Il livello del
calcio italiano ragazzi s’è alzato. Il volume degli affari conclusi anche. È
poi saran anche prestiti ma se indossano
la maglia della squadra del cuore poco importa.
Il mercato è gioia pura e
pur transitoria fa parte della vita.
Più bella quando vedi la
Juventus metter davanti CR7 tanto da inacidire ciò che fino a due estati fa era
merce pregiata.
Quel Gonzalo Higuain
andato a far la bella vita e tanti gol nel Milan resuscitato dai milanisti
Leonardo e Maldini chiamati a far risplendere quell’oro che i misteri della
Cina avevano fuso fuggendo alla chetichella in un sinistro cono d’ombra.
Dal quale son emersi
finalmente i cinesi interisti con un mercato sensato e potentissimo capace di
proiettare gli uomini di Spalletti ad antagonisti assoluti del dominio
bianconero.
Chi ha deluso e dovrà ripartire
daccapo è il Napoli.
Ancelotti è un
graditissimo ritorno ma il fantasma di Sarri ancora aleggia e sarà complicato
scacciarlo definitivamente.
Chi può spiccare il volo
è la Roma di Monchi. Profondità di campo e occhi rapaci ne han fatto un
autentico protagonista. I suoi non saran da meno.
Come tutte le altre
squadre in fondo. Tutte han fatto il massimo pur di restar aggrappate al sogno
SERIE A
Analizzare squadra per
squadra non potrà che far bene. Andiamo
a cominciare!
Atalanta 6,5
Gasperini si lamenta ma a
ben vedere non ne ha motivo.
È vero son andati via
Caldara, Cristante e Petagna ma Varnier, Pasalic e Zapata offrono comunque
ampie garanzie e un altro sogno europeo tutto da vivere. Da protagonista
ovviamente.
Da tener d’occhio Mancini
e Barrow.
E attenzione a Rigoni per
una Dea Bergamasca dal futuro sempre più florido e argentino.
Bologna 5.
Incomprensibile. Il
ritorno di Pippo Inzaghi in A meritava ben altra assistenza.
Skorupski, Danilo,
Mattiello, Falcinelli non compensano i tanti, troppi interrogativi che
circondano questa squadra.
Di sicuro lotterà senza i
tempi morti caratterizzanti la gestione Donadoni. Intendiamoci: ci son squadre peggiori,
ma sul mercato si doveva far di più.
Sarà comunque salvezza perché
Dzemaili e Palacio saran ancora
determinante e la voglia matta di Inzaghi di far bene farà la differenza.
Resuscitasse anche Destro
saremmo tutti felici.
Cagliari 6.
Ci ha preso gusto Giulini
con la Serie A.
Ogni anno stupisce i suoi
tifosi inserendo in squadra qualche vecchia gloria del calcio mondiale e in
tutti i casi se la cava sempre.
Tutto è cominciato con il
portoghese Bruno Alves per poi proseguire col l’olandese Van Der Wiel.
Quest’anno tocca al
croato Dario Srna mostrare come si vince a una squadra che ha acquisito anche
il dinamismo di Castro in mezzo e per 10 milioni di euro i gol di Cerri
Sau è rimasto. Joao Pedro
tornerà presto a garantire classe e salvezza a un Maran che a Verona in fondo,
ammaliato dalle grazie di Giulietta, s’era un po' perso.
Chievo 5,5.
Diciamolo senza pudore:
al suo posto ci doveva essere il Crotone.
Nell’estate in cui son
fallite Avellino, Bari, Cesena è un vizio di forma a tenere i clivensi in serie
A.
L’incertezza di categoria
ha frenato qualsiasi impeto spendaccione.
Solo alla fine son giunti
l’esperienza di Rossettini in difesa i e i muscoli di Obi a centrocampo.
Un po' poco per sperare
in una salvezza tranquilla.
D’Anna ha dalla sua un
gioco d’attacco che può esaltare il frizzante dinamismo di Giaccherini e la
voglia di mettersi in evidenza di Djordjevic annichilito dagli anni di
naftalina alla Lazio.
A lui il compito di
sostituire Inglese fuggito dal traffico di punte di Napoli per rigenerarsi
nella paciosa Parma.
Ha fatto bene. La periferia
pallonara è il suo regno.
Sarà così anche per il
desaparecido serbo in quel di Verona?
Il Chievo sarà ancora un
miracolo da cui trarre ispirazione e giovamento?
A Crotone c’è da
scommetterci sperano di no.
Empoli 5,5
Avessero acquisito un po'
d’esperienza in avanti, oltre al pur dotato La Gumina, il voto poteva esser più
alto.
Bene la difesa con Barba
Silvestre e Antonelli. In mezzo è rimasto Krunic insieme a Zajc chiamato a dar
qualità ad un attacco dove v’è ancora il solito Michedlidze ma forse non basta.
Andreazzoli in panca può
far bene e tanto sperare da un Caputo chiamato a sfatare il tabù di quanti vengono
dalla B.
Fiorentina 7.
Se credi in un progetto, non v’è bisogno di
stravolgerlo ogni anno.
A Firenze lo sanno e
infatti nell’intelaiatura che tanto bene s’è comportata l’anno scorso ha
apportato quei correttivi ideali a sognare in grande.
Mirallas e Pjaça son un
lusso che in pochi possono permettersi e Chiesa e Simeone già godono.
È tutta Firenze assieme a loro.
È tutta Firenze assieme a loro.
Astori da lassù sicuro
sorride.
Frosinone 6.
Sufficienza piena per il
coraggio di provarci davvero.
Poi assieme a una
pattuglia di mestieranti del pallone esotiche puntate dal passato glorioso e
qualche promessa non mantenuta dal carattere labile e futuro incerto.
Campbell dall’Arsenal su tutti.
La A è una serie che non
concede azzardi però.
A Moreno Longo dimostrare
che il Frosinone non è un fiasco.
La società c’è l’ha messa
tutta.
Genoa 6
nel solito labirinto
rossoblù difficile farsi largo con assolute certezze.
Accanto a uomini di
provata esperienza e graditi ritorni (Sandro, Criscito) autentiche scommesse
(Kouamè, Piatek) e una inclinazione esterofila forse esagerata per calibrare al
meglio le ambizioni del Grifone corroborate da un Favilli davvero scintillante
in precampionato.
A mister Ballardini
l’arduo compito e che sia rimasto Lapadula alla fine, non è un male.
Anzi.
Inter 8.
Si perché se la Juve può
contare sul migliore di tutti l’Inter intera ha una squadra pronta a tutto per
mettere in dubbio la cosa.
L’unica che può farlo
davvero con dovizia di licenza e cognizione di causa.
De Vrij, Vrsaliko,
l’eclettico Asamoah non son inferiori a Bonucci, Cancelo, Emre Can.
Se poi avanzi e ti
ritrovi Naingolan al centro e Politano e Keita in fascia Martinez può crescer
bene e Icardi esser felice re del gol.
Ricordando semmai c’è ne
fosse bisogno che CR7 non vuol dire vittoria sicura.
L’Inter in Coppa Campioni
v’è andata con un gol di Vecino.
Juventus 9, 5
Perché il 7 lo porta CR e
se poi sommi i 5 Palloni d’oro fai un numero che non esiste.
Tornando seri la squadra
v’è tutta e anche di più vincerà di sicuro
Epperò aver regalato
all’Inter la duttilità tattica del prezioso Asamoah per il misero e rotto
Spinazzola la cessione doppia di Caldara e Higuain ad un potenziale rivale e
l’indecente trattamento riservato a Marchisio fan riflettere e squarciano
ferino l’empireo bianconero.
Non si tratta così un
Principino.
Nemmeno di fronte al Re.
Nessun alla fine ci farà
caso, ma il rispetto conta.
Anche quando la vittoria
è certa.
Come in questo caso.
Lazio 6,5
E tutti a dire: ha tenuto
Immobile e Savic ma Acerbi non è De Vrij e Correa non ha i colpi di Anderson e
non è detto il miracolo si ripeta.
Badelj in mezzo è gran
cosa per una grande Lazio.
A Simone Inzaghi il
compito di farla grandissima.
Attenzione; non è
scontato.
Milan 7,5
Perché il Milan c’è alla grande
non solo per i regali altrui (Caldara, Higuain)
Reina, Laxalt Bakayoko e
Castillrjo son colpi che testimoniano serenità, competenza tecnica e una
posizione Champions assolutamente alla portata.
Gattuso se non perde la
testa può farcela.
Aver Maldini e Leonardo a
guardargli le spalle non può far altro che bene.
A tutti.
Napoli 6,5
Perché se porti Ancelotti
devi far di più dannazione.
Si sognavano Luiz, Vidal
Benzema
È tornato Maksimovic e
son arrivati Ruiz e Verdi buoni per carità ma non quelli che permettono il
salto di qualità capace di far la differenza.
Sarebbe bastato poco. È stato
fatto pochissimo.
È quell’Ospina raccattato
alla spicciolata in fil di sirena racconta meglio di qualunque altra cosa la
lentezza partenopea che ritrova Milik (evviva) ma Hamsik in regia non funziona
e un Kovacic in cabina sarebbe stato opportuno.
Ma si sa a De Laurentiis piacciono
Parenti e Vanzina non proprio dei campionissimi
Proprio come questo
Napoli che c’è ma fino a questo momento non s’è visto.
Ancelotti saprà trovarlo
di sicuro ma dovrà impegnarsi parecchio.
Parma 5,5
Non inganni quel Gervinho
all’ultimo istante
Il Parma soffrirà tanto.
Inter e Napoli han
regalato tanto alla causa parmense ma non basta a far la differenza.
Roma 7
Il dinamismo di Monchi è
ammirevole ma cambiar tanto non fa rima con scudetto o ulteriori sogni di
gloria
Quel Pastore relegato in
mediana poi, indispettisce tanto.
Un posto in Coppa c’è ma
non di più.
Sampdoria 5
Tonelli, Jankto, Saponara
Defrel non alimentano sogni di gloria.
Kownacki una buona
speranza, ma serviva di più.
Sassuolo 7
La provincia che la grana
c’è l’ha e non la nasconde.
Evviva.
L’autorevolezza con la
quale ha operato la società e ammirevole.
De Zerbi in panca
garanzia di creatività e successo e un posto UEFA non troppo lontano.
Spal 6.
Ovvero una
tranquilla
salvezza senza patemi ne bruschette di sofferenza negli occhi.
Doro, Missiroli e Petagna
i fiori all’occhiello di una campagna acquisti mirata e sostanziosa.
Viviani a centrocampo una
sciccheria inspiegabilmente trascurata dai grandi club.
Lazzari un turbo.
Torino 7 Izzo, Soriano e
Zaza sono gran cosa.
Ergo se Mazzarri e il
Toro non fanno il botto quest’anno mai più.
Belotti è rimasto anche
per quello.
Udinese 4
Venti milioni per
Mandragora e poi una esosa escursione pedatoria per l’universo mondo pallonaro partoriscono
una creatura ancora lontana dall’essere una squadra.
La presta eliminazione in
Coppa Italia contro il Benevento dice tutto sulla fragilità della compagine
friulana peraltro affidata ad un allenatore ispanico proveniente dalle secche
della serie B iberica.
Ma Guardiola non abita qui.
Stasera gioca Ronaldo e
questa Udinese rischia d’essere l’unica maglia bianconera a non sorridere
quest’anno.
Nessun commento:
Posta un commento