Stiracchiarsi
nel sopore pomeridiano
respirando lungo
nel limbo annebbiato
del tempo
strizzando l'occhio
all'istinto
intrappolato
nelle correnti ascensionali
del momento,
delicato filo D'Arianna
di un'anima smarrita
nel labirinto
egocentrico
dell'umano.
Pur cosi'
ci si libera
dalle assurde
catene del cuore.
Ma quant'e' dolce
la tagliola del sentimento.
Quasi un feto stretto
nello sforzo della prima luce
quando nel novello vagito
risiede tutto l'orrore
di uno strappo
alieno
da qualsiasi rammendo.
Cosi 'autentico e puro
che ancora lo ricordo .
domenica 8 settembre 2013
mercoledì 4 settembre 2013
Una inattesa eclisse
Scrivo perche' non so fare altro.
Per estrarre dalla vita quello che lei mi ha preso.
Forse tolto.
Quando da piccolo vedevo la gente abbracciarsi intuivo lo facesse solo per soffocare in qualche modo la propria disperazione.
Sgomento da tale scoperta mi son eclissato.
E le poche volte che ho sorriso e per distrarre l'inquietudine che mi insegue da sempre.
Un'inattesa eclisse.
Questo son stato e questo sono.
Uno che non doveva esserci e chissa' come e' apparso.
Ho provato a saldarmi al terreno.
Ma tutto cio che e' rimasto e tutto cio che sono mi sembrano le spoglie di un disadatta
to cui e' stato proibito persino di respirare.
Tutto e' opaco fuori e nesssuno mi regala un'alba dove specchiarmi e sperare in un giorno migliore.
Il buio mi assorbe.
Forse gli piace vincere facile col Nulla.
Per estrarre dalla vita quello che lei mi ha preso.
Forse tolto.
Quando da piccolo vedevo la gente abbracciarsi intuivo lo facesse solo per soffocare in qualche modo la propria disperazione.
Sgomento da tale scoperta mi son eclissato.
E le poche volte che ho sorriso e per distrarre l'inquietudine che mi insegue da sempre.
Un'inattesa eclisse.
Questo son stato e questo sono.
Uno che non doveva esserci e chissa' come e' apparso.
Ho provato a saldarmi al terreno.
Ma tutto cio che e' rimasto e tutto cio che sono mi sembrano le spoglie di un disadatta
to cui e' stato proibito persino di respirare.
Tutto e' opaco fuori e nesssuno mi regala un'alba dove specchiarmi e sperare in un giorno migliore.
Il buio mi assorbe.
Forse gli piace vincere facile col Nulla.
Occhi ciechi d'ali e di paradiso
Ci son mattine
in cui
per
una carezza
mi
venderei
intero.
Ma rapida
scende
la sera
sul
sopore
pomeridiano
e
l'ombra
di una
grigia
solitudine
si dipana
nei miei
occhi
ciechi d'ali
e
di
paradiso.
in cui
per
una carezza
mi
venderei
intero.
Ma rapida
scende
la sera
sul
sopore
pomeridiano
e
l'ombra
di una
grigia
solitudine
si dipana
nei miei
occhi
ciechi d'ali
e
di
paradiso.
martedì 3 settembre 2013
Le pareti della mia stanza sanno gia' d'autunno
Le
pareti della mia stanza sanno gia' d'autunno
e'
la mia barba non basta a farmi da sciarpa.
Fuori,
dalla finestra,
Fuori,
dalla finestra,
cirri
birbanti, appaltano le colline
annunciando
una piovigginosa guerra .
Bisogna
sbrigarsi a far la spesa
prima
che il traffico dell'ora di punta
narcotizzi
i sensi
suscitando
inutili mancanze.
I
rumori della cucina deturpano
il
silenzio immacolato del corridoio.
Intanto
sulla
spoglia riva
a
poco, a poco,
i
ragazzi delle collanine
battono in ritirata,
lasciando
sulla sabbia bagnata,
ai
gatti voraci
i
loro umidi vuoti
disseminati
sotto
la panchina
di un treno
che non parte ormai da secoli.
Paure
arenate
tornano ad atterrire
come spaventapasseri
campi
di grano
dove non cresce piu' l'erba.
Ed
io col cuore sferzato dalla pioggia
e
battuto dal vento
tosto
insisto
alla
fioca luce della sera
nella
dura ricerca
di
una dorata plaga
dove
poter lasciar traccia di me
a
chi verra' dopo.
Non
chiedo tanto
e
questo spero:
un
volto amico
e
due versi
che
mi ricordino
per
sempre
vivo
e
pur nella tempesta
sappiano di sole.
domenica 1 settembre 2013
Settembre e' ormai giunto
Settembre
e' ormai giunto
e
'il giardino gia' smoccola amaro
privato
del garrulo stridere delle cicale
e
il
sorriso giocondo dei fiori.
Corrucciato
e stanco ,
il
sole si ritira presto
nell aspro incavo delle montagne,
nell aspro incavo delle montagne,
scoprendo
davanzali
nudi
di vita.
Restano
sull'asfalto
templi
di cocci rotti, steli divelti
di sogni infranti,
di sogni infranti,
e
il vento che sferza la pianura
gia
sa d'estremi sonni
reclini doni
reclini doni
di
una indecisa estate.
Nel
sicuro diporto
di
un certo trapasso,
avanzo a tentoni
nel
procelloso mare
dell'esistenza
come
minuta foglia
che
rotola lontana
sul
derma remoto
della
vita.
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