venerdì 28 febbraio 2014

Quanto a me

Libri colti di cucina, riviste colte di cucina, trasmissioni colte di cucina. Premiazioni di ricette di casalinghe colte, attori in declino e giornalisti, primi piani di scrittori che inghiottono, filosofi che insalivano, semiologi che deglutiscono negli studi televisivi.
- Sto facendo cultura, sia ben chiaro! - affermano alzando  per un attimo la testa dal loro lauto desco.
Quanto a me, lasciatemi continuare a divorare la mia scatoletta di tonno, e i miei spaghetti ma che possa continuare a chinarmi sopra di essi come una fiera!

giovedì 20 febbraio 2014

Tutto uno sbaglio


Nelle pause che fendono il giorno
provo a divinare i passi avvenire
Ma insicuro è il cammino , si smarrisce 

ai piedi  della sera, dove nembi oscuri
annunciano temporali sulle colline.
il passato e il futuro tutto si scompiglia
nella fugacita’ di un momento e non so più capire
il destino di questo mondo.
Provo a vivere, tento di vivere.
Sperando non sia tutto uno sbaglio.

mercoledì 19 febbraio 2014

Stasera mi sento cosi'




La virtu' farlocca delle sinusoidi epidermiche di Raffaella Fico

Mi sto accorgendo che le parole  stanno diventando per me,    brune foglie di fico che sublimano di meraviglia  gli  insopportabili silenzi che assordano il mio spazio.
Come se in qualche modo, avessi accettato il mio destino di piastrellatore di parole utili   a ricoprire nudi solchi d'ancestrali assenze che l'infanzia ha edificato e ancora offuscano  la mia vista.
So bene che  concentrare ogni sforzo sulle sinusoidi epidermiche di  Raffaella Fico sarebbe meglio.
Ma s'ergono su una virtu' farlocca e prosperano di una fatuita' sudata che di certo non mi allontana ma nemmeno mi interessa.
 Non sono Mario Balotelli purtroppo.
Semmai uno sballottato dalla sorte  come tanti alla deriva di un tempo ingovernabile e schizofrenico.
Con le parole metto un freno a scorciatoie che non capisco e quasi mai imbocco per paura di non esser onesto con me stesso.
Nulla mi impedisce di essere dopotutto. E' solo piu' difficile.
  Nelle parole riconosco il riflesso di quel che sono e tosto mi seguo.
Non arrivero' alla Fico questo e' certo.
Ma di certo non mastichero' amaro per non aver provato a seguire gli echi urlanti della Babele dei miei pensieri .
Sento che il mio futuro e' li' e queste linee nere  non son altro che squillanti larve del ronzio che e' dentro di me e agogna di trovare il suo alveare.
Che non sara' quello della Fico ma nemmeno  quello di uno scorfano.

martedì 18 febbraio 2014

Solo una boccata d'aria

Privo di appendici socializzanti,  il mio tempo scorre meglio e raddoppia il suo flusso quel
tanto che basta  ad infilarci una parola o un'emozione libera dal giudizio esterno.
Sia chiaro: questa non e' l'ennesima condanna dei social network.
Solo una boccata d'aria dall'ingorgo quotidiano di coatti inseguitori di ristrette milizie che poi pretendono anche di esser ammirati per i loro sconci quarti di pelle abbrustolita da una lampada scontata.
Selfie li chiamano a denunciare la loro capacita' di autorappresentazione senza capire d'intrappolarsi  in una parola che nemmeno riescono a pronunciar bene restringendo ancor piu' la loro capacita' di affermarsi imprigionata' com'e' nella sgranata e indistinta generosita' di un pixel.
Oggi poi  mi e' capitato di sentire "pixelliamoci dopo" e un baratro d'immagini mi si e' spalancato davanti.
 Fuorviato dall'assonanza, ho pensato subito a Pisellino che non ho mai capito bene se fosse davvero il figlio di Olivia e Braccio di Ferro.
Forse  non lo sapeva bene nemmeno lui  e  si sentiva fuori posto in quella famiglia di vegetali dipendenti.
Come i giovani d'oggi dopotutto e ho pianto.

lunedì 17 febbraio 2014

Per la societa' italiana le dimensioni contano e pure parecchio

Quando l'Italia era un covo di piccoli Matusalemme assetati di potere  (Berlusconi in primis),  ho imparato che i soldi fanno uccello.
Oggi che i Matusalemme hanno arretrato il loro raggio d'azione di qualche metro, e nuove leve cercano di mettersi in mostra,  scopro che vengono accolti con ribrezzo e fischi.
E' accaduto ieri  al piccolo Sebastian Giovinco. 
La questione, oltre che legittima riprovazione, suscita qualche sospetto e mette a nudo una sconcezza tutta italiana che il quieto vivere non copre e il pallone racconta in tutta la sua evidenza.
Per la societa' italiana le dimensioni contano e pure parecchio.
Non mi riferisco al sesso quanto all'imponenza  fisica che determina importanza, fascino, durata.
Quella che serve a stare in piedi su un presente incerto, sdrucciolevole, scivoloso. 
Su un domani che non c'e'  e si trascina lontano in posti inattesi.
E' accaduto  ieri pomeriggio al piccolo Sebastian nel giardino di casa sua (lo Juventus Stadium).
Accade tutti i giorni ad ognuno di noi nei corridoi di tutta Italia dove pronti a dar l'anima per un futuro  migliore, siamo  rispediti al mittente da una tendenza, un momento che vede l'estero contare piu' del prodotto interno lordo e una metodologia valere  piu' della qualita' che e' bandita ancor  prima d'esser messa alla prova.
La crisi e' anche questa  cronica incapacita' di puntare sulle proprie risorse solo perche' non fanno tendenza, mobilita', notizia.
Farebbero intravedere un'orizzonte pero'.
Al momento assente,  scuro, schivo, franoso e quel che e' peggio, senza un Conte pronto a  tutto  per schiuderlo.

sabato 15 febbraio 2014

Matteo Renzi :la "scossa " italiana (?)

L'Italia e' un paese stagionato, caotico e con gravi problemi di deambulazione.
Sara' per questo che ha cambiato di nuovo bastone ops! Capo del governo.
Dal letargico Letta e' passata all'elettrico Matteo Renzi per darsi la scossa (?).
.
Peccato che la luce qui s'e' spenta da un sacco di tempo Giovanna Civitillo e' molto meglio  e' l'Italia si trova all'ultima spiaggia per poter contare ancora qualcosa in Europa.
Aldila' delle schermaglie di partito, questo ennesimo cambio  sul ponte di comando denuncia ancora una volta l'incapacita' di portare avanti qualcosa senza impigliarsi in qualche guerra intestina  che le risse in Parlamento non risolvono.
Piu' che di un Tyson, gli italiani avrebbero bisogno di un Mourinho un uomo  capace cioe' di indicare una rotta e di tener la truppa tranquilla quando la trippa non c'e',  e il mare latra tempesta.
Per quel che ne so, Matteo Renzi s'e' fermato al giubbotto di Fonzie da Maria De Filippi e l'allegria di Mike Bongiorno e' morta da almeno cinque anni.
Speriamo gli sia rimasta la fortuna di quando ando' alla Ruota del Biscione nel 1994.
Credo gli servira' parecchio per non perdere tutto.
Questa possibilita' almeno, perche' per il resto, temo, credo, abbiam gia dato.

giovedì 13 febbraio 2014

Intanto stasera sorrido

Scoppiettano garrule le braci ardenti dell'oggi. 
Sperando riscaldino pure il tuorlo glabro del domani.
Intanto stasera  sorrido. 
Non mi capita molto spesso  e ogni tanto non fa male. Neppure a me.

mercoledì 12 febbraio 2014

R. I. P. Freak...

Io provo con le parole

Questa vita assomiglia sempre piu'  a una partita di pelota basca.
Ogni giorno la vita ci mette palle al muro.
Ogni cosa che facciamo e' un tentativo estremo di sfuggire all'indifferenza, scheggiarne la superficie , sperando non torni indietro sottoforma di qualcosa di pericoloso chiudendoci in difesa contro un nemico invisibile.
Il muro intanto, a furia di colpirlo, si spacca.
E' all'improvviso in lontananza, da quelle fessure  ecco la Vita.
E' singolare che la vita equivalga a un buco che si apre e si chiude ad intermittenza. Come le luci colorate sull'albero di Natale.
Ma e' cosi' : la vita e' una luce intermittente che ravviva uno sfondo spento e cadaverico.
Forse e' per questo che certi paradisi  epidermici  femminili son negati.
Per abiurare in partenza la possibilita' di un oltre che non puo'  comunque esser vissuto per intero.
A sprazzi appunto. 
La felicita' forse e' solo un buco nel muro dell'indifferenza.
In troppi pero', vivono senza mezzi sufficienti a scalfirlo.
Io provo con le parole. Sperando bastino .

martedì 11 febbraio 2014

Il dolore che parla



Ieri ho imparato che le lacrime di un ragazzetto strapagato valgono di piu’ di  quelle  delle famiglie che non arrivano alla fine del mese hanno la pancia vuota e il rubinetto che perde.

Problemi importanti che non meritano  seri interventi . forse  circolari  tavole rotonde, semmai psicolabili sciarade.

Ieri ho imparato che le lacrime fanno sensazione, mentre la violenza di sentimenti vari   sbattuti come fossero  litri di sangue in un film splatter commozione

Nessuno ha detto che la memoria e’ un frullatore impazzito che rimesta all’infinito tristi echi forti  come nodi scorsoi stretti alla giugulare.

E quel nodo che  stringe la gola ingrossato  a dismisura dal corso fangoso  del  tempo che lenisce le ferite ma non le può sanare  a gorgogliare  spingendo  le lacrime sull'orlo delle ciglia: il fiore che ne sorge è il  dolore che parla  e che nessuno ascolta ormai piu' se non per il tempo di una pubblicità.

La pasta Agnesi  ne sa qualcosa.

lunedì 10 febbraio 2014

E' lunedi anche per me

La noia e' la naja dello spirito.
Perdonate la stringatezza, cari amici e lettori e' lunedi anche per me.

domenica 9 febbraio 2014

Intervallo filosofico (ma non troppo)




Questa scena , apparte le inevitabili risate, mi ha fatto sempre riflettere molto.
Stecca dopo stecca spiega quello che nessuna bacchetta da saggio chiarisce:
se non  ci si libera dai propri schiavistici totem e’  impossibile elevarsi  dalla condizione originaria e ancestrale di subalterno  a vita.
Gravata di questo peso, l’esistenza smette d’esser tale  e si finisce per viver di sponde e rinterzi.
Soltanto la capacita’ di guardare in faccia i propri mostri, e magari di chiamarli per nome, ci offre la misura di quello che siamo e la possibilità di una vita migliore.
Per tutti, non solo, come oggi accade, per qualcuno.
Chi puo’ lo ricordi, e soprattutto, lo suggerisca a chi di competenza.
Buona domenica a tutti.

sabato 8 febbraio 2014

Ogni cosa ha la sua logica e , se ha un inizio, deve avere per forza anche una fine!.

Da sei mesi  Antonio, non capiva piu' nulla.
 L'ultimo strappo era stato troppo forte.
Violentato nell'intimo, disgustato all'esterno, vagava nei recessi piu' oscuri della citta',
cercando una soluzione plausibile a quello che gli era accaduto.
Ma nel caos disorganizzato cittadino era impossibile alzare il baricentro della propria autostima senza sentirsi  una vita in fuorigioco.
Solo nei posti dove per contratto s'era obbligati a star in silenzio riusciva  a trovare un po' di pace.
Quella che gli serviva per uscire dal circuito chiuso dei propri pensieri ed articolare quelle parole che aveva  accantonato accatastate in elefantiache poesie che nessuno avrebbe mai letto. Nemmeno, chi per ultimo, l'aveva ferito. 
In fondo, non erano altro che rantoli.  Rantoli in versi. Gli ultimi respiri di un'anima che non viveva piu' un rapporto equilibrato con il presente  e vegetava negli accesi spasmi di primaverili ricordi su cui era sceso l'inverno da un pezzo.
Immmerso in questi mesti pensieri, fu stordito dal frastuono di una disputa verbale  tra vecchi congiunti che di tirare le cuoia non avevano proprio nessuna intenzione.
Appena li vide , Antonio trasali' colto dal sospetto di una catastrofe imminente: per lui fin da piccolo, i grandi non eran altro che bambini andati a male con una concezione inquietante dello stare insieme misurabile in piatti rotti, bicchieri frantumati, neonati espulsi  in fretta da vagine feroci e indifferenti  arbitre di vite sghembe,  diseguali ed infelici.
Il frastuono intanto aumentava  a dismisura alieno di un rigore che l'umanita' aveva smarrito chissa' dove.
Antonio dal canto suo, avrebbe voluto intervenire.  Aveva lavorato  troppo a lungo in un archivio regionale  per non riuscire a dirimere una pratica cittadina.
Ma come comportarsi con due anziani incancreniti dalle loro antiche certezze? 
Intervenire era vietato. Innaturale. Impossibile.
Decise quindi di non fare nulla, saldandosi  una volta tanto al contesto, fermo ad ascoltare.
C'era una coppia di pitoni aggrovigliati, dentro la teca dell'esposizione alla mostra di rettili del Museo di Storia Naturale (e ' qui  che l'aveva portato il suo odierno cogitare a quanto pare),  e dal groviglio spuntavano due teste ma solo una coda.
Ferma di fronte alla teca, una coppia di visitatori, marito e moglie, (a quanto pare la solitudine non aveva annichilito la sua percezione del consesso umano), discuteva da un po' di tempo con animazione: (anche l'udito rispondeva bene evvai).
- Guarda... sono due!
- Perche' dici che sono due? 
- Non lo vedi che spuntano due teste ?
- Ma c'e' una coda sola!
- L'altra sara' nascosta.
- Impossibile! Si dovrebbe vedere in qualche modo...
-E allora quanti sarebbero, secondo te ?
- Uno solo, e' logico!
- Ma ci sono due teste!
- Insomma, ragiona! Ogni cosa ha la sua logica e , se ha un inizio, deve avere per forza anche una fine!.
Ascoltare quegli anziani era servito. Il sudore iniziale, s'era tramutato  sul suo volto, nel sorriso di una piacevole sorpresa.
Forse  l'ennesima tormenta   del cuore sarebbe finita, le cose si sarebbero messe a posto, e anche lui avrebbe trovato la sua strada.
In fondo,  "Ogni cosa ha la sua logica e , se ha un inizio, deve avere per forza anche una fine!."
 Tornando a casa, riflette' a lungo sulla battuta conclusiva di quello strano dialogo.
Bloccato sull'autostrada da una coda che avrebbe fatto invidia ai pitoni del Museo di Storia Naturale,  Antonio penso' a quanto  gli rimaneva da fare per assurgere a quella funzione che la societa'  gli aveva da tempo assegnato, e a tutte le puntate di Un giorno in pretura che aveva visto.
 In vita sua, non aveva mai ascoltato una sentenza cosi' straordinaria. 

venerdì 7 febbraio 2014

Le parole non hanno bisogno degli sgabelli di Alba Parietti per essere felici .

 Noto che son tornato a scrivere qui a discapito di Facebook.
Mi fa piacere.
In mezzo al vasto compromesso che la vita impone. questo spazio bianco costituisce un'eccezione.
Forse ne ho bisogno per ritrovare me stesso.
Ho sempre pensato ci fosse dell'ipocrisia in questa frase.
Quasi ognun di noi si conoscesse per davvero.
In realta' e' impossibile declinare a puntino noi stessi.
Viviamo appollaiati sulle nostre inclinazioni e basta. Come i pappagalli e i cardellini. 
Forti di un punto di vista pretendiamo pure di dir la nostra.
In realta', non facciamo altro che raccontare uno sprazzo.
Che non e' tutto.
Meglio quindi uno spazio vuoto.
Il vuoto e' l'unico spazio che puo' esser riempito .
Per cui non si e' mai del tutto soli anche quando purtroppo si pensa di esserlo.
Le parole volano ed occupano il posto di chi non c'e' piu' .
I  cattivi pensieri non se ne vanno invece, ed e' per questo che li scrivo.
Scrivendoli. mi sembra acquisiscano un  posto e vadano in una direzione.
Come i pappagalli e i cardellini una volta liberati dalla gogna del trespolo.
Le parole non hanno bisogno degli sgabelli  di Alba Parietti per essere felici .
Basta uno spazio bianco. come questo e' la liberta di parola  si rinnova,  la parola e' viva,  e i pappagalli e i cardellini cantano  felici perche' una parola libera da alchimie socialmente modificate  e ' volata  in cielo.
Quello dei vostri occhi i quali seppur affranti dalle fatiche giornaliere, son certo mi dedicheranno un pensiero nel quale riposare un attimo il mio cuore avvilito.

La mia condizione

Ieri sera, mentre camminavo son cascato. Come un pesce lesso.  Dalla ferita infatti, sembrava uscir olio invece era sangue. 
Di ritorno a casa, ho guardato  il mio ginocchio. Era appesantito da un vistoso ematoma. 
Ho chiuso gli occhi ponendovi il ghiaccio.
Non mi son preoccupato.
Il mio ginocchio e' la mia condizione.
In questo mondo fittizio,
nulla che mi rappresenti meglio.

giovedì 6 febbraio 2014

Sangue cieco



Sangue cieco

Serrato

In un mausoleo di carne

Senza sponde

Ne’ equilibrio

Urla lacrime e fango

In crateri d’inchiostro

Incapaci

Di sanare la ferita

Che slegata

Scorre

Convulsa.


Pensando a Seymour Hoffman

La vita 
e' 
un'anima innocente
condannata a morte 
dal vizio di se stessa.

mercoledì 5 febbraio 2014

martedì 4 febbraio 2014

Una linea sottile

E' una storia vecchia. 
Per quanto cerchi d'andare avanti, c'e' sempre qualcosa che mi fa capitombolare all'indietro alla caccia di quel fatale errore che per primo,  tutto ha fatto saltare.
Per quanto in quello che ho appena scritto ci sia una rima la cosa non mi consola affatto.
Anzi.
 Allarga sempre di piu' la voragine che non riesco a chiudere.
Cosicche'  tra tutte le  parole con cui riempio il tempo solo qualcuna  mi sorregge in questo spazio vuoto:
C'e' una linea sottile che divide un morto da un vivo: 
io non ho ancora capito da che parte della linea mi trovo.

domenica 2 febbraio 2014

Colonna sonora inconsapevole di tutta la mia vita...

Colonna sonora inconsapevole di tutta la mia vita.
Refrain d'inferni che ho conosciuto e dalla quale per fortuna , son tornato.
Un po' diverso, forse, ma son tornato.