L’onda lunga del caso Neymar ha
coinvolto pur di striscio anche il pallone nostrano. E’ poco importa se a far
la voce grossa ora son i cinesi. Quel che conta, è che dopo anni di vacche
magre, e primitivi prestiti, il denaro è tornato a circolare nelle stanze che
conta dando al calciomercato italiano una connotazione mediatica impensabile
fino a pochi mesi fa.
Sia chiaro, nulla di clamoroso; quel che
basta a garantire la giusta altalena, l’effettivo pathos a un pallone che sino
all’anno scorso dopo pochi sminuzzati spezzatini già sapeva di muffa.
Stavolta non sarà così. Perché chi
doveva rafforzarsi per darsi un volto più europeo non l’ha fatto (la Juventus
su tutte) chi doveva recuperare qualcosa non potendo rivoluzionare reparti ha
conservato a dovere (Napoli a seguire), ritoccando il giusto (l’Inter a
sorpresa).
Certo ci sarebbe il Milan. Ma i tanti
cambi esigono giusti tempi e spazi ampi. Tranquilli. Li avranno tutti. Perché il calcio non è una
scienza esatta. Almeno fino al fischio d’inizio della prima giornata di
campionato. Almeno fino al termine di queste pagelle di mercato.
Buona lettura!!!
Atalanta 6.
Se nel calcio ci fosse davvero spazio
per le favole sarebbe bellissimo scrivere che la Dea ha tutto per confermarsi e
far bene anche quest’anno che c’è la Coppa Uefa (no ragazzi: Europa League
proprio non mi piace).
E invece no.
Ai ragazzi di Gasperini è mancato il
tempo di un effettivo consolidamento. Il mercato è arrivato prima togliendo
certezze (Conti, Kessie su tutti) e inserendo carneadi in fascia (Castagne), e
polmoni di ritorno al centro (De Roon) ;sulla trequarti la ciliegina slovena
Ilicic.
Proprio così male no di certo.
Però se ti sfilano dal mazzo Spinazzola
all’ultimo istante per un Laxalt ancora da venire , qualche incognita in
ottica Coppa – campionato c’è ed è inutile nasconderla.
Benevento 5,5.
L’entusiasmo di una neopromossa
meriterebbe la sufficienza d’ufficio.
Però, pur rilevando con piacere come la dirigenza
beneventina non si sia fatta invischiare
in chimere dal periglioso alone esotico puntando su nomi esperti (Costa in
difesa), e dal luminoso futuro (Cataldi
a centrocampo ) tutti italiani manca
tuttora qualcuno che possa assicurare punti e gol pesanti in area di rigore e
Coda proveniente dalla Salernitana, sembra solo il classico bomber di categoria . La B appunto.
Più di una serie una fine. Brutta.
Bologna 6.
Quando i soldi non fanno la felicità, ma
danno sicurezza t’adagi in poltrona e più dell’acqua non chiedi ti ritrovi di
sicuro a guardare il Bologna .
Una squadra gloriosa passata attraverso
stagioni nerissime che patron Joey
Saputo a forza di dollari e mozzarelle ha rimesso in piedi alla grande
garantendo sempre stagioni tranquille e oneste.
Fin troppo se in panchina hai un signore
che si chiama Roberto Donadoni .
Se vogliamo trovare un problema
sotto il cielo felsineo, è proprio questo;
L’annosa assenza di reali obiettivi
svacca l’esistenza e ammoscia qualsiasi libidine. Non può garantirla l’operaia geometria
di Poli, né il guizzo veterano di Palacio. Tranquilli: c’è sempre Destro a
rinverdire i prodromi di una sua effettiva rinascita.
C’è tempo però anche per questo portento
perché sarà salvezza comunque.
Cagliari 6.
Dopo i botti di l’anno scorso triste
questa estate blanda.
Andreolli e Cigarini non accendono stelle in
paradiso e lo strappo con Borriello lacera il cielo e ruba il sonno a un’isola
felice. Peccato.
Sarà comunque salvezza ma stavolta col
brivido.
Chievoverona 6.
Meno male che il Chievo c’è. A ricordare
che il calcio non è solo esose
plusvalenze economiche e misteriose
fidejussioni bancarie.
Meno male che il Chievo c’è a ricordarci che il calcio è sudore e
appartenenza. A insegnarla bomber di razza, è rimasto solo Sergio Pellissier.
Da quest’anno avrà accanto Pucciarelli .
Faran benissimo e Rolando Maran in panca
garanzia di successo.
Crotone 6.
Il diesse Ursino quest’anno ha fatto
mercato. Questa, dopo le difficoltà dello scorso anno, è già una notizia. Son
andati via Ferrari in difesa e Falcinelli in attacco. A rimpiazzarli l’albanese
Ajeti in difesa e soprattutto in attacco il mai troppo rimpianto bomber croato Budimir.
Niente male per un Crotone che quest’anno
ha tutte le carte in regola per salvarsi in fretta e con stile.
Interessanti in mezzo gli arrivi di Izco
e Mandragora. Il giusto mix di gioventù ed esperienza utile ad un tecnico come
Davide Nicola concreto e rampante. Come questo Crotone in effetti.
Fiorentina 5,5.
Dopo la lunga fuga estiva di tutti i big
della squadra, l’arrivo di Benassi e Simeone junior non può autorizzare voli
pindarici ad una squadra quasi tutta da ricostruire. Corvino ci sta mettendo
creatività e intuizione, ma augurare a Pioli una stagione serena è un azzardo.
Proprio come questa Fiorentina purtroppo.
Genoa 6.
Il Genoa è sempre un fascinoso mistero.
Il vizio estremo di cambiar tutto all’improvviso guasta l’anima e appanna la
vista ad una squadra che avrebbe tutto per sorprendere e stupire ma poi delude.
Quest’anno ha vinto la concretezza e
apparte i ritorni di Bertolacci e Centurion Lapadula assicura gol e profondità
in area di rigore.
Non in classifica però dove il Genoa
galleggerà tranquillo e sereno.
Hellas Verona 4.
Morto Romero il 16 luglio scorso, i
tifosi del Verona non meritavano un triste remake de La notte dei morti viventi del 1968.
Anche perché siamo nel 2017 e
presentarsi ai nastri di partenza del massimo campionato con i soli Caceres e
Cerci conciati rinforzi è condannarsi in partenza.
E’ questo non è un film bellezza. Fa
solo orrore.
Inter 7.
L’altra milanese ha speso di più
d’accordo. Questa ha comprato meglio comunque scegliendo ritocchi mirati e
giudiziosi.
Borja Valero al centro non l’ha nessuno
e Spalletti in panchina è garanzia di creatività e successo.
Motivare un sicuro partente come Perisic
un segno importante di cosa vuol dire avere un allenatore vero in panchina.
Se il giochetto riuscisse anche con
Jovetic pensare allo scudetto non sarebbe un azzardo. Anzi.
Juventus 7.
Non si può dar di più a una squadra che
in sede di mercato qualche cosa in più doveva farla per stare al passo delle
big europee.
De Sciglio, Matuidì, Bernardeschi e
Costa in un torneo al piccolo trotto fan bene, ma in Coppa non garantiscono
trionfi.
Era ed è, molto difficile migliorare
questa Juventus, ma indebolirla ancor di più. Incaponirsi nel non sostituire
Bonucci è da sciocchi. Farlo all’ultimo tuffo come una neopromossa qualsiasi,
da ritardati.
Così s’azzarda troppo e anche il dominio
domestico per la prima volta dopo sei anni è a rischio.
Lazio 6,5.
Leiva per Biglia e un trofeo in bacheca.
Non si fan scialacqui in casa Lotito ed è giusto così.
Soprattutto quando si ha un tecnico che
i rinforzi li porta da casa, li mette in campo e risolvono le partite (vedi
Murgia in Supercoppa).
Così vincere è più difficile. Ma che
gusto ragazzi.
Milan 8.
Non solo soldi ma anche qualità sulla
Milano rossonera.
Bonucci, Conti e Chalanoglu schiudono
traguardi insperati alla squadra di Montella.
Il fatto che l’elenco continui offre la
misura di quanto ci fosse da fare in casa del Diavolo .
Fassone e Mirabelli non si son tirati
indietro. Han speso tanto e bene. Vincere è quasi un obbligo.
Napoli 7,5.
La meraviglia partenopea avrebbe
meritato voti più altisonanti.
Aver tenuto tutti i big un capolavoro.
Non aver azzardato qualcosa in più in
sede di mercato nell’anno in cui la Juventus poltrisce l’unica pecca in un
altro anno da sballo.
Garantisce Maurizio Sarri.
Garantisce Maurizio Sarri.
Roma 6,
Nell’anno post – Totti un
ridimensionamento è dietro l’angolo. Monchi è una pezza di lusso ma lui in campo
non va.
Pellegrini in mezzo è un bel ritorno ma
per lo scudetto ci vuol altro e per Di Francesco sarà difficile tener sempre la
barra dritta e non aver (ancora) sostituito Salah una pecca decisiva in termini
di squadra e d’ambizioni.
Sampdoria 6.
Telenovela Schick a parte, aver venduto il
funambolico Muriel per Caprari qualche dubbio lo lascia. C’è Ramirez per
Fernndes ma tanto non sposta. Da seguire con attenzione anche in ottica azzurra
Ferrari per Skriniar.
Tante premesse che Giampaolo saprà di certo
svolgere con dovizia per un campionato senza infamia e senza lode.
Sassuolo 6,5.
L’orgoglio tutto italiano del Sassuolo
merita sempre qualcosa in più.
A incoraggiarlo quest’anno è giunto
Goldaniga difensore che in un ambiente più sereno del derelitto Palermo dello
scorso anno può far tanto e bene.
Via Defrel è tornato Falcinelli. Con
Berardi già promette scintille e una stagione alle spalle delle grandi per il Sassuolo non è utopia.
Spal 5,5 .
Lo ammetto: la compagine ferrarese mi è
simpatica. Sul mercato s’è mossa anche bene acquisendo l’esperienza di Felipe
in difesa e la classe di Viviani a centrocampo ma puntar tutto in avanti su
Paloschi che è un anno e mezzo che non segna è fantascientifico.
Da tenere assolutamente Antenucci che a
differenza di Coda del Benevento, per la A è prontissimo.
Torino 6,5
Il presidente Urbano Cairo dopo essersi
assicurato Giletti e Guzzanti per la 7, non ha lesinato neanche per il Toro e
cessione di Benassi a parte con Sirigu in porta, N’Koulou in difesa e Rincon a
centrocampo ha sicuramente migliorato i granata. Con Belotti ancora al centro
la Torino granata può vivere un anno da protagonista.
Udinese 6.
Dopo anni in chiaroscuro l’Udinese può
riscoprirsi grande. Scuffet in porta, Pezzella in difesa Berhami in mezzo e
Lasagna in avanti non potranno far rivivere i tempi delle Coppe in televisione
e i gol a grappoli di Di Natale ma possono schiudere orizzonti rosei.
Quelli di cui noi tutti (stragi spagnole
a parte e con la VAR in arrivo), abbiam bisogno in questo lungo intermezzo in
cui la vita, quella vera, ancora latita.
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