Smarcato dal ciclone Europei
di calcio ieri spinto da una pulsione che a distanza d’ore e divano riconosco
suicida, ho guardato il Coca Cola Summer
Festival: ovvero quel che una volta quand’ero piccolo io e la Panicucci sponsorizzava
assorbenti era il Festival bar.
Cos’è stato il “Festivalbar” nella storia delle estati italiane?
Sicuramente un programma da
seguire con un occhio solo, mentre l’altro sondava le meraviglie del cuscino.
Uno di quegli show che
abbinava la solennità dell’Arena (di Verona, ovvio) alle leggerezze canore
proposte di volta in volta.
Erano i giorni in cui
scorrevano tra riflettori e zanzare la fragilità del giovane Raf e i padanismi
di un certo Zucchero Fornaciari.
Altrove -concettualmente e
fisicamente- accadevano cose diverse;
ovvero ci si interrogava su
come uscire dalla dittatura degli anni Settanta, e inventare nuova musica degna
di questo nome (le riunioni, mi dicono, sono ancora in corso).
Ma al “Festivalbar” no:
niente di tutto questo.
La famiglia Salvetti
garantiva anno dopo anno il (ri)flusso del pop;
quell’alchimia marziana in
cui non c’erano contraddizioni tra il minimalismo campano di Pino Daniele e il
colpo secco di “Tre parole” (sole, cuore e amore).
Poi, poi è finito tutto.
A modo suo brutalmente.
Addio Arena di Verona, addio
famiglia Salvetti, addio «ci vediamo il prossimo anno».
Al loro posto, ora, è
sbarcato su Canale 5 il “Coca Cola Summer Festival”.
Protagonista assoluta in
scena è la permanente di Alessia Marcuzzi, mentre accanto alla padrona scosciata
della casa de “ Il Grande Fratello ” si muovono Rudy Zerbi e Angelo Baiguini
(voce di Rtl).
La sceneggiatura è semplice,
con la conduttrice che inneggia a qualunque artista appaia e i due assistenti
in preda a inutilità conclamata. Viva l’estate, insomma:
il resto non conta.
Nemmeno l’afflato di solidale empatia sprigionato in replica da Raiuno dai Braccialetti
rossi che forse non meritavano un tale torrido supplizio punitore ieri più che mai (dati
Auditel sotto gli occhi), di un’inclinazione
al ripetersi tipico della cellula madre Raiuno di vicende e
solvimenti comunque apprezzabili in prima visione.
Ma in replica no grazie.