lunedì 5 febbraio 2018

La necessità di Linea Verticale

Non serve cari amici e distinti lettori. E’ inutile stuprare il vocabolario per ditare di “Linea Verticale”.
Qualcosa di apparente scontatezza catodica, ma che evolvendo da copione a programma, e poi da programma a emozione, ha ricordato a tutti ciò che in effetti siamo:
gente affacciata sul disagio, anche se spesso abile a non guardarlo in faccia. Anche chi, invece dovrebbe farci caso. Almeno. I medici forse.
Senza scambiarlo per pigro  vaso d’iter burocratico.

Per questo, a mano a mano che la storia correva, e si sommava il cumulo di sofferenze e problemi (come il Golgota maturo di un tumore al rene), mi sono detto che il mio scribacchiare è  un lavoro inutile.
Non serve  sottolineare l'efficacia -a tratti magistrale , nella recitazione- di  Greta Scarano e del suo volto da (ma)donna ottimista.
Non contava neanche rimarcare la sensibilità Mantegnesca di Valerio Mastrandrea paziente nell'anima dopo essere stato perfetto sconosciuto al cinema.
Niente, in fondo, ha rilevanza tra gli appunti presi.
Tranne una parola, scritta di getto e quanto mai in buona fede:

Necessità.
Perché quando è finito lo spettacolo, e Raitre è tornata a dedicarsi ad altro, questa è stata la sensazione istintiva:
«Ci voleva, "La linea verticale”.                                                                                       
Con tutta la sua laconicità, le sue ingenuità, il suo costante senso di scacco emotivo, la sua colonna sonora silente e tormentosa e quegli stacchi violenti in fin di puntata.
Era necessario, il lavoro di "Linea verticale", per ricordare due universi nascosti:
da un lato la sofferenza dei malati, e dall'altro la nevrosi di chi li cura quotidianamente. Con un’ironia sferzante e sardonica
Illuminata costante dallo Zamagna di turno. La cui luce, salva, riscatta, seduce una vita spesso senza risposte.
Sbattendo sullo schermo una Sanità non immune da colpe prodiga matrona pronta ad accudirci nonostante lo stress d’una vita balbettante il contrario.
E il bello è che a volte -anche se soltanto a volte- le cose stanno esattamente così:
positive, e incoraggianti tra i soliti inciampi mostri.


2 commenti:

  1. E io ancora non riesco a vedere questa serie, che col cast non ha badato a spese per quanto riguarda ottimi attori (Tirabassi, migliore in Italia, per me).

    Moz-

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  2. Strepitoso mTirabassi Miki! Ma è tutta la serie che è TOP!!!!!!

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