La notizia bomba è che oggi,
dal teatrino biscione di Mediaset, è uscito un pensiero potente, e definitivo
anche, che in quanto tale -come a volte capita, anche nelle migliori famiglie-
non ha ottenuto il giusto riscontro.
Opportuno quindi,
riproporlo in serie per confondere il peccato e mutarlo in gratitudine e
innocenza.
Il riferimento e il caso
son gli ottanta anni di Silvio Berlusconi e il modo in cui Mediaset ha deciso
di onorarli. Dentature efficienti e ossessive floride di aneddoti e antenne. Di
una supremazia traditrice e corrente.
Il tema,
attenzione, non è da rubrica di Luciano Onder, bensì da fenomenologia della
politica, ormai sempre più slegata da una fisicità effettiva, e trasfigurata in
un tortino di auguri, sorrisi grati, trasposizioni televisive e suggestioni
virtuali in salsa varia e avariata.
Il corpo vero,
più o meno flaccido, più o meno sudato, più o meno impresentabile, quello di
qualche deputato o sottosegretario che incroci per strada o sul sedile accanto
del treno, è soltanto una protesi, un impiccio, uno strumento antico con cui
fare i conti in vista del tracollo. E questi conti, è palese, non importano più
a nessuno. Perché la vecchiaia assolve e un compleanno rabbonisce e guasta il
flusso spazio temporale annichilendo gioioso tutto. Quello che si dovrebbe dire
e genuflesso in un riverente inchino, pur sofferto improvviso soggiace al
gaudio generale.
Per questo, il
popolo più o meno della libertà non ha ancora mandato a casa il suo esausto
leader, fragile contenitore di acciacchi e follie. E sempre per questo, è
ostico per l'opposizione sostituirlo con un altro capo altrettanto evocativo.
La potenza di Berlusconi, il suo sulfureo totem, è, infatti, estraneo al corpo:
lo respiri nell'aria, nell'etere e nelle cose come un vizio da cui è difficile
guarire. Anche il rottamatore Renzi non ne è stato immune e i grillini l’han in
qualche modo subito pur a distanza.
Merito o
demerito, fate voi, della televisione e del suo figlioccio web, insuperabili
nell'esibire il falso.
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