lunedì 28 aprile 2014
sabato 26 aprile 2014
Vincoli che non trattengo
Stendo ricordi
Medito volti
Divoro parole
Decifro correnti
Narcotizzo traumi
Stendo
Stendo
Stendo
Stendo
Divoro
Vincoli che non trattengo
Stendo
Divoro
Dove sono?
Dove sono?
venerdì 25 aprile 2014
25 Aprile
ROBERTO ROVERSI
IL TEDESCO IMPERATORE
X. La piazza è in festa
Carri armati posanosotto gli alberi, i negri
ridono, stendono le mani,
la gente nelle vie,
tutte le finestre al sole.
Giorno sacro d'aprile. Alti vocianti
feroci uomini nuovi.
“È finita la guerra”, questo
il popolo grida; gli anni si frantumano,
un mondo nuovo affiora ribollendo
dalle schiuma aspra del dolore.
La piazza bianca di calce, bianca nell'aria d'aprile,
tacque; un uomo apparve sul palco,
parlò poche parole aprendo
la nuova storia.
(da Dopo Campoformio. Poemetti, Feltrinelli, 1962)
mercoledì 23 aprile 2014
Stormi di rondini in volo perenne
Dato in pasto al calendario l'ennesimo obolo di vanagloria camuffata in cortesia, ritorno qui in questo luogo divenuto sempre piu' centrale per me per quel po' di libera neutralita' che concede l'immensita' di uno spazio bianco.
In questi tempi in cui l'Autenticita' Artificiale domina incontrastata, mi accorgo di quanto la scrittura sia il fermaglio del Tempo e le parole la colla della Vita.
Alt !So bene, che quelle le porta via il vento, ma qui in soliloquio bianco immerse... sogno... e diventano per me stormi di rondini in volo perenne verso paesi caldi che non vedo ma sento grazie al calore dei vostri click in costante aumento... Grazie...!
In questi tempi in cui l'Autenticita' Artificiale domina incontrastata, mi accorgo di quanto la scrittura sia il fermaglio del Tempo e le parole la colla della Vita.
Alt !So bene, che quelle le porta via il vento, ma qui in soliloquio bianco immerse... sogno... e diventano per me stormi di rondini in volo perenne verso paesi caldi che non vedo ma sento grazie al calore dei vostri click in costante aumento... Grazie...!
domenica 20 aprile 2014
Vi auguro di cuore Buona Pasqua!!!
A tutti i lettori di questo blog, e semplici passanti dei sentieri del web, i piu' sentiti auguri di Buona Pasqua!!!
(Sperando la colomba non ci festeggi in testa!!!!!!!!!!!!)...
(Sperando la colomba non ci festeggi in testa!!!!!!!!!!!!)...
venerdì 18 aprile 2014
giovedì 17 aprile 2014
Volubile infinito di raffiche
Volubile infinito di raffiche
Di lampi d’ore senza colore
di esausti
moti, di fasto di nuvole:
un istante ed ecco
alterate
sfavillano le forme, vacillano millenni.
E l’arco della porta china e
il gradino frusto
Di smisurati inverni,
mito sono
mito sono
nel repentino splendere del sole d’aprile.
mercoledì 16 aprile 2014
Toni Servillo? Piu' che un attore italiano una maschera italiota
Dopo
aver visto " E stato il figlio" film del 2012 di Cipri e Maresco, ne son
piu' che convinto: Toni Servillo non e' un buon attore ital
iano, ma un'eccezionale maschera italiota. Al pari di Tiberio Murgia, Sandro Ghiani, Jimmi il Fenomeno.
A loro, nessuno dara' e ha dato un Oscar.
Forse perche' hanno avuto il buon gusto di non pretendere troppo da se stessi, spremendo all'inverosimile il loro status.
Un po' come sta accadendo in altri campi e altre storie, a Matteo Renzi e Roberto Saviano. Approdati al molo di imitatori di se stessi, consapevoli d'essere ormai piu' delle utilitarie del luogo comune, che delle fuoriserie del cambiamento, vanno sul sicuro mettendo in bocca a folle adoranti, proprio la pastiglia di cui hanno bisogno.
Il buon Servillo, attraverso Jep Gambardella, credo diventera' in automatico, il vessillo di una decadenza ancora in ascesa che rende culturale cio' che e' solo kitsch e prossimo alla pensione,
Roba buona per Neri Parenti e Maria de Filippi che con il kitsch e i pensionati ci campano ormai da anni e chissa' quando smetteranno...
iano, ma un'eccezionale maschera italiota. Al pari di Tiberio Murgia, Sandro Ghiani, Jimmi il Fenomeno.
A loro, nessuno dara' e ha dato un Oscar.
Forse perche' hanno avuto il buon gusto di non pretendere troppo da se stessi, spremendo all'inverosimile il loro status.
Un po' come sta accadendo in altri campi e altre storie, a Matteo Renzi e Roberto Saviano. Approdati al molo di imitatori di se stessi, consapevoli d'essere ormai piu' delle utilitarie del luogo comune, che delle fuoriserie del cambiamento, vanno sul sicuro mettendo in bocca a folle adoranti, proprio la pastiglia di cui hanno bisogno.
Il buon Servillo, attraverso Jep Gambardella, credo diventera' in automatico, il vessillo di una decadenza ancora in ascesa che rende culturale cio' che e' solo kitsch e prossimo alla pensione,
Roba buona per Neri Parenti e Maria de Filippi che con il kitsch e i pensionati ci campano ormai da anni e chissa' quando smetteranno...
martedì 15 aprile 2014
Tempeste che non annoto
Quante speranze s’arrovellano
Al pungolo del vivere
Infilzarne una
Per poter bastare
Ad un volto che stride
Tempeste che non annoto
E sorvolo
in un rondinio
di spente primavere.
di spente primavere.
venerdì 11 aprile 2014
Faccio fatica
Faccio fatica.
Avanzo anchilosato
di sentieri esauriti
sconto
con il fiato corto
il lusso
di un egoismo all'aria aperta.
Avanzo anchilosato
di sentieri esauriti
sconto
con il fiato corto
il lusso
di un egoismo all'aria aperta.
martedì 8 aprile 2014
lunedì 7 aprile 2014
Quattro anni di Arazzi e Scazzi
Un compleanno autorizza statistiche e ringraziamenti.
Quello di questo blog, non fa differenza.
Ragion per cui, non mi sottraggo e statistico mi dilungo,
Piu' di settantamila visualizzazioni , 63 follower., molti commenti, indimenticabili frammenti di vita condivisi assieme a voi.
Tutto questo e ancora di piu' e' stato, e,' e' sara' Arazzi e Scazzi.
Grazie a voi...
Quello di questo blog, non fa differenza.
Ragion per cui, non mi sottraggo e statistico mi dilungo,
Piu' di settantamila visualizzazioni , 63 follower., molti commenti, indimenticabili frammenti di vita condivisi assieme a voi.
Tutto questo e ancora di piu' e' stato, e,' e' sara' Arazzi e Scazzi.
Grazie a voi...
domenica 6 aprile 2014
Nel mio barattolo di Nutella
Osservo crollare
Con vanitosa leziosità
Ogni mia speranza
Non vanta diritti
Un orgoglio sguarnito.
Ma dopo aver ucciso
I sogni
Nel mio barattolo di Nutella
Il viso allo specchio
mi spara
biasimo e indulgenza.
venerdì 4 aprile 2014
Alla
Il suo nome tradotto in italiano era Alla. Alla era lunga smilza e svelta. Le mancava qualcosa pero'. Una sorta di complemento di specificazione che desse concretezza alla sua vita che sembrava invece, allusiva, sospesa come il tono della sua voce gorgogliante intenzioni che poi rimanevano sempre tali ad abbellire il giardino delle rose non colte della sua vita.
Alla era lunga smilza e svelta. Propensioni molto utili a chi la vita aveva colto solo di striscio, per caso, insinuandosi nella sua poverta' evidente. Alla era il suo corpo ingravidato prematuramente da un uomo ossuto e senza scrupoli per la vita che lui aveva messo nella sua pancia e poi abbandonato nemmeno quattro giorni dopo il parto in mezzo a una strada a mendicare una via d'uscita da quell'impolverata cabaletta.
Alla aveva trentacinque anni, veniva dalla Moldova. Per sei mesi, nonostante avesse una laurea in ingegneria elettronica, fu la badante di Sauro, il padre di Giovanni un caro amico delle scuole medie, con cui Antonio si vedeva solo per dire d'avere un paio d'occhi il giovedi' pomeriggio.
Era quello il suo giorno libero dal lavoro ma gli bastava per fare il pieno di lei e la sua solitudine.
Non era facile intuirla tra un pavimento da lavare e un mobile da pulire ma quel che seppe fu sufficiente a comprendere che la condivisione e l'amore son sentimenti non condivisi dal consesso umano pronto ad infrattarsi con minorenni e a colludere con minorate, piuttosto che ascoltare i sussurri di un cuore che geme la possibilita ' di un sogno formato famiglia.
Quella che Alla aveva lasciato in Moldova e fremeva per un naturale ricongiungimento .
Impedito dalla nebbia del razzismo non indiffferente in chi ha le tasche piene di ipocrisia e soldi.
Ne sarebbero bastati pochi per coronare il suo sogno. Negati alla sua abnegazione, da eccessiva gentilezza.
Quando Antonio seppe che Alla era stata cacciata via, perche ' la sorella di Giovanni temeva che ella mirasse al patrimonio di famiglia , si senti' mancare.
Quella donna non sapeva che Alla aveva un figlio di dieci anni al quale ogni mattina alle sette in punto, per salutarlo con un segnale d'amore, regalava due squilli telefonici e una lacrima a rimorchio che cancellava in fretta dal viso perche' restasse soltanto sua.
Il giorno che Alla prese il treno alla ricerca di un nuovo posto dove realizzare il suo desiderio di stabilita' e famiglia, a piangere furono in due, ma nessuno dei due lo seppe mai.
La felicita' non ha confini. Nemmeno il pianto.
Alla era lunga smilza e svelta. Propensioni molto utili a chi la vita aveva colto solo di striscio, per caso, insinuandosi nella sua poverta' evidente. Alla era il suo corpo ingravidato prematuramente da un uomo ossuto e senza scrupoli per la vita che lui aveva messo nella sua pancia e poi abbandonato nemmeno quattro giorni dopo il parto in mezzo a una strada a mendicare una via d'uscita da quell'impolverata cabaletta.
Alla aveva trentacinque anni, veniva dalla Moldova. Per sei mesi, nonostante avesse una laurea in ingegneria elettronica, fu la badante di Sauro, il padre di Giovanni un caro amico delle scuole medie, con cui Antonio si vedeva solo per dire d'avere un paio d'occhi il giovedi' pomeriggio.
Era quello il suo giorno libero dal lavoro ma gli bastava per fare il pieno di lei e la sua solitudine.
Non era facile intuirla tra un pavimento da lavare e un mobile da pulire ma quel che seppe fu sufficiente a comprendere che la condivisione e l'amore son sentimenti non condivisi dal consesso umano pronto ad infrattarsi con minorenni e a colludere con minorate, piuttosto che ascoltare i sussurri di un cuore che geme la possibilita ' di un sogno formato famiglia.
Quella che Alla aveva lasciato in Moldova e fremeva per un naturale ricongiungimento .
Impedito dalla nebbia del razzismo non indiffferente in chi ha le tasche piene di ipocrisia e soldi.
Ne sarebbero bastati pochi per coronare il suo sogno. Negati alla sua abnegazione, da eccessiva gentilezza.
Quando Antonio seppe che Alla era stata cacciata via, perche ' la sorella di Giovanni temeva che ella mirasse al patrimonio di famiglia , si senti' mancare.
Quella donna non sapeva che Alla aveva un figlio di dieci anni al quale ogni mattina alle sette in punto, per salutarlo con un segnale d'amore, regalava due squilli telefonici e una lacrima a rimorchio che cancellava in fretta dal viso perche' restasse soltanto sua.
Il giorno che Alla prese il treno alla ricerca di un nuovo posto dove realizzare il suo desiderio di stabilita' e famiglia, a piangere furono in due, ma nessuno dei due lo seppe mai.
La felicita' non ha confini. Nemmeno il pianto.
Chi semina deserti...
Chi semina deserti, raccoglie siccita'.
Nessun cavillo adombra salvezza. Adunchi pendii davanti a me mi scherniscono di continuo. Fanno il verso a una vita di cui ho assaggiato solo i bordi e anche quelli mi han fatto male.
Vorrei mangiarmi il cemento che mi copre per vedere di cosa sono fatto.
Forse quando son nato, mia madre ha pestato un escremento e quel giorno l'unico miracolo e' stato il posto da dove son uscito.
Una selva di merda. Da cui non ci si separa mai del tutto e alla quale comunque si vuol sempre ritornare. Tutti.
Perche la merda pur se selvatica, ha comunque un buon sapore. Riassume cio' che siamo e se di noi nulla restera', varra' comunque da autopsia.
Nessun cavillo adombra salvezza. Adunchi pendii davanti a me mi scherniscono di continuo. Fanno il verso a una vita di cui ho assaggiato solo i bordi e anche quelli mi han fatto male.
Vorrei mangiarmi il cemento che mi copre per vedere di cosa sono fatto.
Forse quando son nato, mia madre ha pestato un escremento e quel giorno l'unico miracolo e' stato il posto da dove son uscito.
Una selva di merda. Da cui non ci si separa mai del tutto e alla quale comunque si vuol sempre ritornare. Tutti.
Perche la merda pur se selvatica, ha comunque un buon sapore. Riassume cio' che siamo e se di noi nulla restera', varra' comunque da autopsia.
martedì 1 aprile 2014
Baccala'
Stanotte ho infilato il cuore in un incubo e' li' son rimasto.
Non ci si sveglia mai davvero dai brutti sogni. Rimane sempre qualcosa di sospeso. A bagnomaria . Non capisco perche' sembrasse tutto cosi' nitido. Ad un certo punto qualcuno mi offriva addirittura una spalla su cui piangere. Non ci potevo credere. Son otto mesi che la cornetta del telefono e' muta. Gli squilli non belano speranze. Tutto e' assorto in una nuvola sottovuoto priva di comete. Poi a colpi di smaltati raggi da ferite finestre mi son svegliato davvero. Curioso, mi son guardato attorno. Nessuna oasi per il mio pianto.
Ha ragione Eliot: "Aprile e' il piu' crudele dei mesi". Ed io , prigioniero di un pesce d'aprile, son proprio un baccala'.
Non ci si sveglia mai davvero dai brutti sogni. Rimane sempre qualcosa di sospeso. A bagnomaria . Non capisco perche' sembrasse tutto cosi' nitido. Ad un certo punto qualcuno mi offriva addirittura una spalla su cui piangere. Non ci potevo credere. Son otto mesi che la cornetta del telefono e' muta. Gli squilli non belano speranze. Tutto e' assorto in una nuvola sottovuoto priva di comete. Poi a colpi di smaltati raggi da ferite finestre mi son svegliato davvero. Curioso, mi son guardato attorno. Nessuna oasi per il mio pianto.
Ha ragione Eliot: "Aprile e' il piu' crudele dei mesi". Ed io , prigioniero di un pesce d'aprile, son proprio un baccala'.
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