mercoledì 25 maggio 2011

Un paese pulito

Mia madre mi diceva sempre di non bere, mio padre di non bere, mia nonna di non bere, mia zia di non bere. Io invece ho bevuto fino ai 24 anni, fumato Marlboro e letto i poeti francesi come fossero la parola di Gesù Cristo nostro Signore.
Ora invece che bevo solo acqua e aspiro il fumo degli altri posso dire che la mia famiglia si sbagliava. Di grosso.
Ma fatemi raccontare tutto dall’inizio.
Avevano cominciato a tappezzare il paese di manifesti assurdi e giganti, volevano rievocare e festeggiare  la morte di B…., uno dei tanti coglioni che avevano rovinato l’Italia.
Giravano in gruppo e distribuivano volantini, montavano palchi, urlavano al megafono; ora ne sono certo, la gente ha perso il gusto di parlare sottovoce, di stare in silenzio e riflettere.
Mi avvicino a due di loro, uno alto e con la faccia da primo della classe, l’altro basso e tarchiato. Bevevano birra a più non posso e fumavano dei disgustosi sigari toscani.
«Scusate, volevo sapere qualche informazione sulla vostra manifestazione.» domando sforzandomi di essere il più naturale possibile.
«Amico, è semplice. Noi vogliamo un paese pulito, libero dagli immigrati e dai punkabbestia!» mi dice quello alto. La sua faccia non mi esprimeva nulla, nemmeno le sue parole ma un po’ lo capivo.
Non è facile convivere con un tunisino che ti chiede l’elemosina e può rovinarti la passeggiata serale sul corso; i punkabbestia poi, non sono semplici da gestire, i loro cani potrebbero cacare sul vostro giardino all’inglese.
«Hai capito amico, noi vogliamo un paese PULITO!» mi ripete quello basso e tarchiato.
Sembravano ubriachi, sicuramente lo erano. Le feste politiche sono solo un modo come un altro per ingurgitare panini con salsiccia e litri di birra, con un leader di partito che ripete agli stupidi le stesse cose da anni mentre i poveri rimangono sempre più poveri e i ricchi ingrassano sulle loro spalle.
«Beh, se volete un paese più pulito, aumentate gli spazzini!» dico  loro con un sorriso forzato.
Non avevano capito la mia battuta, mi dispiace un sacco sprecare il mio umorismo con gente così.
Mi allontano in fretta da tutto quel frastuono, un camioncino che vendeva panini con la salsiccia mi attira a sè in maniera compulsiva. Ne mangio subito uno, guardo il cielo, una nuvola mi ricorda il grugno di Miss Piggy.
Per un attimo mi sono sentito felice.

2 commenti:

  1. Ci sono due cose che vi rendono intoccabili: l'alibi della fantasia, dell'invenzione e il fatto che questa è "casa" vostra. Ma sul cancello non leggo "CAVE CANEM", perciò entro e dico che l'immagine dei giovani (di destra), sopra data, potrebbe essere superficiale e leggera.
    militano accesi da fervore e passione politica; credono nel cambiamento e nel miglioramento del proprio Paese, della propria città. E allora, dimmi, cosa li differenzia dai giovani di sinistra?
    nessuna polemica, solo un confronto, sia ben chiaro!

    Atena Armirose

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  2. Grazie del commento Atena.
    Hai fatto bene ad entrare, non ci sarà nessun cane a morsicarti le chiappe, stai tranquilla.
    I giovani di destra sono come quelli di sinistra, vivono di utopie politiche e slogan gridati al vento.
    Per questo non mi piacciono e cerco di tenermi lontano sia dal braccio teso sia dal pugno chiuso.
    Preferisco stare isolato e guardarli con i miei occhi stanchi e miopi.
    E' la cosa migliore, credimi.

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