mercoledì 24 agosto 2016

Trema

 Trema. È una piena
di collassi
di ruspe o gridi d’infanti.
Trema
un cielo carico di
nuvole.
Trema
sulle braccia ciondoloni

in queste ore di tregua
collettiva.

Trema tra Lazio, Marche e Umbria trema
sfacciato
dissesto.
Trema
sulla novella diva
di aliene fasi,
introiettate in un baleno in un bilancio provvisorio.
Trema sui resti dei corpi inchiostrati 
di retorica statale.
Trema la Settimana Enigmistica
Sul sofà mangiucchiato ai bordi ,

Trema l’aquila laziale,
 trema la Via Salaria,
Trema la pigrizia
burocratica .
Trema
sul trionfo del Caos
che Gaia concede,

Trema sulle insufficienze
unanimi
 e farlo presente  davanti a tutti
e metterlo in chiaro una volta per sempre.
Trema sui paffuti ideologismi
di primati dirozzati,
nasi sospesi nelle orbite oculari ,
 sul grugno
dei politici sereni
o ingenui,
trema la  rotta
del dissenso,
trema “ la ripresa è vicina”,
trema
sugli olivi  sofferenti  e millenari , sciagura
per duraturo sbadiglio.
Trema,  trema tutto, ma dove siamo presenti
non è rovina né frangente,
trema perché se non siamo
è solo  Colpa e può schiacciare .


sabato 20 agosto 2016

Buon campionato a tutti!!!

Il mercato è una landa di sogni incontaminata dal misfatto dello sbadiglio cui solo la prova del campo offre l’esattezza delle sue chimere.

Meno lontane a giudicare dal flusso di denaro circolato in questi mesi. Tanto, troppo, esorbitante.

Appare quasi naturale a poche ore dall’inizio del campionato  di calcio, accamparsi languidi sull’amaca del vaticinio immaginando esiti, classifiche, posizioni. Perché l’immaginazione è il kamasutra dello spirito e lo spirito in tanta uggiosa e ottusa materialità aiuta.

Sorreggete anche voi quindi quanto state per leggere, e perdonate se nell’impeto della discesa, qualcosa, sarà sfuggita .

 Il primo settembre a contrattazioni chiuse, la riprenderò.

Atalanta 6 Dopo anni di salvezze scorbutiche e sparagnine targate Reja, Percassi prova la svolta spettacolo optando per Gian Piero Gasperini  chiamato a esportare il suo credo calcistico tutto sprint e attacco oltre l’amata Liguria.
Dovrà farlo con una squadra al momento incompleta e digiuna di difesa a 3, priva a centrocampo ,delle geometrie e il fosforo di Cigarini e De Roon . Sulle fasce occhio a D’Alessandro e spazio davanti al rientrante Paloschi uno dei tanti italiani che fuori  dai propri confini di pertinenza ha fallito. Basteranno per centrare l’ennesima salvezza? Certo che sì ma ci sarà da soffrire.

Bologna 5,5 .   L’autoesclusione di Diawara e il mancato riscatto di Giaccherini costringeranno Donadoni all’ennesima impresa . Nagy e Krejci per quanto promettenti pagheranno qualcosa in termini d’ambientamento e non assicurano immediati risultati. Ottimo in tal senso l’innesto in mediana di Dzemaili .  Da tenere assolutamente il francese Mounier appetito dal Crotone . Verdi infatti, ha una brio incredibile e numeri da campione ma è troppo discontinuo e fragile per supportare adeguatamente il vorace Destro.  Da ultimo se n’è andato anche Rossettini direzione Torino sponda granata.
In mezzo a tanti cambiamenti l’unica garanzia è Roberto Donadoni. Più di altri meriterebbe grano e prestigio. Sta signorile e silente a sbuffar polvere e smussar granito.  Tranquillo. Sarà premiato anche stavolta.

Cagliari 6, 5 Tommaso Giulini patron del Cagliari è cresciuto alla corte di Massimo Moratti respirando a pieni polmoni l’eccitazione di grandi vittorie. Come il suo mentore, il numero uno sardo non ha badato a spese per costruire una squadra competitiva e assolutamente in grado di ben figurare nel calcio che conta.  Uomini come il campione d’Europa  Bruno Alves ,  Isla , Padoin ,Ionita son innesti preziosissimi nella corsa salvezza. Integrati a meraviglia in un centrocampo arricchito dalle incursioni rapinose e testarde del moldavo Ionita e dalle invenzioni di João Pedro c’è tutto e anche di più per stupire e sognare traguardi più ambiti di una semplice salvezza. In avanti Borriello e Sau , tra un selfie e belle donne sorridono felici. Quest’anno sull’isola ci si divertirà da matti. Speriamo Rastelli sappia godere di tanto ben di dio.  Fallire sarebbe criminoso.

Chievo 6 . Nel piccolo quartiere veronese nulla è cambiato. Se non il portiere. Via il grande Bizzarri è arrivato il magnifico Sorrentino.  Non l’acclamato regista.  Ma quello che serve comunque  per salvarsi. Sarebbe stata utile altresì un pizzico di imprevedibilità in più ma s’è evitato il tifone Balotelli e tanto basta a esser felici . Perché allora un voto così cauto? Perché tanta immobilità potrebbe generare nella squadra false sicurezze e morbide motivazioni. Tutte da verificare quelle di Maran che a giugno voleva andar via.
Spiace infine,che in una squadra tanto esperta, non sia stato confermato Simone Pepe. Le sue bollicine seppur falcidiate da mille infortuni, avrebbero fatto comodo a una squadra mogia. Forse troppo.

Crotone 4 Il diesse Ursino ha deluso. Chiamato a rinforzare la squadra in sede di mercato con quegli elementi atti a conferire esperienza a una squadra giovane, l’ha infarcita di stranieri e scelte incomprensibili. Ad iniziare dalla panchina dove è stato chiamato Davide Nicola uno che è famoso per aver dato un bacio a una poliziotta dopo aver segnato  un  gol in un derby e poi basta.
Perché una volta diventato allenatore non ha mai colto risultati di rilievo. Quali meriti lo abbiano portato sulla panchina pitagorica è un mistero. Come oscuro pare tutto il mercato crotonese.
Viepiù orientato a giocare con le tre punte, non pare avere gli uomini giusti per interpretarlo.  Simy in avanti è una scommessa e Tonev a Frosinone oltre a tiri sballati non ne ha mai imbroccata una.
Ergo forse Budimir andava trattenuto e per il volenteroso Palladino sarà durissima.

Empoli 6 . A dieci giorni dalla fine del mercato la sufficienza la merita tutta. Al netto delle partenze di Tonelli, Mario Rui e Paredes, Cosic , Pasqual e Maiello non son proprio da censurare. Se poi restano Saponara e Pucciarelli, la salvezza è ampiamente possibile.  Per non parlare dell’inossidabile Gilardino cui toccherà giocarsela davanti con l’altro vecchietto terribile Maccarone.  Non proprio pochissimo sul treno salvezza. Unica incognita Giovanni Martusciello in panchina. Grintoso ed essenziale, in campo è alla primissima esperienza da allenatore. Tuttavia aver avuto maestri come Sarri e Giampaolo, gli avrà giovato e non potrà non far bene.

Fiorentina 6, 5  Silenzio parla Corvino. Restaurare in tal sede il popolare motto corredante la pubblicità della rinomata pasta non è peregrino. Il povero Pantaleo di ritorno da Bologna , non ha potuto contare su un budget all'altezza facendo incetta di giovani di belle speranze e grandi sogni. Aver trattenuto Tello è un preziosismo notevole. Occhio inoltre al figlio d’arte suprema Hagi. De Maio in difesa è innesto di carattere ed esperienza. Tanta roba per il fascinoso Sousa che quest’anno potrà contare anche sul ristabilito Rossi.  Gran coppia con Kalinic e divertimento assicurato per i tifosi gigliati.

Genoa 6, 5 . Abituato a rivoluzioni forzate e spesso capricciose Preziosi stavolta se ne è stato quieto limitandosi allo stretto indispensabile consegnando al nuovo tecnico Juric una squadra solida con licenza di stupire. Gentiletti, Veloso, (marito della figlia del presidente), Ocampos promettono tanto e bene. Pavoletti, forse consapevole dei suoi limiti (perché ne ha) è rimasto e può sorridere. E con lui tutto il popolo genoano. Il giovane Simeone infine, è proprio una chicca.


Inter 7, 5. No distinti lettori non son impazzito. La vera anti – Juve è qui. Ok il teatrino Mancini sarebbe da 4 ma non è colpa dei cinesi se Roberto era stanco e demotivato. Anzi cosi com’è, l’Inter è da primi tre assolutamente. Banega e Candreva son due valori assoluti. Qualcosa da rivedere sulle fasce dove Ansaldi e soprattutto Erkin non convincono . I cinesi interisti voglion giocarsela e vincere De Boer è uomo pragmatico e offensivo e spegnerà qualsiasi scetticismo. Ali come Candreva e Perisic posson far volare chiunque. Anche l’Icardi capriccioso dell’ultimo periodo.

Juventus 9.  Potrebbe sembrare antisportivo col braciere d’Olimpia ancora acceso, ma non si può non esorbitare altrimenti.  La Juve merita tutti i favori del pronostico. Non solo perché era già forte. Ma perché così come è adesso è fortissima. Benatia. Pjanic, Higuain son innesti con vista semifinale di Champions garantita. Certo manca la cresta di Pogba ma il mercato non è finito e per il campionato italiano e la sua scarsa qualità, Lemina e / o Asamoah basta e avanzano. Per la Champions servirebbero un Sissoko o un Matuidi ma Marotta e Paratici hanno già fatto tanto. Volete non sian attrezzati per il tantissimo? Applausi . Da quest’anno non più solo una canzone dei Camaleonti anno 1968.  Quelli sufficienti ad acclamare una squadra sontuosa.

Lazio 6. Nonostante una società a dir poco instabile ,la squadra c’è ancora e pare quasi un miracolo.
Tuttavia i malumori non sembrano sfumati e questo condizionerà il lavoro del pur bravo Simone Inzaghi.
Il sostituto di Candreva ancora non c’è. Affidarsi alla coppia Cerci - Immobile un azzardo che conviene, ma non basta. Il resto poi, son dimenticabili scommesse esterofile che non scaldano il tifoso e neppure il voto .

Milan 5 Per il momento a Milanello sorride solo Montella. Il resto è una squadra che viaggia a scartamento ridotto e motore in riserva. Nomi a parte se l’uomo della svolta si chiama Josè Ernesto Sosa giocatore che ha fatto dell’impalpabilità il suo credo e la sua carriera, significa che il cambiamento al Milan deve ancora portare i suoi frutti.
Peccato perché i nomi pur ci sarebbero . manca il resto però . ed è fondamentale.
Così com’è il Milan farà fatica a guadagnarsi un posto Uefa.


Napoli 7. La partenza di Higuain toglie tanto alla squadra partenopea. Non son i gol ma i movimenti e l’incisività che l’argentino garantiva a mancare: Gabbiadini nonostante la sua testardaggine non è una prima punta, e Milik dovrà ambientarsi. Tuttavia a gioco lungo la qualità e la bravura della squadra verrà fuori e dopo i piagnistei estivi, i tifosi azzurri potranno ancora sorridere. Anche perché pur senza fuochi d’artificio Giuntoli s’è mosso bene allungando la panchina e le risorse a disposizione di Sarri che per me è pure più bravo di Sacchi e stupirà insegnando calcio e divertendo il mondo.
Giaccherini e Zielinski son rinforzi maestosi e Diawara e Rog puntelli eccellenti.   Qualche sceneggiata in meno di De Laurentiis è questo Napoli è da primi tre posti comunque.
Palermo 4. Diciamolo chiaramente: se il Palermo vuol retrocedere ci riuscirà sicuramente. Troppa spavalderia è presentarsi ai blocchi di partenza di Serie A con una pletora di esordienti.
Forse Ballardini doveva andarsene. Forse ci penserà tra poche partite lo stesso Zamparini . forse è proprio lo stesso Zamparini a non poterne più e si è condannato da solo prima del via sta di fatto che per il Palermo stavolta salvarsi sarà difficilissimo.

Pescara 6. Al contrario del suo collega palermitano il massimo dirigente abruzzese c’è l’ha messa tutta per non sfigurare. Bizzarri,Campagnaro, Aquilani, Cristante son rinforzi concreti e sfiziosi. Manca una punta all’altezza ma negli ultimi giorni di mercato può succedere di tutto. Per ora, è importante non partire battuti . l’entusiasmo di Oddo sarà fondamentale in questo. Aver trattenuto Caprari e Verre ancora di più.

Roma 7. Pjanic mancherà alla Roma più di quanto Higuain mancherà al Napoli. Strootman in mezzo al campo è un gran recupero ma Jesus e Vermaelen non paiono proprio il ritratto dell’impermeabilità . poi Spalletti è un valore aggiunto e l’attacco un portento.
Tuttavia sarà ancora Totti il centro di tutto. E’ questo per la Roma non è un vantaggio.

Sampdoria 6 Povero Giampaolo.  Voleva il Milan gli è capitata la Sampdoria è non è detto sia un male. La squadra c’è tutta. La società forse no ma se Giampaolo sarà indifferente agli istrionismi di Ferrero Muriel e Quagliarella promettono faville. Praet poi è un colpo da applausi.

Sassuolo 6, 5 Ammettiamolo: il Sassuolo vale di più. Ma la cessione di Sansone è stata sconcertante. Politano come sostituto va bene ma a gioco lungo ci vorrà qualcosa di più.
Matri in certe partite “sporche” sarà utilissimo ma Defrel gli sta ancora davanti dove Berardi e garanzia di gol e spettacolo.
Sarà ancora Uefa? Sì . Mica si sogna solo con i cinesi.

Torino 6, 5 Mihajlovic storcerà il naso ne son convinto.  Ma sostituire Glik con Rossettini è una bella impresa e Castan è tutto da verificare.
Tuttavia se c’è una squadra dove il serbo può fare la differenza è proprio il Torino  con quel centrocampo muscolare e quell’attacco favoloso . Sì perché il trio Ljajc – Belotti – Iago e proprio fantastico. Ad altezza Uefa oggi e dell’immensa storia del Toro domani .Scommettiamo?

Udinese 6 Senza Di Natale difficile qualsiasi previsione sul fato friulano. Iachini è chiamato a dimostrare di essere un tecnico abile non solo a governar situazioni difficili.
Anche perché l’Udinese è una squadra e società futurista e al passo con i tempi. Quella che serve a dimenticare Totò e abbracciare questa stagione al via.
De Paul poi, è un gioiello inestimabile.
Come voi tutti per me.

Buon campionato a tutti!

martedì 9 agosto 2016

L'ultima maschera di Silvio Berlusconi

Non è stato un passaggio di consegne qualunque, quello con cui si è dileguato nel trascorso Silvio Berlusconi. Non è stata la semplice fine di un imprenditore anticonformista che ha messo lo smoking alle nostre vite meste e smanicate.
Il quadro dolente di Silvio Berlusconi, non il birbante cui si è voluto bene, l’elegante signore che schiariva amabili orizzonti , ma un anziano pietrificato dal dolore stretto nelle maglie dei suoi problemi di salute, con un velo corsaro agli occhi, che  gli offendeva il viso, questo quadro insomma con al centro  un uomo al limite del dolore  è la sintesi di una morte sintetica  prima che terrena: la fine di una gloriosa stagione imprenditoriale e sportiva, quella appunto vissuta dalla coppia Berlusconi - Galliani, fatta di eccitamenti e sfacciataggini,  smisuratezza e genialità sofisticata.
Un mondo che fu, e che più
non è, violentato definitivamente dall'avvento di cinesi, uomini della riservatezza sempre e dei bilanci prima di tutto. Un contrappasso epocale da vivere recluso, meglio ancora se addebitato ad altri . Con l'intelligenza, anzi il fiuto che non gli difetta, ha intuito la portata dell'evento edificando così la sua ultima maschera. La terminalità innegabile di una stagione italiana che si è espressa e riconosciuta anche attraverso le imprese e il potere della sua creatura calcistica.
Tutto porta  via il tempo, avrà pensato con terrore il presidente del Consiglio mentre sanciva di suo pugno l’addio alla sua burla più riuscita e costruiva il suo personale reality.
Anche il suo Canale 5, la sua Italia uno il suo Retequattro, schiantati dalla banalità dell'offerta e dalla bomba tecnologica, stanno arrivando alla fine.
E così pure, clamorosamente, la sua giustificazione politica, fatta di un tutto e niente che si equivalgono e sopravvalutano. Su un orizzonte ora completamente nero. Non (solo) di rabbia.




venerdì 5 agosto 2016

Come tirare i dadi e puntare su otto

La perfezione non è permanente,
dura solo un attimo.
(Nadia Comaneci)


Vivevano a pochi chilometri di distanza. E i loro nomi, tutto sommato, non contano ma se proprio li volete e non riuscite a farne a meno lui chiamatelo G. lei M. perché in vita mia non ho mai conosciuto un G. che non abbia avuto a che fare con una M. e  perché dentro una G c’è sempre una M. Fidatevi, io lo so.
Questa comunque se volete, a prescindere dai vostri nomi e cognomi, è la loro storia.
 Quando era stato il momento di decidere per le loro vite  un po’ per dubbie credenze e un po’ per accidente,  G. e M. si erano ritrovati a fare scelte discordanti.
Ma non differenti o poco attigue. Proprio del tutto divergenti. Contrarie.
Lui amava alzarsi la mattina presto, anche se non aveva niente d’immediato da fare. Gli pareva di perdersi il meglio della giornata, restando a letto quando era già ben riposato e quando, d’inverno, la notte ci metteva di più a districarsi in dì poco brillanti.
Lei diceva che le trapunte erano il suo eccesso. E stava attenta a non dire lenzuola, per non essere travisata e apparire di colpo oziosa o peggio lussuriosa. Perché M. non disdegnava la comitiva, ma stare a letto le piaceva come un bicchiere di grappa davanti al camino. Una letizia da godere. Meglio da soli, se nessuno ne comprende il significato. Che da lussuriosa ad alcolizzata ai tempi d’oggi come cantava Anna Oxa nel 1986, è tutto un attimo.
Lui la sera leggeva molto retinando parole nella speranza di trovarne una che potesse sintetizzare quella bassa statura che mal si combinava col suo sguardo drammatico e intenso. Le parole gli erano sempre piaciute. Gli sembravano infinite possibilità di una vita diversa. Ciottoli levigati dal mare dell’esperienza, sempre pronti a lanciarsi in una nuova avventura, a volte le parole parevano scorrere pallide nell’ingorgo della saliva eppure si sorprendeva ancora quando ne trovava una brillante in mezzo alle altre come uno zaffiro in un frantume di bottiglia e in quel brivido da arcigno  conquistatore  s’addormentava morbido. Indefinitamente pago di quel letargo meditabondo. In fondo tutto quell’indagare era la sua corazza. Ci si contrava dentro fitto come per ricevere una spinta verso la mattina dopo.
Lei la sera aveva sempre mille cose da fare. Spettacoli, concerti, vedere uno. Ma anche quando aveva un compagno quel “vedere uno” era rimasto un atto indeterminativo e non si era mai legata a nessun uomo degno di un articolo determinativo perché pur slanciata e bella, non faceva mai il passo più lungo della gamba. Non per discrezione e sagacia.  Ma perché i toni sfumati tutto sommato le  stavano bene e soprattutto non destavano preoccupazioni. Andava sempre a letto presto, a volte senza neanche cenare, per non avere scrupoli l’indomani e mantenere la linea.
Una mattina di fine novembre G. e M. s’incontrarono a casa di amici comuni, nel campo neutro dei loro personali dilemmi. Parlarono con gentilezza e si guardarono adagio, come se ci fosse una diversità da salvaguardare. Istintivamente si riconoscevano. Razionalmente erano due assoluti estranei. Non una situazione, un posto, un appuntamento, un evento che li cogliesse insieme e maturasse futuro.
Ma la  loro indole indicava ad ognuno di loro che quella assoluta diversità era come l’amore. Un’impossibile e fatata coincidenza di totale - assoluta profetica affinità.
Come tirare i dadi e puntare su otto. E vedere saltare fuori per venti volte di fila otto, in uno stupore che aumenta di un soffio ogni lancio. Solo che nel loro caso era come fare  venti volte quattro, avendo puntato su otto. Come amarsi per intero per una serie di combinazioni smarrite, ma smarrite con compiutezza aritmetica. Per nove mesi interi. Senza mai oltrepassare il confine perfetto di quella disfatta intesa. Poi venne l’estate e benché  il testosterone assaltasse le reciproche diligenze epidermiche chiedendo perentoria definizione il sacro senso del pudore non calò mai la sua severa attenzione. Mai. Fino alla fine quando un gesto qualunque può consegnarti al paradiso  degli intrepidi o condannarti all’inferno dei vili .  Intrappolati in un eterno istante, s’accontentarono di un sorridente purgatorio.
Distolsero lo sguardo dopo un numero infinito d’istanti e non ci pensarono più. Quasi più.


martedì 2 agosto 2016

L'eco di un indugio

Adotto un doppio senso per mimetizzare un tremolio; poi persuaso di aver procrastinato un crollo rifaccio pochi passi eludendo il fosso.

Non credo basti appellarsi al galateo se ogni strepito e l’eco di un indugio.