martedì 21 settembre 2010

Diversi


È una colpa essere “diversi” ?
È un peccato mortale - e non me ne vogliano i miei amici lettori – identificarsi con un personaggio di una serie televisiva (diciamo il Dr Cox di Scrubs ) per apparire agli occhi della gente un po’ più cinico e bastardo di quello che sono?
È così grave essere spontanei con gli amici, fare battute anche spinte e usare un linguaggio non proprio da “ Accademia della Crusca” ?
Me lo chiedo perché proprio in questi giorni una bambina tutta ghiaccio e puzza sotto il naso, una perfetta figlia di quella borghesia che ho sempre contestato e odiato, mi ha respinto con la scusa patetica del “ siamo diversi” e del “ non sono innamorata mi dispiace” (prova ad usare un po’ più il cuore e meno la testa ma questo è un altro discorso ).
Se chi ha fatto il mondo – Dio, Buddha, Krishna o Superman - ci voleva del male, allora ci creava tutti uguali, biondi ricchi e massoni.
Io penso invece che chi ci ha messo al mondo si voleva divertire creando questo puzzle di culture e di popoli “ diversi “ per colore della pelle religione e modo di fare.
Ha ragione la mia bambina dalle borse firmate, siamo diversi e non c’è bisogno di scomodare Darwin e la sua teoria dell’evoluzione per scoprirlo.
Due persone , due mondi davvero diversi che all’inizio ci univa e le piaceva, forse perché voleva giocare a fare la crocerossina con l’orso scontroso che aveva davanti.
E c’è riuscita benissimo perché in pochi mesi è riuscita a farmi cambiare , a farmi dire e fare cose inimmaginabili.
È stata brava la mia bambina a girarmi e rivoltarmi come una frittata , a giocare con i miei sentimenti come fossero pezzi del Domino.
Non posso dire di aver fatto la stessa cosa con lei, non sono mai riuscito a sbrinare il mio frigo figuriamoci se riesco a scongelare il cuore di una ragazza.

L'autunno - Vivaldi

Curiose epidemie autunnali: l'invasione dei PCS


Oggi è il primo giorno d'autunno. Guardo fuori dalla finestra. Non ci sono dubbi. Le foglie cadono ancora incurvandosi e inchinandosi al passare del tempo. Ma al mondo non ci sono solo foglie. Purtroppo ci sono anche gli esseri umani. Alcuni non troppo da esserlo davvero altri pure troppo purtroppo. Quando il tempo era una villa con piscina e non come adesso un'acciuga tra un succo al mirtillo e o mela verde è una fetta biscottata agguantata al volo prima di partire per un lungo viaggio (ahimè l'ho sempre detto di non scrivere nulla con la radio accesa)... per me questo mese significava ritornare in palestra a sudare sotto il neon che sembrava essere lì pronto a regalarti gioie impossibili da provare qui sulla Terra: e invece niente. Come tutte le illusioni essa era ingannevole e non durava poi così tanto da lasciarti l’impressione che quell’attimo dapprima cosi vicino, non fosse solo un momento non vissuto. Uno dei tanti. Sia come sia ,con l’esperienza acquisita in questi anni, tra pesi e addominali vari,( a spizzichi e mozzichi con questo fanno 15), ho imparato che settembre se da un lato fa ingiallire le foglie degli alberi, dall’altro fa nascere una categoria di persone assai stramba, e per questo degna d’attenzione, Sto parlando dei Pantaloni Corti Sempreverdi, (che siccome il nome è troppo lungo, e non vorrei avere morti sulla coscienza, fin d’ora chiameremo più semplicemente PCS. I ringraziamenti a dopo prego) per i quali, con l’arrivo dell' autunno inizia il periodo più bello dell’anno: possono raccontare ciò che hanno fatto d’estate senza testimoni, il che non guasta e programmare quanto (non ) faranno d’autunno. Pare già di sentirli, negli uffici, mentre spiegano quale cambio hanno usato, quanti punti hanno fatto, come hanno superato discese, salite, pendii, resistenze della moglie. La vanità sportiva ha sostituito la boria sessuale. Le mogli dei PCS sagge trentenni con figli, testa e zaini sulle spalle, ormai non si preoccupano più delle scappatelle. Queste nuove “regine del focolare domestico” hanno ormai acquisito insieme alla parità, preoccupazioni postmoderne: per loro oggi, una mountain bike è più tenuta di una procace ventenne. Il cuore del marito, oggi, rischia soprattutto in salita anziché in orizzontale. Io ne conosco (e visti) molti di questi “pantaloni corti sempreverdi”.Questo mi ha consentito di farmi un idea ritengo abbastanza valida sul problema. Ve la spiego. Con gli anni mi sono convinto che non è machismo quello che spinge tale generazione a lanciarsi in eccessi sportivi sotto gli occhi pazienti dei figli, che non hanno mai visto tanta foga fuori dei cartoni animati. Non è neppure una questione di moda. Battersi con un windsurf che non vuole andar dritto è uno sforzo omerico, e le mode dilagano in Italia soltanto quando non richiedono fatica (pensate al movimento punk: a nessuno di noi e mai venuto in mente di bucarsi il naso con una spilla da balia. Abbiamo invece puntato con decisione sulla tintura dei capelli, attività notoriamente indolore). Ciò che spinge il PCS è misterioso. E’ un miscuglio di salutismo, nostalgia e cupa determinazione. Siamo di fronte ad una generazione che in gioventù ha corso dovunque, sceso pendii e risalito spalliere, mulinato mazze e racchette, picchiato, tirato, acchiappato e colpito palle d’ogni dimensione. Tornare a fare queste cose è una piccola gioia (se ci si riesce) una sfida (se non ci si riesce più. Altrimenti ci s’infila nel tunnel delle parole crociate giocandole male e combinandole peggio). Per evitare problemi cari parenti e amici dei PCS, mi corre l’obbligo dirvi di prestare massima attenzione ai primi, inquietanti segnali di PCS. Dopo, è difficile intervenire. Si comincia, di solito, con la Scoperta, che avviene su una bilancia o davanti allo specchio (mai avvicinare i due strumenti: scoprirsi panciuti e sovrappeso è letale). Il PCS annuncia, in quel momento, che riprenderà “a fare sport”. Notate la genericità del proposito. “Fare sport”, senza indicare quale. Un giorno, siamo alla fase due, ricompaiono le scarpe da ginnastica (vecchio modello Adidas del 1995, tirate come la faccia di certe signore in tv, scegliete voi quale. Io punto su Raffaella Carrà, a proposito, qualcuno ha mai contato i suoi fagioli? Io ci ho provato, quello che poi sono diventato è il risultato di questa insana passione, e siccome il risultato attuale non è granché mi raccomando: per il vostro bene non fatelo mai! ). Il PCS, sotto lo sguardo costernato della moglie, parte al galoppo, ma è già al trotto alla prima curva. Come torna, care amiche, credo lo sappiate. La fase tre riguarda la scelta dello sport. Elencherò ora alcune tra le discipline più popolari, indicando tra parentesi, le conseguenze più comuni alcune sperimentate altre raccontate: tennis (tendinite), pesi in palestra (stiramento), calcio (contusioni), motociclismo (mal di gola), basket (palla in faccia). Uno sport tra i tanti, però si salva: è il nuoto. Sì proprio lui, il nuoto, uno sport notoriamente benefico: bisogna farlo, però, e non limitarsi a guardare l’acqua. La bicicletta, infine, permette bluff mirabili chi va a controllare il contachilometri? C’è solo un problema: può ridurre un affermato manager a vestirsi come Arlecchino e camminare come Charlot. Quando lo vedrete passare, salutatelo, ma permettete che vi dia un consiglio: non chiedetegli di rispondere. C’è chi ha alzato un braccio, ed è rimasto in quella posizione per un mese.

sabato 11 settembre 2010

L'11 settembre e l'inevitabile valzer dei luoghi comuni


Devo far presto. Prima che gli opinionisti di turno si scatenino sull'argomento.
Sono passati 9 anni da quell'11 settembre ed è il caso di preoccuparsi. Non già del pericolo di nuovi attacchi ma per la recrudescenza di un fenomeno che in questi casi e in queste date, raggiunge il suo inquietante acme: la retorica e tutto il carrozzone di luoghi comuni che, giova ricordarlo, sono come gli escrementi: più tenti di evitarli più ci caschi dentro. Senza trovare fortuna purtroppo. Semmai invece dimostrando che noi uomini moderni possediamo una dose straordinaria di pigrizia che ci spinge ad attaccarci allo stretto manico del già detto piuttosto che andare a vedere che cosa c'è dopo, oltre, dentro le cose, i fatti, la vita.
Non ho ancora acceso il televisore. Ma ne sono certo: qualcuno ne troverò di questi tuttologi in giacca e cravata dall'espressione perennemente accigliata e la bocca pronta a dire solo sciocchezze. Ci vorrebbe un'unita speciale che impedisse agli esseri umani di dire fesserie ma temo che non si istituirà mai. Sarebbe un'assunzione di responsabilità troppo grande da parte loro. Per cui oggi non avrò scampo: ascolterò precisazioni irritanti, paragoni offensivi, condanne senza appello della politica americana. In ordine sparso. Così senza badare alle porzioni e alla quantità. Il mondo tanto è pieno di obesi. Sia chiaro non è mia intenzione difendere ne attaccar nessuno. Quello che l'America ha fatto in Afghanistan è stato mostruoso,inutile e crudele. Scegliete un'aggettivo. Ne avete tre a disposizione.
Non c'è bisogno di saccheggiare il dizionario per definire invece, l'11 settembre. Incocepibile, assurdo e mostruoso. Anche dal punto di vista televisivo purtroppo.
Nove anni è un ragazzino di quarta elementari con 4000 amici su Facebook, una decina di indirizzi e - mail, un mega profilo su My Space e piccoli turbamenti di cuore per una ragazzina che un giorno gli sorride e l'altro no.
Come spiegare l'11 settembre a un ragazzino di nove anni? Non lo so. Sono convinto che se ci provassi lui penserebbe che si tratti di un film, di una cosa inventata e non escludo che ci sia qualcuno anche più grande, che lo pensi davvero.
E' invece è accaduto sul serio. L'ostentazione dell'onnipotenza che spaventa tutti i regimi arabi, ha generato la reazione e la reazione ha generato l'attacco. L'attacco ha prodotto due risultati che secondo me gli attentatori non avevano previsto: (o almeno, uno sicuramente no), l'uno chiaro, lampante diretto è l'attacco delle Torri Gemelle l'altro, la crisi dei rapporti tra l'America e il resto del mondo. L'Europa in particolare.
La prima questione la lascio agli opinonisti di cui sopra e ai politologi io vorrei tentar di parlare dei pregiudizi che rovinano i rapporti d'amicizia, di lavoro, d'amore e anche collaborazioni (America Resto del Mondo in generale, Europa in particolare), decisive per le sorti del pianeta. Di chi è la colpa in questi casi? Facile: di tutti e due, di tutti quanti.
Loro (gli americani), sono presuntuosi, ignoranti e disinformati e hanno in sè lo spirito di Narciso: non hanno bisogno di nessuno e sanno rigenerarsi continuamente. Come le lucertole.
Questa spocchia mascherata d'autorità, riduce il resto del mondo (l'Europa in particolare), ad un parco giochi di periferia pieno di attrazioni interessanti: l'Inghilterra e la nonna paziente con problemi di meteorismo, la Francia il giardino dei ladri irriguardosi (ci hanno rubato la Gioconda, Monica Bellucci, Carla Bruni), la Germania la fumosa birreria. E noi? Un centro bessere dove allenare la propria sensibilità. Ma proprio tutte le sensibilità. Anche quelle meno nobili. (Capisc'iamme).
Per capirlo basta guardare alcune pubblicità o ascoltare qualche discorso del Cavaliere: piene d'assurde e fasulle suggestioni di straordinaria potenza e acclarata rispettabilità del tutto risibili e approsimativi (anche grammaticalmente).
Occorre esser onesti però. Almeno qui. Almeno tra noi. Il resto dell'Europa commette nei confronti dell'America altri errori non meno gravi e bisognosi di correzione. Ne abbiamo di tante e per tutti i gusti: la gelosia inglese, l'analiticità francese, l'adorazione tedesca e l'odio - amore italiano. Fateci caso: Guardatevi dentro; scoprirete che è proprio così. Quanti di voi vogliono andare in America? Quanti di voi da piccoli non hanno pensato almeno una volta "Voglio andare in America?" L'America è amata di un'amore pazzesco da piccoli e odiata di un' odio puerile da grandi.
Eppure basterebbe poco per uscire dal luogo comune e trovare un punto d'equilibrio.
Basterebbe pensare a tutti quelli (anche italiani), che hanno costruito l'America e l'hanno aiutata a diventare quella che è : un puzzle composto da tanti piccoli pezzi d'altre nazioni saldate in un'unica corazza.
Ma dobbiamo riconoscerlo: il luogo comune ha una maggior presa sulle masse e omonogeizza i concetti trasformandoli in preconcetti e cristallizzandoli in pregiudizi. Duri a morire quelli come Bruce Willis e le lucertole.
E quindi vai col valzer dei luoghi comuni che ci spinge a guardare l'America con supponenza e arroganza, servilismo e ipocrisia.
Accerchiati tra quelli che li considerano rumorosi elefanti e quelli che li ritengono spacconi ignoranti una persona normale non sa decidersi.
Deve documentarsi ma le nefandezze di Bush junior appena mitigate dall'evangelico Obama non possono confondersi con lo spirito di una Nazione di cui il mondo ha ancora bisogno.
Questo i professionisti del luogo comune stasera lo diranno. Me lo sento. Ma sono contento lo stesso. Perchè a volte, anche le tartarughe giocano d'anticipo.

mercoledì 8 settembre 2010

Fratelli per sempre



Le persone sono isole. Ma poichè è assurdo pensare d'essere del tutto autonomi, per non morire di nulla abbiamo bisogno degli altri.

Ci sono isole in tutti i mari, in tutti i laghi in tutti i luoghi e per tutti i gusti. (Scanu docet).

Ci sono quelle fredde ostili ed inospitali che non vorrei abitare nemmeno se fossi l'ultimo abitante sulla faccia dela Terra. Quelle che preferisco, che mi attirano e di cui non posso fare a meno sono quelle che quando le osservo trovo un pò di me, e se le riguardo scopro qualcosa di me che prima non c'era e mi piace.

Per acquistare il biglietto di queste prime visioni ho attraversato molti cinema vuoti dove a pensarci bene nemmeno un gatto e un topo si sarebbero dati appuntamento e neanche gli innamorati più infoiati avrebbero sprecato una stilla del loro nudo sentimento.

Il tempo degli innamorati è troppo breve per sprecarlo nei peggiori bar di Caracas.

Da cosa si riconosce un'isola vi chiederete. Semplice.

Il pregio di un'isola sta nella disarmante umiltà delle sue braccia aperte.

Nel suo accoglierti per intero senza scremarti nè chiederti nulla. Sono isole piene d'amore, Anche se non lo sanno e lo nascondono dietro degli enormi occhialoni neri è un'aria indifferente a tutto e a tutti. Un pò come il mio Biagio. Fratelli per sempre noi due.

Una delle poche persone che se per qualche motivo dovessi abbandonare questa vita ed i progetti e i sogni ad essa correlati son sicuro mi mancherà...

venerdì 3 settembre 2010

Non mi resta che piangere


Se c'è una cosa che proprio non riesco a digerire – a parte l'aglio e la separazione degli Oasis – è vedere dei damerini in giacca e cravatta organizzare con la scusa patetica e ridicola della beneficenza orribili cene per poi farsi fotografare sempre sorridenti e viscidi manco avessero un cactus piantato tra le chiappe.

Benvenuti al Rotaract, benvenuti nel mondo del “ passaggio delle consegne” e dei diplomi dati alle personalità che si sono distinte nei vari campi.

Figliocci dei più potenti piduisti - di cui condividono gli ideali e il cerimoniale – sono sempre pronti sul parterre della società a spartirsi la loro fetta di torta.

Medici avvocati ingegneri politici studenti: tutti vogliono far parte di questo club dove il futuro è assicurato.

Sono stato tesserato al PDCI per molti anni e , dite quello che volete sul comunismo, ma nella mia sezione mi hanno insegnato molte cose.

Mi hanno fatto capire che la beneficenza si fa tra le persone, che il lavoro è una risorsa fondamentale, che lo sciopero è un diritto , che bisogna rispettare chi è diverso da noi.

E mentre l'altra sera regalavo le caramelle agli zingari davanti al tabacchino dove ho lavorato ,( ma non voglio passare per un santo, ho anche io i miei difetti ) pensavo che proprio uno di questi pinguini rotariani mi ha portato via la cosa a cui tenevo di più negli ultimi tempi.

E a me non resta che piangere.