Ma
si diciamolo senza remore e paure:
In
un’Italia terremotata e afflitta, questo Festival di Sanremo sottotono e
atterrito sta benissimo.
Sembra
quasi a dirla tutta, la necessità di apparire compiti e rispettosi
all’incalzare dei tragici eventi abbia smorzato la voglia di osare e divertirsi
dei conduttori prima e dei cantanti poi.
Partiti
in bianco e nero giunti a notte fonda, poco ha colorato la serata. E se i
migliori alla fine sono la coppia Cortellesi – Albanese e il redivivo ma sempre
prestante Ricky Martin icone del divertimento anni novanta qualcosa vorrà pur
dire.
Vuol
dire che la benzina è finita e il 2017 canterinamente parlando è lontano.
Non
può rappresentarlo lo sgolato e cardiopatico Al Bano né la rossa Fiorella che
forse in omaggio al cognome non s’è discostata molto da uno scontato inno orientato
alla consacrazione della retorica umana. Impantanata al solito nell’usuale fanghiglia
amorosa, la pletora cantante tutta di questa prima serata non sa offrire molto
altro di finite speranze al soldo di facili plausi sprovvisti però di
passaporto di gloria oltreoceano.
Metafora
ideale di una salvaguardata sensatezza sgorgante da un Crozza francamente
superfluo quando poi c’è Diletta a regger palco e spacco giusto nei contenuti
contraddittorio nei risultati se poi l’occhio assonnato dello spettatore dimentica
il messaggio forte e infilato nel pigiama stretto intravede tutto e vuole altro.
Un
po’ di futuro forse scrivendolo sommessamente ma neppure tanto. Non pervenuto al
momento se Conti e De Filippi gigioneggiano a centro palco cercando un’intesa distante
e incoraggiata solo da esigenze di copione. Minimale anch’esso se riesce a fare
a meno della scalinata e si sofferma sugli addominali di Bova. Anche lui
proveniente da un universo altro, non ha fatto molto per farsi ricordare. Come questa prima serata del Festival dopotutto richiamo MA BASTA BULLISMO escluso.
Suona
allora nefasto il “potremmo ritornare “di Ferro formidabile a distinguersi
dalla melassa notturna da solo è in compagnia della bambolosa Consoli (vi aspettavate scrivessi confortante eh?).
Dove
vien da chiedersi se ancora non siamo stati.
Non
nel 2017 di sicuro iersera.
E’
nel 2017 speranzoso e aitante d’altri mondi e pianeti questo è un problema.
Beh, non vedo soluzioni, perché effettivamente se è come dici, rispecchia in generale il periodo che viviamo.
RispondiEliminaMoz-
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RispondiEliminaIn effetti un Sanremo perfetto specchio dei tempi deprimenti che viviamo.
RispondiEliminaPure troppo... :)