mercoledì 26 luglio 2017

Quattro anni sai

Il 26 luglio, ridà
orfana chiusa, piano
un versante, rilievo
di parte, finora
inutile,
ma possente come una roccia,
scaltrita punta;
che intensa smania
di star qui ancora,

daino lambisco dal tratto morbido,
come fosse casa questo lasso inverno,
di sonni koala l’occhio lesso,
di mendicanti ogni giorno un piattino d’oblio fumo,
delucidato  con i gomiti, le palme delle mani e le dita,
di muso empireo,
testando beatitudini
da asceta classico.
Quattro anni  sai, han infiorato una giungla, dai ridondanti,
esiti.
Ignavo ai posteri,
traino onusto peso,
ratto grifo dal limo pantano.
Amabile brenna degli avi,


convogliati alla rinfusa
filando al fine,
di capi al vento.