Hanno detto che Antonio è tornato in
città. L’hanno visto arrancare per le cavità del mattatoio dove ha sanguinato
per logorati decenni. L’hanno visto con una borsa dalla trama scura, un po’ sporca.
Con i fili che si perdono nei discorsi ancora da fare. Tombe corrucciate nel Segreto, persino le vecchie non
sdilinquiscono tanto sull’argomento. Ne parlano mute, come al cospetto di
un’apparizione in fondo attesa senza l’accento stridulo della calunnia. Mugolano
solo che è tornato in città e basta.
Qualcuno afferma che è stato in convento,
al seguito di una lubrica suora laica, per ripararsi dall’umana fatica e
respirare di nuovo. Qualcun altro sostiene che è tutta una balla. Che è stato a
Lecco, un impiego dietro le quinte per imparare la sofferenza. Ma ce lo vedete
Antonio che si mette a impastar altra piaga che non sia la sua ? Proprio lui
che preferisce stare in disparte anche quando avrebbe tutte le carte in regola
per ammutolire gli stolti che nelle controversie dall’occhio pigro vomitano Mughini da Campari, convincimenti abusivi.
Qualcuno dice s’acquatti calvo e barbuto su uno scalino nelle vicinanze.
Scrivere poesie su un notes scoperto. Per una donna, pare. Ma forse è solo una proiezione infante da serie
televisiva anni Ottanta. Un rantolo inverso d’asilo, di senso sfascio. Forse son
davvero solo echi di risulta e titoli di
libri da comprare il mese prossimo.
Qualcuno non si ammassa punto sul luogo,
dove è stato, ma, chissà perché, virgola avido su come diavolo è venuto. Si spera
che Antonio non si smarrisca nel rintracciare, al rientro, il luogo che ha
lasciato. Finirebbe per deprimersi e dover ammettere che il luogo non è più lo
stesso. E’ forse non è mai davvero stato. Perché stare, è pelle in continua
muta. E pure gli occhi si perdono come
biglie ingenue nella routine di uno spiazzo. E mentre gli dicono questo, non
sanno, che stanno assordando una nota fuori pasto.
Qualcuno, Antonio, dichiara di averlo
visto in un parco, all’ora in cui il sole d’estate comincia a scemare. Ché a lui lo sapete, non piace la ressa.
Contemplava la notte alta e fulva insinuarsi
lenta nei cavi erbivori. Pareva agognasse qualcosa. Forse braccava solo il
minimo pertugio utile a cristallizzare nella mente la luce tragica e funesta di
tutto quello che l’aveva portato via da lì.
Qualcuno riferisce che Antonio è
ripartito, che qui Antonio non poteva starci più. Che qui Antonio non c’è mai
venuto e che a volte è solo la voglia di un lieto fine a stroncare l’acre anonimato.
Qualcuno dice solo che Antonio è tornato
in città. Ed è solo questo che conta quando una storia in qualche modo
ricomincia.
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