Che un programma che si occupa esclusivamente
di assenze venga alla ribalta per un ritrovamento è strano; che si critichi
perche svolge alla perfezione il suo
ruolo di indagatore dell’umana realtà pur
nei suoi aspetti più cupi sopperendo, nella stragrande maggioranza dei casi,
alla miopia degli stessi inquirenti, è paradossale.
"Chi l'ha visto?",
trasmissione già spiona nel titolo, è in realtà un cazzotto dolente, occhi
pieni di lacrime che Federica Sciarelli, dopo trent’anni, ha imparato a tener
desti e colmi, senza che mai una stilla di pianto zuppi il macadam della pregiata RaiTre.
Da questo punto di vista -sotto il
profilo dell'etica, dell’accuratezza e dell’esattezza concettuale-, l'offerta è
giunta al suo meglio, con un profumo di noir che colloca lady Sciarelli tra una
sadica poliziotta americana e la più rassicurante Veronica Pivetti di Provaci
ancora prof!.
Mossa da irreprensibile devozione altruista,
intendo, la fulva Federica alberga saggia l'altra faccia dei congedi, ossia i
parenti -stretti o meno stretti- di chi troppe volte non torna a casa. E con la
forza di servizi rigorosi, e secchi, vincola il popolo a solidarizzare con gli ignoti
e il loro segreto: non più proprietà del loro animo inquieto ma concreto spartito in cui fare defluire
qualunque affanno.
Esemplare, in questo senso, per tempismo
e perfezione, è stato il tragico blitz sul caso Durini, ragazza leccese con morte ombrosa annessa e inveita deprecabile sotterra.
A portarla alla luce non è stata la
confessione di un reo assalito dai sensi di colpa; bensì l’incalzare della
cronaca di fronte a infelici frottole.
Piaccia o non piaccia, esalti o non
esalti, nessuno anche munito di adeguati plastici ha quest'abilità maieutica
nel lusingare l' ambiguità, nel rosolare a rogo pigro l’antropica cruna trasformandola
in cordiale sceneggiato.
Soltanto "Chi l'ha visto?", e
il suo alveare laborioso, fa volare e resistere nel tempo tante storie cupe. E a noi vili
ciabattini, sbaragliati dal sentimento, non resta che interrogarci
sull'abbondante percentuale di ascolto che queste ottusità antiquate conquistano.
Trionfo della pietà o cicaleccio per indifferenti?
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