martedì 3 marzo 2015

La curiosa mutazione di Matteo Salvini



La pancia non ha memoria. Solo languori. Indi per cui ingurgita tutto quello che gli capita a tiro pur di rammollire vetusti appetiti.

E non assimila.

Non comprende che così facendo si ulcera lo stomaco di nuove zavorre, inediti cancri.

Il male del momento è Matteo Salvini, il quale, negli anni ha subito una curiosa mutazione.

Da Borghezio ad honorem è diventato un Grillo in pectore e un Del Debbio in maglietta.

Oggi raccatta paura e disperazione dispensando consigli e indirizzi .

Ieri si tappava il naso invocando scissioni e allontanamenti. Eppure ora è il vicino di tutti. Almeno quelli che hanno la memoria di un pesce rosso (quattro secondi), e vedono nero. Un colore greve in un paese liquido.

Dove tutto passa e nulla resta e la coerenza e la sincerità son parole da manifesto coatto e meschino.

Quanto denigrare la punta di uno stivale e ora pretenderlo ridente e compatto attorno al guru del momento.

E’ l’assurdo è che c’è pure chi gli va dietro.

Perché la vita è un mestiere difficile. Farsela spiegare una comoda illusione.

Perché l’inganno più grande è l’angoscia, è il Pifferaio magico non viene solo da Hamelin .

Può giungere anche da Milano e pazienza se fino a ieri minacciava saette sui meridionali.

L’Italia ha partorito Antonio Razzi e Domenico Scilipoti . Sta cullando Matteo Salvini a meno di un nuovo baleno.

Perché l’Italia va di lampi e il Sud nelle tempeste, si arrangia come può.

Si è adattata negli anni a Berlusconi, Fini, Casini, Vendola, Gasparri, Pannella. Buscando solo mazzate, non facendo più figli.  

No cari lettori. Gli ormoni non c’entrano nulla, gli ammortizzatori  sociali neanche. E’ solo colpa nostra.

 È questa, la cosa più grave.

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