Non è stato un passaggio di consegne qualunque,
quello con cui si è dileguato nel trascorso Silvio Berlusconi. Non è stata la
semplice fine di un imprenditore anticonformista che ha messo lo smoking alle nostre
vite meste e smanicate.
Il quadro dolente di Silvio Berlusconi, non il
birbante cui si è voluto bene, l’elegante signore che schiariva amabili
orizzonti , ma un anziano pietrificato dal dolore stretto nelle maglie dei suoi
problemi di salute, con un velo corsaro agli occhi, che gli offendeva il viso, questo quadro insomma
con al centro un uomo al limite del
dolore è la sintesi di una morte
sintetica prima che terrena: la fine di
una gloriosa stagione imprenditoriale e sportiva, quella appunto vissuta dalla
coppia Berlusconi - Galliani, fatta di eccitamenti e sfacciataggini, smisuratezza e genialità sofisticata.
Un mondo che fu, e che più
non è, violentato
definitivamente dall'avvento di cinesi, uomini della riservatezza sempre e dei
bilanci prima di tutto. Un contrappasso epocale da vivere recluso, meglio
ancora se addebitato ad altri . Con l'intelligenza, anzi il fiuto che non gli
difetta, ha intuito la portata dell'evento edificando così la sua ultima
maschera. La terminalità innegabile di una stagione italiana che si è espressa
e riconosciuta anche attraverso le imprese e il potere della sua creatura
calcistica.
Tutto porta
via il tempo, avrà pensato con terrore il presidente del Consiglio
mentre sanciva di suo pugno l’addio alla sua burla più riuscita e costruiva il
suo personale reality.
Anche il suo Canale 5, la sua Italia uno il suo Retequattro, schiantati dalla banalità dell'offerta e dalla bomba tecnologica, stanno arrivando alla fine.
E così pure, clamorosamente, la sua giustificazione politica, fatta di un tutto e niente che si equivalgono e sopravvalutano. Su un orizzonte ora completamente nero. Non (solo) di rabbia.
Anche il suo Canale 5, la sua Italia uno il suo Retequattro, schiantati dalla banalità dell'offerta e dalla bomba tecnologica, stanno arrivando alla fine.
E così pure, clamorosamente, la sua giustificazione politica, fatta di un tutto e niente che si equivalgono e sopravvalutano. Su un orizzonte ora completamente nero. Non (solo) di rabbia.
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