all’indifferibile missione bianconera : recuperare punti e autostima. Grandissima quella del gioiello Dybala cui bastano trentadue minuti per mandare tutta la Lazio a dir trentatré da un medico il quale intanto,  potrebbe non essere più Pioli.
Ne serviranno molti di più alla Juventus per provare a legittimare le pretese di quinto scudetto consecutivo.
Si cari lettori, avete letto bene: quinto scudetto consecutivo. Perché Napoli a parte, le altre attuali contendenti qualche scricchiolio c’è l’hanno e la linea  difensiva bianconera seppur attempata  tiene ancora bene  i nuovi sprizzano potenza  e consapevolezza e li davanti la Joya e Mandzukic non son solo   pretestuose  canzonette estive . Anzi.
Ad assicurare armonia  e soavità contribuisce una partitura antica (il 3 – 5 – 2) ed anche un Allegri il quale forse in qualche angolo della sua memoria rimpiange il tanto
reclamato trequartista, ma di certo con questo nuovo arrangiamento si sta togliendo parecchie soddisfazioni e sassolini.
Se poi questi si tramutano in punti e gol tanto meglio.
I Golia del campionato son avvisati: Davide, divisa bianconera addosso e una fionda di storia nel corpo e nell’anima, è  ancora lì sull’altura del campionato pronto a colpire.

giovedì 3 dicembre 2015

Ashraf Fayadh



Riflettendo su immagini palesi mi siedo e libero pensieri come una betoniera che ammassa, prossime fondamenta innervanti, la vista, il foglio.

La libertà è trovarsi in questa condizione di riflessa analisi dell’abominio corrente sfiorando con le dita le sbarre, mentre i vili del mondo a margine di un
messaggio distorto, guazzano burrasche, postando superbi su social network.

E raccontarsi che la vita è bella mentre Ashraf Fayadh , chino, stuzzica con la fantasia una foglia che spunta
da un germoglio nel pensiero.

Perché  cosi è la vita, perché Ashraf Fayadh è un poeta, perché poesia è libertà. E la libertà è un miraggio a certe latitudini.

E’ il bracconiere viene sottovento con i passi di gomma e non sente. Mira, spara, prende, cattura ogni civiltà, mette nel carniere.
Il bracconiere è il nostro incubo ragazzi, e con le catene avviluppa i nostri sogni, conducendoli in carcere , condannandoli a morte facendoli evaporate senza libertà.
Il bracconiere saremo noi, cari lettori se lasceremo che  l’eco di libertà dell’arte di Ashraf Fayadh sia leso dall’immoralità di un prevaricante fondamentalismo. 

Le autorità del mondo si son già mobilitate opponendo sconcerto. A me non resta che l’immagine di un uomo di 35 anni  Ashraf Fayadh, scrittore palestinese, condannato a morte da un tribunale saudita per aver scritto "poesie blasfeme" che potrebbe esser mio fratello. E non so come aiutarlo. Se non scrivendo  anch’io qualcosa ogni giorno,con araldica pazienza abbigliando rimpianti.


Lo sto facendo ancora adesso faticando a chiudere. Un brivido come una punta di coltello mi rimanda ad altro. Alzo la testa.
Continuo a guardare quella fotografia, Tantalo del caso, Fenice che rinasce da un insistito rogo d’illusioni.










domenica 29 novembre 2015

Asserti intimi



E degli altri cosa sappiamo? La forma
asseconda canoni chiusi
asserti intimi
che a tergo questa insensata
rotta di dì
tormenta

il giogo delle perite voci
con un inusitato arcano da custodire,

traviando aitante l’estremo addio.

domenica 22 novembre 2015

Le mummie stanno al museo



Si dovrebbe parlare di Juventus - Milan.  Balbetta l’Italia. Tutta. E la meraviglia spare dinanzi a un Conte che più di così non può fare con lo scarso materiale che ogni sosta restituisce o per meglio dire, presta.

Perché il campo è altro e il padrone diverso preso dalla sua voglia di arrivare chissà dove e non dover cambiar manico in corso d’opera.

La paura frena e frana gli uomini in campo che si azzoppano anzitempo non reggendo la tensione di una trama che non scuce morbida flanella. Solo fil di ferro immolato all’angoscia di non essere al pari della storia e dei nomi che una simil contesa racchiude e solo a tratti esula.

E fa tenerezza quasi a un  certo  punto, il glorioso Barzagli avanzare lento e imperituro quasi a dimostrare al mondo che la rete può accogliere anche chi le ha sempre evitate invitando i suoi molli compagni a prendersi le luci della ribalta.

Le stesse accecanti il ligneo Mandzukic di questi tempi e concilianti il resto della truppa piombata da un Herenanes quanto mai orfico nel suo marmoreo correre (si fa per dire).

In un tempo così fermo all’ascetica contemplazione del Nulla milanista quanto mai snaturato e cherubino si contrappone un dardo estraneo e straniero, per considerazione e passaporto.  Alex Sandro.  A giochi fatti solo lui tanto estraneo alla fifa casalinga poteva risolvere una così infame trattazione.

Che Dybala poi abbia segnato credete è cosa di poco conto.

Nel calcio come in ogni sport, ci vuole ritmo.  

 Le mummie stanno al museo.