venerdì 28 dicembre 2018

In mezzo il sangue scorre ancora


In questo mare di sangue strepitante d’orrore, persino il cielo è l’argilla delle nostre infinite crepe.
Nulla accomoda lamenti e gridi raspanti la gola dei rimorsi.
Sentire che possono accadere le cose e che certe cose non deb
bono avvenire più assolve le carni da quest’abisso di sole in agguato.
Fuori da queste feste sfinite al midollo, però, v’è una luce che mai e poi mai la luce potrà darci;
dove muore la carne d’un bacio, lo spacco del silenzio cuce le labbra nell’istante del dire la voglia d’una rosa che si slabbra sulla pelle scassinando ogni cicatrice che s’inghiotte per amore d’uno scialo infante ch’assidua ventotto uomini a correr dietro una palla.
In mezzo il sangue scorre ancora e nessuno straccio di normativa potrà permettere d’arrestarlo;
Daniele aveva 35 anni e due figli ch’anno perso il padre sulla rena d’una ruggine senza morso che è il balocco di tutti in fondo, pur senza canditi;
ha molti nomi in compenso: come s’addice alle cose che una volta, erano importanti;
Lo chiamano malcostume, mondo, società.
È una laguna ch’inghiotte raggi invece:
pare una bocca e mai si sfama: le vene aggrovigliate nel lenzuolo livido d’una chiazza di carne occultante il seme dell’innocenza crepato di strepiti.
Sbocci su tutto l’orlo della pena invece di ragli Salvini al coraggio assente.


lunedì 24 dicembre 2018

Scrooge contemporaneo

Istante già tardo di rimbrotto
M’offro al passo del mio scheletro
Perché uno spiffero è in fondo un rinculo
Che s’empie soltanto...
Senza nulla di vivo
Da restituire sul retro.