lunedì 26 agosto 2013

Naufrago nell'effimero dell'essere.

Nessuna gruccia per me
che una culla non ebbi
e con i piedi tocco
il fondo 
diel tutto
in un vuoto 
che duole.
Qualcosa trascorre
in inchiostro traspare,

eppure il conto non torna
impedito dalla paura di partire.
E' nel mio pensiero 
qualcosa si va a fermare
ineluttabile stalattite:
Mi sento un naufrago
nell'effimero dell'essere
una traccia occultata
anzitempo
dove il superfluo
finge di esistere
ed ebbro di nostalgia
muore nell'illusione 
di sentire
un mormorio
sempre piu' lontano.


giovedì 22 agosto 2013

Tu non sarai mai spento amore

Tu
non sarai mai spento
amore, 
perche' sara '
tuo
anche il mio respiro.
Composto,
dentro un legno di pianto,
mille volte ti ho baciato
 il viso
e altre mille riacceso
le carni.
Tu non sarai mai spento
mio rapito amore:
anche al buio
di una cieca intesa 
ti alimentero'.

martedì 20 agosto 2013

La parola e' la colla della vita!!!

Pareva un uomo venuto dalle favole  e avrebbe potuto essere il nonno di tutti noi  se il mondo glielo avesse permesso.
Era solo un vecchio barbone  e  questo bastava per isolarlo in un angolo ogni giorno piu' stretto.
Antonio lo vedeva sempre al parco la sera  al ritorno dal lavoro ed ogni volta era sempre un'illuminazione, una scoperta
Non seppe mai il suo nome ma la precisione e la chiarezza con la quale scrutava l'animo umano era piu' di qualunque nome possibile. Un ' attitudine che il mondo pareva aver smarrito e che lui conteneva per intero insieme ad una purezzza d'animo straordinaria.
A volte lo si vedeva con in mano un libro o seduto sugli scalini della stazione contemplare a lungo il cielo.
Era sempre turbato, lo sguardo grave di chi porta sulle spalle tutto il peso del mondo.
Fosse solo per alleviare il peso di quella immane fatica, Antonio fece subito amicizia con lui.
Non si trattava di semplice solidarieta' umana, ma di mutuo soccorso.
Tutto era silenzio  attorno.
Parole sincere avrebbero potuto illuminare di nuovo quegli angoli ambulanti di solitudine.
E' fu davvero cosi'.
Quell'uomo aveva vissuto di tutto nella sua vita.
Ora all'ombra di un salice piangente c'era solo la sua solitudine ad ascoltarlo.
Il mondo era poco piu' di un cimitero.
I libri, le parole che contenevano, i segreti che custodivano, l'unico modo per sfuggire agli inganni della gente. l'unico motivo per cui ringraziava la vita di averlo recapitato in quello sputo.
Anche il luogo piu' inospitale dopotutto, con un libro in mano puo' diventare un bellissimo giardino.
Ogni sera, prima di andarsene nel suo colto sgabuzzino, ad occhi spalancati ammirando la luna diceva  " La parola e' la colla della vita!"
Antonio al suono di quelle parole, si sentiva meglio. Piu' saldo sul sentiero dell'esistenza, piu' felice di esser nato.
Tre giorni dopo quell'ultima lunare rivelazione, il vecchio  mori'.
Fu travolto da un auto in corsa  mentre usciva dal parco e lui cadde come gialla velatura goffa di un paese senza memoria che non gli organizzo' nemmeno il funerale.
Penso' a tutto Antonio infatti.
Oltre a lui. solo la luna  al cospetto di quell'estremo saluto quella volta, pianse lacrime amare.
Nelle notti che seguirono, la citta' fu coinvolta da una pioggia di stelle cadenti che nessuno raccolse pero'.
Quella gente aveva sfrattato il desiderio dal cuore e nelle vicinanze c'era uno spettacolo di saltimbanchi.