martedì 26 febbraio 2013

E mò so cazzi


 Più di un programma politico potè un mugolio bovino.
Non disperate: abbiamo la memoria corta e in fondo c'è lo meritiamo.
Emmò????????.... Sò cazzi...!!!!!!

Più ci penso e più credo che a vincere le elezioni non sia stato Berlusconi ma la mancanza di un sentimento che andasse aldilà della rabbia e lo scontento.
Berlusconi è il vestito morale di tutti noi. Calza a noi come la tv e la birra a Homer Simpson. Schiumoso, brillante e friccicorino al punto giusto rassicura in qualche modo .
Grillo è la pelle che non sta più nelle palle e promette scappellotti in Parlarmento. Non proprio un'inclinazione italiana quest'ultima e forse  proprio per questo degna d'attenzione.

Vediamo che succede.  
L'aurora è lontana e più grandi scendono dagli alti monti le ombre di nuove elezioni....
Scommettiamo????????????

lunedì 25 febbraio 2013

Sebastian Giovinco: una fondamentale dissonanza



Ci vorrebbero anime forti, pietre che neppure il diamante sa scalfire , per vivere, e  non trascorrere i giorni.
E invece eccoci  con il nostro gesso, con il cuore di talco ad imparare a crescere, a diventare di quarzo.
Imbottire di marmo il nostro derelitto esofago dilaniato da troppe differenze mai appagate del tutto da una fondamentale dissonanza.
Incompresa, contestata, trascurata.  Tante, troppe volte.
Succede dicono. Ma è uno sguardo che non inquadra il problema. Lo sfugge tuttavia con colpevole noncuranza.
Accade quindi. Comunque.
Ci confrontiamo  ogni domenica con simili vite  e sballottati feriamo, feriti,  feriscono.
Con le parole e le vigliaccherie , i fischi. Presunti tifosi. Muniti di schizofrenici altoparlanti vocali .

Sibili che raggirano l’esattezza delle distanze. Quelle, vedono la Juventus prima in classifica. Pur senza corazzieri né centravanti.
E’ piccolo Sebastian Giovinco. Con quella vocale mancante a conferirgli una straordinaria estraneità al tutto foriera di meravigliose sorprese. Ben sette quelle che permettono alla Juventus d’essere in prima linea per lo scudetto nonostante uno spossante spezzatino. Eppure fischiano. Uno differente. Solo quello e basta. Eppure Messi non è certo Gulliver. Eppure è lì venerato come un dio.
In queste ore poi, molti di voi smaniano per accordare la loro preferenza a gente come Berlusconi, Bersani, Grillo, Ingroia. Non certo dei baobab. Piuttosto delle normali piante grasse in attesa d’essere innaffiate dalla loro stagionale razione di sibillina accondiscendenza elettorale.
Eppure fischiano quelli. Adombrando un’ apatia macchiata di viltà.
Dimentica della storia perfino.
L’Italia è cresciuta a pane e latte. A volte, nemmeno quello.
Gli additivi, comunque, son venuti dopo. I lungagnoni pure.
Non riconoscerlo è gravissimo. Blocca la crescita. Impedisce lo sviluppo. Arresta il sistema.
Relegandoci in una condizione di snervante attesa. Come quella di oggi appunto. Come quella di ieri.
In fondo, si vive solo in attesa di raggi di sole. Nella quotidiana speranza almeno uno illumini la nostra giornata.
Seppellirlo in una salva di fischi è immorale. San Pietro s’arrabbia e serra le porte del Paradiso e non basta una tazza di caffé a rabbonirlo e a convincerlo del fatto che  forse, oltre un anonimo Purgatorio in fondo, non meritiamo.

Un gradino più su un gradino giù lungo la scala di Mohs della vita.
Bassa anche quella.  E non per danni all’ipofisi.
Purtroppo.


Una collosa sensazione

Da grandi nulla è come immaginiamo. Così, estenuati da  un amaro persistere, ingoiamo diversivi che ci scollino dalla sensazione di aver perduto qualcosa, a cui senza saperlo tenevamo tanto.

sabato 23 febbraio 2013

Pensando a domani

Pensando a domani sorrido amaro.
Privati di una reale autonomia decisionale, con i piedi ghiacciati, il cuore in tempesta e il panico di vivere addosso, chiediamo allo sconforto di regalarci una speranza che diventi uno sconto per resistere.
Ma non si costruisce  nulla sulla disperazione collettiva. Si può contare sull'abnegazione personale però.
A patto che qualcuno di quelli per cui voteremo domani e lunedi, sappia davvero cosa sia.  

Ho il sospetto però. continueremo a perlustrare le notti gonfi d'interrogativi trascinando allo sbaraglio l'anatomia del nostro triste  destino. Da martedì poi, senza più grilli per la testa, nè silicone nel cuore, braccati dal profumo di un pane sempre più caro, prenderemo per mano il nostro rimpianto cercando disperati un'altro mulino.

venerdì 22 febbraio 2013

Per un quarto di felice arcobaleno

Desideriamo crescere in fretta da bambini. Consapevoli del fatto che in fondo il nostro "clinamen "(Lucrezio docet ), non importa a nessuno siamo animati da un' insopprimibile voglia di uscire dalla stiva dell'esistenza. Cancellare le macchie di placenta dal viso. Distrarre la nostra inquietudine.
Respirare un'aria decisa soltanto da noi. Rincorrere fino all'estremo il nostro agognato quarto di felice arcobaleno.
Un'illusione che ci prende interi e ci restituisce tutti spiegazzati.
Che volete farci? La vita ha molti illusionisti e poche lavanderie.

martedì 19 febbraio 2013

Solo con te farei l'amore



"Solo con te farei l'amore, dice la donna mia,
solo con te, anche se mi volesse Giove.
Dice: ma ciò che dice una donna a un amante impazzito
devi scriverlo sul vento, sull'acqua che scorre."

Carme 70 Catullo

domenica 17 febbraio 2013

La sfida di Francesco Totti



Un colpo da kappaò . Di quelli che rischiano di mandare all’aria tutto.

O quasi.
perchè sotto la cenere brilla ancora  qualcosa.
Tra mille sbattimenti,  tante perplessità istanti di vita preconfezionati e sudati rimpianti,giorni matti che pensi che schiatti con attimi in pianti e piatti che schianti Francesco Totti lancia tosto e scattante la sua   sfida
Fastidioso e suadente  come una lima di seta per mettere in riga Buffon e compagni  gli son bastate due dita e un piede in stato di grazia.
E’ in malora qualsiasi alchimia tattica.
Un colpo di rasoio e via.
Agli altri infoiarsi e  ingoiare il rospo.
Sbagliava chi s’annoiava , chi pensava che tutto filasse liscio come l'olio per le zebre juventine .
Sbagliava. Non siamo mica in un frantoio francescano. E gente come Balotelli, Floccari, Cavani e Hamsik non son frati trappisti e solo pali e traverse possono fermarli.

Il campionato è ancora vivo. O forse non è mai morto del tutto. Come dice Cristicchi a Sanremo.  Una vita è piena di non vita e forse la parte migliore non l'abbiamo ancora vissuta. O forse sì è ancora non l'abbiamo capito e forse è meglio così: non capire per imparare a stupirci che è sempre meglio di sbavare e  stordirci.
A quello ci ha già pensato il Pupone che ormai è quasi un nonnetto ma è bello chiamarlo ancora così perchè è come riservargli un'altra opportunità, un'altra magia. E se la date a Berlusconi e compagnia, figurarsi se il Pupone non se la merita un'altra occasione per meravigliarci ancora.
Impossibile capire come faccia alla sua età. 


E noi cadiamo  a terra se tentiamo di fargli un dribbling nel tentativo di scoprirne il fatato segreto .
A nudo, infuocati, sudati, attorno alla magia del calcio e uno dei suoi pochi simboli capaci di rianimare tutto il campionato: Francesco Totti. 
Non sarà George Clooney,  ma detto tra noi il romano a recitare se la cava meglio, e Ilary Blasi è più bella di Elisabetta Canalis.



venerdì 15 febbraio 2013

In memoria di Carmelo Imbriani



Ha ceduto all’alba Carmelo.

Come i sogni più belli

Sotto il peso

Della  stanchezza

Del mondo,

E’ nelle precoci altitudini

Di un fisico

Scuoiato dal persistere

Di un costante, balordo adagio.



La sciagura del corpo

Oppresso dal dolore,

Non coprirà più distanze.



La barriera non ha retto,

i difensori non sono saliti in tempo

e la Morte l’ha colto in fuorigioco.



Ora nell’inerzia

Dell’anima,

nessun preavviso di

tormenta,

perché sia possibile continuare a vivere.



Ma

come  è immorale

l’illogicità di dovere bastarsi.

D’opporre alla vita

Un’altra vita,

da oggi, 
comunque,

Più sola.

La canzone del maleamato

Una sera di mezza bruma a Londra
Un monellastro che somigliava al
Mio amore mi si fece incontro e fonda
Mi lanciò una guardata tale da
Farmi chinar gli occhi d'onta

Fischiettava una sua canzone
Le mani in tasca e mentre lo seguivo
Di quella strada nel canalone
Mar Rosso aperto sembravamo
Lui gli Ebrei io Faraone

Cada quell'onda di mattoni giù
Se tu non fosti bene amata
Io son davvero il Re d'Egitto e in più
La sua sorella sposa la sua armata
Se l'unico amore non sei tu

Alla svolta d'una via bruciante
Di tutti i lumi delle facciate

Piaghe di nebbia sanguinante
Vivo lamento delle facciate
Un'ubriaca a lui somigliante

Carico l'occhio d'inumanità
Sul collo nudo la cicatrice
Da una taverna sbucò là
Nell'ora in me rivelatrice
Dell'amorosa falsità

Tornato in patria finalmente
Il saggio Ulisse fu riconosciuto
Dal vecchio cane Teneramente
La moglie presso un gran tessuto
Stava ad attenderlo fidente

Stanco di vincere si rallegrava

Guillaume Apollinaire

giovedì 14 febbraio 2013

Ai dardi di Cupido



Ai dardi di Cupido
E impossibile sottrarsi
E così
Anch’io oggi
Verso  canti nell'intimo, sconfinato
orcio  che senza sosta è pieno e mai straripa, 

delle languidezze sentimentali
e vi  unisco  i baci e le carezze.

E mi sorprendo
Gioco ancora all'amore, giunto
con un mazzo di rose rosse e un cuore
ardente e vibrante come astro

 che si insinua brioso tra i tuoi capelli
e lascia impronte  vive nelle carni.

«Non dimenticare» è il precetto,
l’indifferenza non appartiene all’amore.

Sa solo boccioli rossastri
e distanze cerulee come volte celesti.

I suoi nembi sfumano fiacchi giuramenti
liberando franchi acquazzoni di tristezza.




lunedì 11 febbraio 2013

Papa, papi, popi, pupù

Per un Papa che se ne va, molti "papi" restano e nessuno sibila nulla.
Cosa può significar tutto questo?
Il popi popi solletica tutti  e la pupù levigata al silicone piace a troppi. Ancora. Purtroppo.

lunedì 4 febbraio 2013

45



45. Un numero che sommato fa un nove che conta e canta benissimo.

Lo ha fatto due volte Mario Balotelli con una irruenza da Miles Gloriosus che piace e conquista tutti anche gli esterofili più convinti i quali per una domenica sono stati zittiti dagli acuti di ragazzi italiani di nome e di fatto. 
A cominciare da un Matri ritrovato. Nella settimana che poteva sancire il suo addiio alla casacca bianconera il buon Alessandro si è riscoperto Grande rispedendo al mittente le critiche di chi, lo considerava bollito e pronto per la padella dorata della tv.

Così come Marco Borriello il quale dopo la cavalla argentina e la bagnacauda piemontese ha scoperto  che è il pesto alla genovese a dilettarlo di più e con un gol bellissimo attenua le ambizioni di una Lazio cui non basta la vena realizzativa di un  Floccari in grande spolvero e nel contempo rinsalda la voglia di scudetto di una Juventus che a dispetto dell’orientale Anelka ritrova il suo cannoniere principe e cadenze dimenticate  tenendo a distanza un Napoli ormai autonomo e consapevole di sé capace di andare a bersaglio anche senza il suo centravanti.

L’importanza del quale è stata ribadita da Gilardino e Toni due bomber antichi ma sempre attuali quando si tratta di schiaffarla dentro.

Un’attitudine che sembra aver perso l’Inter che pure ha Milito e quando non c’è di certo non può puntare sul vecchio Rocchi. Numero 18 per l’attaccante veneto. Toh. Un altro nove mascherato. Un'altro indizio che fa una prova. L'Italia ha bisogno di se stessa per riemergere dalle secche in cui è sprofondata Si chiamino Berlusconi o Bersani è una coincidenza equivoca se non dannosa. Balotelli e il suo ostentato menefreghismo non mi piacciono ma dicono più di quello che lui riesce a dire. Ed è di questo racconto che l'Italia ha bisogno. Solo i limiti possono disegnare le nostre prospettive. Con urgenza è voluttà. Una prepotenza che scaccia qualsiasi dubbio sulla legittimità d’alcune tendenze oscurantiste nei confronti del nostro campionato e della nostra società. Un 45 che  ne son sicuro, durerà più di un tempo di una partita e  metterà a soqquadro tutto il campionato.

Senza maschere ne burle.

Quelle lasciamole a Plauto o a Moggi al massimo.

D’altri parassiti, il calcio, non ne ha bisogno.

venerdì 1 febbraio 2013

Crestamania

Dopo l'acquisto di Mario Balotelli e la suggestiva ipotesi di tridente cresta con Niang ed El Shaarawi il Milan non si ferma più: in arrivo anche Wesley Snipes, Bepop del duo Bepop e Rocksteady delle Tartarughe Ninja e il Galletto Vallespluga.
 Le Cotolette Amadori tremano e Silvio Berlusconi vincerà le elezioni purtroppo.