mercoledì 6 ottobre 2010

Le rimpatriate scolastiche: quando un libro è più "amico" di una persona


Gli esseri umani sono altalene cigolanti e scivolose costantemente in bilico tra un'odio disinteressato e una speciale inclinazione al ricordo che ne condiziona fatalmente azioni e reazioni. Non serviva certo Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per capirlo ne probabilmente basterà questo post. Certe notizie non le recapita nemmeno il postino per cui...
Riflettiamo ed osserviamo. Chi? L'uomo. Cosa? Il suo rapporto con la scuola il quale vien da sorridere ma e vero, è assimilabile con pochissime varianti a tutti i rapporti che l'essere umano può intrattenere e condurre nel corso della sua esistenza. E poco importa. siano essi di conoscenza, d'amicizia, d'amore, di lavoro e quant'altro.
Ma restiamo a scuola dove la basculite umana vien fuori in tutta la sua spietata e ineluttabile gravità.
La prima fase di questa piccola inchiesta si basa su esperienze fatte sul campo. La restante su osservazioni rilevazioni e confessioni elargitemi da genitori compiacenti.
Iniziamo.
Un bambino oggi, affronta la scuola stando attento a dove mette i piedi cercando di far meno danni possibile. Il momento più bello di solito e quando la maestra più cattiva è assente o quando ci sono scioperi o assemblee d'istituto. Cosa sono le assemblee d'istituto? Momenti lunghi di solito due ore nei quali uno dovrebbe verificare di che pasta è fatto un'istituto e i suoi rappresentanti, ma che invece certificano la sua crisi. Dell'istituto, del rappresentante.
Appena conseguito il titolo, uno della scuola se ne dimentica facendo fuori libri di testo, diari, e tutto quanto possa ricordargli la gravosa esperienza.
Da genitore la musica cambia e da estraneo disinteressato il genitore novello diventa uno scafato detective dele magagne ministeriali, un delatore ineffabile e spietato delle ingerenze compiute degli insegnanti ai danni del suo bambino.
Parola chiave e dominante nelle argomentazioni genitoriali in questa fase è Fannulloni. Pronunciata a casaccio e rivolta a tutto e a tutti senza preclusioni di sorta sopratutto nei momenti in cui i professori vorrebbero rivendicare un pò di diritti anche per loro.
Non va meglio quando il suddetto genitore diventa rappresentante di classe quando questa/o sembra quasi la reincarnazione di Barack Obama per quanto e come si prodiga per la risoluzione delle magagne scolastiche.Dopo averci provato e aver trovato inaspettate opposizioni, diventa un qualsiasi emulo di Berlusconi inveendo a sinisstra e sorridendo a destra. Non risolve nulla ma nelle foto riesce bene ed ottiene tutto. Solo per lui/lei sua figlia e gli amici di sua figlia.
Quando figli non c'è ne sono più al genitore non rimane che la nostalgia. Comincia quindi a tempestare di telefonate gli amici ed insegnanti chiedendo incontri organizzando cene in grande stile per "ricordare i vecchi tempi". A me è successo venerdì d'incontrare il nostalgico di turno e già so che non ci sarà una seconda volta. Perchè? Perchè il mio amico Holden Caulfield aveva (ha) ragione:
" Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti". Ma siccome non sapete mai quanto tengano a voi le persone che dicono di ricordarvi con piacere o peggio ancora di portarvi sempre nel cuore vi consiglio d'evitare queste rievocazioni in vita e di utilizzare al meglio il tempo che passate con i vostri amici in modo che il vostro rapporto non diventi una foto sfocata su un'album ogni anno sempre più vecchio ma un campo aperto da arare ed innaffiare giorno e notte. Insieme. Vi assicuro: i frutti sono sempre migliori.

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