venerdì 3 giugno 2011

Dieci gocce di valium

« Baciami!»
«No, non posso.» le disse.
«Dai solo uno, voglio sentire il sapore delle tue labbra.»
 La sveglia della sette suonò forte e rumorosa come non mai. Era stato solo un sogno ma aveva caldo su tutto il corpo. Si toccò fra le gambe e sentì colare qualcosa, si fece il segno della croce e corse in  bagno a lavarsi; tutto ciò era immorale, i preti dovevano evitare la dispersione del seme, era questo il primo insegnamento che veniva impartito nei seminari. Poi la sera, al riparo da tutti e con il favore del Papa, potevano fare ciò che volevano : violentare giovani monache, sniffare coca e masturbare adolescenti con la scusa dell’amore cattolico.
Quando ritornò nella sua stanza non fece nessuna  fatica a guardarsi allo specchio, l’acqua e il sapone avevano cacciato via tutte le impurità. Dopo pranzo, mentre camminava tranquillo e beato fra i gradini di una piazza, riconobbe la donna che gli aveva rovinato la notte; il suo culo sodo sorretto da un paio di tacchi vertiginosi avrebbe messo in crisi qualunque uomo.
  Stava osservando delle borse esposte nella vetrina di un negozio; cercò di scappare ma quella lo fermò di colpo :
«Scusi Padre, volevo far celebrare una messa per la mia povera nonna defunta.» gli chiese con tono gentile.
«Per questa settimana sono pieno, mi dispiace.» rispose lui con un filo di voce.
«Che peccato, sarà per la prossima volta.» concluse lei in maniera ironica; della nonna in fondo non gliene importava nulla, avevano messo gli sconti sulle tracolle firmate e voleva solo far un piacere a sua madre.
Ritornò di corsa al seminario e si chiuse nella sua stanza. Prese la boccettina del valium, ne versò dieci gocce in un bicchiere d’acqua e bevve il tutto senza pensarci su, si distese sul letto e dopo un quarto d’ora era già addormentato.
 Sognò enormi prati verdi con cavalli mucche e pecore.
 Da piccolo avrebbe voluto fare il pastore.

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