sabato 26 aprile 2014

Vincoli che non trattengo



 Stendo ricordi

Medito volti

Divoro parole

Decifro correnti

Narcotizzo traumi

Stendo

Stendo
Stendo

Divoro

Vincoli che non trattengo

Stendo

Stendo

Stendo

Divoro

Dove sono?

Dove sono?

venerdì 25 aprile 2014

25 Aprile

ROBERTO ROVERSI

IL TEDESCO IMPERATORE
X. La piazza è in festa

Carri armati posano
sotto gli alberi, i negri
ridono, stendono le mani,
la gente nelle vie,
tutte le finestre al sole.
Giorno sacro d'aprile. Alti vocianti
feroci uomini nuovi.
“È finita la guerra”, questo
il popolo grida; gli anni si frantumano,
un mondo nuovo affiora ribollendo
dalle schiuma aspra del dolore.
La piazza bianca di calce, bianca nell'aria d'aprile,
tacque; un uomo apparve sul palco,
parlò poche parole aprendo
la nuova storia.

(da Dopo Campoformio. Poemetti, Feltrinelli, 1962)

mercoledì 23 aprile 2014

Stormi di rondini in volo perenne

 Dato in pasto al calendario l'ennesimo obolo di vanagloria camuffata in cortesia, ritorno qui in questo luogo divenuto sempre piu' centrale per me per quel po' di libera neutralita' che concede l'immensita' di uno spazio bianco.
In questi tempi in cui l'Autenticita' Artificiale domina incontrastata, mi accorgo di quanto la scrittura sia il fermaglio del Tempo e le parole la colla della Vita.
 Alt !So bene, che quelle le porta via il vento, ma qui in soliloquio bianco immerse... sogno... e diventano per me stormi di rondini in  volo perenne verso paesi caldi che non vedo ma sento grazie al calore dei vostri click in costante aumento... Grazie...!

domenica 20 aprile 2014

Vi auguro di cuore Buona Pasqua!!!

A tutti i lettori di questo blog,  e semplici passanti dei sentieri del web, i piu' sentiti auguri di Buona Pasqua!!! 
(Sperando la colomba non ci festeggi in testa!!!!!!!!!!!!)...

giovedì 17 aprile 2014

Volubile infinito di raffiche



Volubile infinito di raffiche
Di lampi d’ore senza colore di esausti
moti, di fasto di nuvole: 
un istante ed ecco alterate
sfavillano le forme, vacillano millenni.
E l’arco della porta china e il gradino frusto
Di smisurati  inverni,
 mito sono
 nel repentino  splendere del sole d’aprile.

mercoledì 16 aprile 2014

Toni Servillo? Piu' che un attore italiano una maschera italiota

Dopo aver visto " E stato il figlio" film del 2012 di Cipri e Maresco, ne son piu' che convinto: Toni Servillo non e' un buon attore ital
iano, ma un'eccezionale maschera italiota. Al pari di Tiberio Murgia,  Sandro Ghiani, Jimmi il Fenomeno.
A loro, nessuno dara' e ha dato un Oscar.
Forse perche' hanno avuto il buon gusto di non pretendere troppo da se stessi, spremendo all'inverosimile il loro status.
Un po' come sta accadendo in altri campi e altre storie, a Matteo Renzi  e Roberto Saviano. Approdati al molo di imitatori di se stessi, consapevoli d'essere ormai  piu' delle utilitarie del luogo comune, che delle fuoriserie del cambiamento, vanno sul sicuro mettendo in bocca a folle adoranti, proprio la pastiglia di cui hanno bisogno.
Il buon Servillo, attraverso Jep Gambardella, credo diventera' in automatico, il vessillo di una decadenza ancora in ascesa che rende culturale cio' che e' solo kitsch e prossimo alla pensione, 
Roba buona per Neri Parenti e Maria de Filippi che con il kitsch e i pensionati ci campano ormai da anni e chissa' quando smetteranno...

martedì 15 aprile 2014

Tempeste che non annoto



Quante speranze  s’arrovellano

Al pungolo del vivere

Infilzarne una

Per poter bastare

Ad un volto che stride

Tempeste che non annoto

E sorvolo

in un rondinio 
di spente primavere.

La crisi

La crisi induce ubiquita'. 
Ma nessuna Grazia
bussa alla nostra porta.

venerdì 11 aprile 2014

Faccio fatica

Faccio fatica.  
Avanzo anchilosato
di sentieri esauriti
sconto 
con il fiato corto 
il lusso 
di un egoismo all'aria aperta.

lunedì 7 aprile 2014

Quattro anni di Arazzi e Scazzi

Un  compleanno autorizza statistiche e ringraziamenti.
Quello di questo blog, non fa differenza.
Ragion per cui, non mi sottraggo e statistico mi dilungo,
Piu' di settantamila visualizzazioni , 63 follower., molti commenti, indimenticabili frammenti di vita condivisi assieme a voi.
Tutto questo e ancora di piu' e' stato, e,' e' sara' Arazzi e Scazzi.
Grazie a voi...

domenica 6 aprile 2014

Nel mio barattolo di Nutella



Osservo crollare

Con vanitosa leziosità

Ogni mia speranza

Non vanta diritti

Un orgoglio sguarnito.

Ma dopo aver ucciso

I sogni

Nel mio barattolo di Nutella

Il viso allo specchio

mi spara

biasimo e indulgenza.

venerdì 4 aprile 2014

Alla

Il suo nome tradotto in italiano era Alla. Alla era lunga smilza e svelta. Le mancava qualcosa pero'. Una sorta di complemento di specificazione che desse concretezza alla sua vita che sembrava invece,  allusiva, sospesa come il tono della sua voce gorgogliante intenzioni che poi rimanevano sempre tali ad abbellire il giardino delle rose non colte della sua vita. 
Alla era lunga smilza e svelta. Propensioni molto utili a chi la vita aveva colto solo di striscio, per caso, insinuandosi nella sua poverta' evidente. Alla era il suo corpo ingravidato prematuramente da un uomo ossuto e senza scrupoli per la vita che lui aveva messo nella sua pancia e poi abbandonato nemmeno quattro giorni dopo il parto in mezzo a una strada a mendicare una via d'uscita da quell'impolverata cabaletta.
Alla aveva trentacinque anni, veniva dalla Moldova. Per sei mesi, nonostante avesse una laurea in ingegneria elettronica, fu la badante di Sauro, il padre di Giovanni un caro amico delle scuole medie,  con cui Antonio si vedeva solo per dire d'avere un paio d'occhi il giovedi' pomeriggio. 
Era quello il suo giorno libero dal lavoro  ma gli bastava per fare il pieno di lei e la sua solitudine. 
Non era facile intuirla tra un pavimento da lavare e un mobile da pulire ma quel che seppe fu sufficiente a comprendere che la condivisione e l'amore son sentimenti non condivisi dal consesso umano pronto ad infrattarsi con minorenni e a colludere con minorate,  piuttosto che ascoltare i sussurri di un cuore che geme la possibilita ' di un sogno formato famiglia.
Quella che Alla aveva lasciato  in Moldova e fremeva per un naturale ricongiungimento .
Impedito dalla nebbia del  razzismo non indiffferente in chi  ha le tasche piene di ipocrisia e soldi.
Ne sarebbero bastati pochi per coronare il suo sogno. Negati alla sua abnegazione, da eccessiva gentilezza.
Quando Antonio seppe che Alla era stata cacciata via,  perche ' la sorella di Giovanni temeva che ella  mirasse al patrimonio di famiglia , si senti' mancare.
Quella donna non sapeva che Alla aveva un figlio di dieci anni al quale ogni mattina alle sette in punto, per salutarlo con un segnale d'amore,  regalava due squilli telefonici e una lacrima a rimorchio che cancellava in fretta dal viso perche' restasse soltanto sua.
Il giorno che Alla prese il treno alla ricerca di un nuovo posto dove realizzare il suo desiderio di stabilita' e famiglia, a piangere furono in due, ma nessuno dei due lo seppe mai.
La felicita' non ha confini. Nemmeno il pianto.

Chi semina deserti...

Chi semina deserti, raccoglie siccita'.
Nessun cavillo adombra salvezza.  Adunchi pendii davanti a me mi scherniscono di continuo. Fanno il verso a una vita di cui ho assaggiato solo i bordi e anche quelli mi han fatto male.
Vorrei mangiarmi il cemento che mi copre per vedere di cosa sono fatto.
Forse quando son nato, mia madre ha pestato un escremento e quel giorno l'unico miracolo e' stato il posto da dove son uscito.
Una selva di merda.  Da cui non ci si separa mai del tutto e alla quale comunque si vuol sempre ritornare. Tutti.
Perche la merda pur se selvatica, ha comunque un buon sapore. Riassume cio' che siamo e se di noi  nulla restera', varra' comunque da autopsia.

martedì 1 aprile 2014

Baccala'

Stanotte ho infilato il cuore in un incubo e' li' son rimasto.
Non ci si sveglia mai davvero dai brutti sogni. Rimane  sempre qualcosa di sospeso. A bagnomaria . Non capisco perche' sembrasse tutto cosi' nitido.  Ad un certo punto qualcuno mi offriva  addirittura una spalla su cui piangere. Non ci potevo credere. Son otto mesi che la cornetta del telefono e' muta. Gli squilli non belano speranze. Tutto e' assorto in una nuvola sottovuoto priva di comete. Poi a colpi di smaltati raggi da ferite finestre mi son svegliato davvero. Curioso, mi son guardato attorno. Nessuna oasi per il mio pianto.
Ha ragione Eliot: "Aprile e' il piu' crudele dei mesi".  Ed io , prigioniero di un pesce d'aprile, son proprio un baccala'.