Spesso la Tv dei ragazzi è stata catalogata,
sul fronte della potenza creativa, come un fratello minore della Tv.
«Buona eh, anzi brava a congegnare
prodotti d’intrattenimento catodico», era ed è il ritornello in circolo, «ma
non sempre in grado d’'interpretare i sismi dell'Italia tardo novecentesca».
Parole con un fondamento reale, nel
senso che alla distanza ha vinto l’asprezza quotidiana scaltra a fornire
depressione e crudezza.
E questo è banale, comune, frequente.
Però poi c'è l’altra faccia della
medaglia da considerare, cioè la capacità
di alcuni programmi nel prevedere - e incarnare, pure, con esattezza feroce -
la decadenza della dignità italiana.
Un'operazione tanto eclatante nella sua video-essenza, quanto
verificabile oggi a partire dalle dieci e trenta grazie a Mediaset Extra, che a
trentacinque anni dalla nascita di "Bim Bum Bam " ne ripropone le
imprese.
Non materiale sbiadito dall'archivio, ma
la conferma della sintonia tra quel programma e l'epica berlusconide.
Altro che la malinconia attuale in
vendita a cinesi dilazionati;
altro che la costante accusa rivolta a Mediaset di alimentare una tv del nulla, tra
canzoncine madri di gran diritti d'autore e impianti scenici che inumidiscono gli occhi.
No.
" Bim Bum Bam” era molto di più, a partire dal titolo che in
automatico si discostava da un universo intero (quello del servizio pubblico,
appunto) per rimarcare il liberismo di una terra sgombra da morali e vincoli
disposta a scommettere sui più piccoli.
Un ipermarket del disimpegno destinato ad accompagnare miriadi di bambini canticchianti
dalle quattro del pomeriggio hit su hit come analgesico collettivo contro le
inquietudini, le paure e la tentazione di ribellarsi al demone della
superficialità.
Un manifesto politico, più che uno
spazio d'intrattenimento.
Un avamposto dove l'ipocrisia trovava
ampia accoglienza alternando il virus di consumismi infanti e di piagnistei
adulti a surreali slogan contro la dittatura dell'effimero (vedi Bonolis
ripudiante pietoso.la nauseabonda Caciotta Fetecchia)
Lo stesso mix di vero (poco, pochissimo)
e falso (tanto, tantissimo) adottato dopo Tangentopoli dai leader post
ideologici.
Lo stesso spirito creativo e (auto) distruttivo
che ha reso Bim Bum Bam unico:
passando dal trasformismo cigliato di
Cristina D’Avena – vero nume tutelare della trasmissione - ai dischi venduti dai Bee – Hive fino alla
manipolazione della già blanda volontà popolare .
Arresa quest’ultima a Uan pupazzo animato di
peluche rosa con il ciuffetto fucsia dalle
sembianze di un cane pestifero e irridente a
iosa ma serbante fiero e intero dell’essenza stessa dell’infanzia quella dolcezza fragile che induce a una carezza, a
un tono di voce morbido e comprensivo delle ingenuità implicite in quella
condizione anagrafica.
E poco importa e nulla
vale lagnarsi severi se s’ingozzava di cremini.
Dietro quell’involucro zuccherino
c’era la rivendicazione di un donarsi autentico invalidato dalle altezze
adulte.
Una domanda aperta che
chiede ancora riscontro
nonostante i tentativi di Maria De Filippi di anestetizzarla
in sabati fragili e lagnosi.
Bim Bum Bam
è arrivato prima. Tutti i pomeriggi per vent’anni a proporre lo scontro tra
adolescenti e adulti. Uan e poi Ambrogio son stati questo. Bambini prima, adolescenti poi, con il
privilegio di poter sfidare - nonostante il loro fisico villoso - le autorità ostili
dell'era contemporanea.
Quanto basta perché i piccoli spettatori, a casa, potessero
immedesimarsi nelle loro gesta e assorbire il primo insegnamento della loro
vita:
quello che tutto, un giorno, sarebbe potuto diventare
possibile, e rinunciare a sognare le più mirabolanti imprese un delitto.
Sempre.
Io dico solo che, rivedendolo adesso in tv, sembra ieri.
RispondiEliminaProgramma invecchiato benissimo ma soprattutto davvero "avanti", oggi cose del genere non le farebbero mai dire in un programma della tv dei ragazzi.
Sarà anche disimpegno al 100% (erano gli anni '80, ci sta) ma si ricorda meglio del Tg Ragazzi :p
Moz-
Perfettamente d'accordo con te Miki!
RispondiEliminaL'ho anche scritto: Bim Bum Bam ha anticipato i programmi della De Filippi prima della De Filippi con una differenza però: Uan, Manuela e Paolo sapevano di cosa parlavano e a chi parlavano.
I programmi che son venuti dopo no.
Apparte tutto caro Moz quanta nostalgia!!!
Adesso mi slurpo un vagone di cremini.
Un forte abbraccio