martedì 9 agosto 2016

L'ultima maschera di Silvio Berlusconi

Non è stato un passaggio di consegne qualunque, quello con cui si è dileguato nel trascorso Silvio Berlusconi. Non è stata la semplice fine di un imprenditore anticonformista che ha messo lo smoking alle nostre vite meste e smanicate.
Il quadro dolente di Silvio Berlusconi, non il birbante cui si è voluto bene, l’elegante signore che schiariva amabili orizzonti , ma un anziano pietrificato dal dolore stretto nelle maglie dei suoi problemi di salute, con un velo corsaro agli occhi, che  gli offendeva il viso, questo quadro insomma con al centro  un uomo al limite del dolore  è la sintesi di una morte sintetica  prima che terrena: la fine di una gloriosa stagione imprenditoriale e sportiva, quella appunto vissuta dalla coppia Berlusconi - Galliani, fatta di eccitamenti e sfacciataggini,  smisuratezza e genialità sofisticata.
Un mondo che fu, e che più
non è, violentato definitivamente dall'avvento di cinesi, uomini della riservatezza sempre e dei bilanci prima di tutto. Un contrappasso epocale da vivere recluso, meglio ancora se addebitato ad altri . Con l'intelligenza, anzi il fiuto che non gli difetta, ha intuito la portata dell'evento edificando così la sua ultima maschera. La terminalità innegabile di una stagione italiana che si è espressa e riconosciuta anche attraverso le imprese e il potere della sua creatura calcistica.
Tutto porta  via il tempo, avrà pensato con terrore il presidente del Consiglio mentre sanciva di suo pugno l’addio alla sua burla più riuscita e costruiva il suo personale reality.
Anche il suo Canale 5, la sua Italia uno il suo Retequattro, schiantati dalla banalità dell'offerta e dalla bomba tecnologica, stanno arrivando alla fine.
E così pure, clamorosamente, la sua giustificazione politica, fatta di un tutto e niente che si equivalgono e sopravvalutano. Su un orizzonte ora completamente nero. Non (solo) di rabbia.




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