I bambini prematuri non aspettano. Vengono
semplicemente prima. Come l’Amore in
fondo. Viene prima d’ogni rendersi conto. Pensate all’Amore, oggi quindi. Cosa
siamo prima d’ogni Amore? Cosa siete?
Qualcosa che sta per venire che s’intravede dappertutto.
Prima del nome, un gesto, (anche questo è un venire in
fondo), che avviene in punta di labbra e si realizza nel nome dell’Amore.
Siam spesso noi a mancare l’appuntamento. Ad esser
immaturi.
Una data sul calendario non basta: una giornata non
serve (se poi gioca la nazionale ancora peggio). Ma è importante ricordarsi di
quelli che vengono prima. Anche solo perché vengono prima. Son grigi, grinzosi,
incompiuti mugolanti per mesi sul limitare della fine prima di un allegro e
ristoratore respiro di sollievo.
Danzano con la Morte pare: stringono la Vita invece.
Che viene prima d’ogni rendersi conto. Proprio come
l’Amore. Qualcosa che sta per venire che s’intravede dappertutto e ha bisogno
di tutto il calore e l’amore possibile per essere pronto al primo giro di
giostra.
Nessun imbarazzo quindi da parte dei genitori tanto
per cominciare.
Pronunciate il loro nome così da riempirlo di colore e
profumo. Son fiori inconsapevoli di un paradiso immaturo certo, ma non così
tanto, da negarsi al divenire.
Tutti noi vogliamo diventare qualcos’altro. Diventare un
indimenticabile sguardo nel giorno che s’inoltra.
Mancarlo è come negare il lampeggiare sulle punte di
un delicato ramoscello che viene prima. Prima di tutto. Semplicemente.
In un Amore che è tutto una poesia da condurre
pazienti, fino alla foce, fino a un altro mare: è questa la vita in fondo.
Come una poesia appena scritta che si consegna
all’occhio di qualcun altro. Ma è importante.
Perché la poesia è la mia vita. Perché la mia vita è
il mio amore. Ho fatto di tutto per trattenerla. Semino nonostante.
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