mercoledì 30 giugno 2010

Tempo che passa


È impossibile descrivere il mio stato d'animo in questa sera di fine giugno, sospeso in un limbo tra la paura e la voglia di fare;è la storia della mia vita.
Sento tutte le viscere divorarsi fra di loro in un unico impasto di cuore fegato e stomaco, un ammasso abnorme di emozioni che dallo stomaco arriva alla testa.
Pensare troppo e non lasciarsi prendere dai sentimenti proprio quando ce ne sarebbe bisogno è uno sbaglio che uno paga per tutta la vita ( o quasi ).
Mi sono sempre vantato di avere il cuore di ghiaccio ma vi assicuro che qualcosa sta cambiando.
Crono è un dio bastardo perché una volta che il tempo passa non torna più indietro e io (purtroppo) ne so qualcosa.

martedì 29 giugno 2010

La morte del guerriero


Sono sincero : non ho mai visto una sola puntata del GF ma non perché voglio mettere in mostra come certi pseudo-intellettuali la mia avversione verso la TV o perché siccome sono di sinistra devo bloccare i canali Mediaset. La politica non c'entra.
Tutti i giorni alla stessa ora devo spappolarmi i neuroni guardando i Simpson i Griffin e non mi interessa se il capoccia di Italia 1 è stato nell'ordine di tempo un massone, mafioso, indagato per corruzione,puttaniere ecc. ecc.
Non mi piace il GF perché non c'è vita reale, sono solo automi mossi dal grande gioco delle telecamere; marionette tenute in vita da una manica di telespettatori che godono sulle loro azioni – anche le più stupide e banali- e che decidono se farli o no rimanere sul palcoscenico.
Eppure stamattina leggendo della morte di Pietro O'Guerriero Taricone non nascondo di aver provato un senso di pietà perché in fondo mi era simpatico.
Tutti i giornali e i TG apriranno con la sua notizia : avrà anche lui,a differenza di me, i suoi quindici minuti di celebrità.

domenica 20 giugno 2010

Favole


Mi dispiace deludervi ma non sono un aristocratico un borghese o un figlio di papà.
Se fossi nato a Roma sarei stato un borgataro perfetto, di quelli con la parlata strascicata e il modo rude di fare le cose;sono nato in Calabria ma ho comunque il modo rude di fare le cose ( specialmente con le ragazze).
Non possiedo nulla di mio e non correrò il rischio di essere diseredato anche perchè - e i fatti me lo dimostrano - non avrei ereditato niente comunque.
Non so quale sia la differenza tra uno chiffon o uno chignon e , non mi vergogno a dirlo, vado in paranoia davanti alle dieci forchette apparecchiate su un tavolo da ristorante.
Il massimo della vita è mangiare gelato sciolto guardando Steven Seagal che pesta a morte un branco di spacciatori ispanici.
È vero, tutto ciò può essere umiliante ma ho trovato più schifoso le immagini del matrimonio della regina di Svezia dove un gruppo di mummie con la faccia come il culo ballavano e si inchinavano ogni minuto.
Sono un rospo e un giorno diventerò principe grazie ad una principessa.
Ma queste sono favole e io alle favole non ci ho mai creduto .

La parte più difficile del dire addio


La parte più difficile del dire addio... è doverlo fare ogni volta, ogni singolo giorno. Ogni giorno affrontiamo la stessa realtà... che la vita è fugace. Che il nostro tempo a disposizione è breve e per onorare chi non ce l'ha fatta siamo tenuti a vivere bene le nostre vite.

sabato 12 giugno 2010

Facebook è un'albergo a 3 stelle senza camere da letto


Continua la mia indagine telematica.
Oggi ho imparato che Facebook è come un albergo a 3 stelle... Muri screpolati, fughe di gas, porte cigolanti, scarabocchi qua e là e un ingorgo infinito di gente che s'incontra per caso nella hall tra una fuga e l'altra... senza preoccuparsi di sbattere la porta.
Ma c'è un problema... Io non voglio fuggire...
Ragion per cui se lo spazio è piccolo cercherò lo stesso di costruirmi un piccolo giaciglio...Tentando di non cadere col sedere per terra...

Un giorno la troverai Charlie Brown

venerdì 11 giugno 2010

Quando la nostalgia non basta


Sono iscritto su Facebook da poco più di 48 ore. ora più, ora meno.
Dopo aver guardato un pò qua , un pò là mi sono accorto che Facebook è un contenitore in costante aggiornamento di piccoli grandi Pollicini. Come il bambino della favola, anche loro (anch'io), lasciano tracce. per ricordarsi chi erano e chi vorrebbero essere.
Io mi sono fermato al chi sono di palazzeschiana memoria e mi sono trasformato in un personaggio davvero troppo familiare (Charlie Brown). Almeno così dice il mio compagno di questo blog e tant'altro ancora.
In fondo ci è voluto poco. A pelata e consapevolezza della comune inettitudine siamo uguali. Praticamente gemelli.
Chi ha dovuto rendersi conto che cavalcare memorie passate non serve a niente è Angela Bubba al quale la naturale vocazione alla contemplazione nostalgica non ha portato bene.
Forse su certi palcoscenici bisogna mostrare un pò d'autenticità. Qualità che lei, dall'alto della sua milordaggine non ha mai mostrato e per questo mi piace pensare è stata punita.
Lo stesso capiterà a Lippi. il quale farebbe bene a non sogghignare troppo; la nostalgia mischiata alla gratitudine non porta bene. La spocchia neppure.
Non ci resta che stare a guardare.
La mia finale è Spagna - Inghilterra.
Squadre quadrata quella di Capello. Organica e spettacolare quella di Del Bosque.
E Noi?
Attaccati ad un treno che ha il motore in riserva. E fare benzina oggi costa caro. Troppo caro.

giovedì 10 giugno 2010

La caduta della casa


Meno male che è finita.
Dopo mesi di tam tam mediatico a furia di leggere cazzate su feisbuk e ascoltarne altre in tv e alla radio,il nostro fiore del deserto , la nostra ginestra che nulla teme ma che supera ogni cosa grazie alla scrittura e alla lettura, si è ritrovata una porta sbattuta sul grugno.
E deve far molto male perché essere eliminata dal Tullio nazionale ( non il De Piscopo di “ andamento lento” ) per una che – critici e giornalisti su tutti- ha avuto la grandezza di aver inventato una nuova lingua non è roba da poco.
La casa è crollata.
Era una tipica casa calabrese di quelle abusive e poi condonate, una di quelle a cui l'occhio facilmente si ci abitua ma che il terreno mal sopporta.
Con buona pace di critici,giornalisti e della buonanima di Verga che ha avuto il (dis)piacere di essere sua fonte d'ispirazione.

domenica 6 giugno 2010

Facebook e una generazione senza parole e tanti (troppi) puntini sospensivi


Le persone non sanno più cosa inventarsi per annoiarsi con stile.
E' questo il motivo dell'aumento del consumo degli alcolici tra i giovani e del successo di Facebook.
Non avendo più certezze sul quale contare e costruire il proprio futuro, oggi per contare qualcosa nella vita e certamente più facile apparire su un portale telematico e passare il tempo a contarsi gli amici.
Credo che per loro tale pratica abbia un qualcosa di terapeutico e soporifero allo stesso tempo. Come la camomilla della mamma e la tisana della nonna.
Perchè tutto questo?
Abbiamo perso le parole. Ed evidentemente non è bastato Ligabue a rammentarcelo. Anche perchè avremmo troppo da rammendare. Tanti, troppi buchi da rattoppare. Talmente tanti da mandare in sollucchero Topo Gigio (il quale li scambierebbe per buchi di groviera), e in estasi Nonna Abelarda.
Il problema è dentro di noi. Abbiamo troppo di tutto e non sappiamo (non vogliamo), mettere ordine e quando troviamo qualcuno pronto a metterci in discussione davvero, piantiamo tutto e scappiamo a gambe levate. Non è insolito questo e sono certo lo fate anche voi che pure sul "libro delle facce" vi dichiarate aperti e pronti a tutto pur d'essere autentici. Non occorre giungere a tanto. Sento che non ce la fareste a rinunciare alla vostra buona e salutare dose di meschinità e ipocrisia quotidiana. Basterebbe però esser solo coerenti e seguire fino in fondo i vostri pensieri tanto da poter esser se non autentici almeno riconoscibili. Protagonisti di un film (Facebook), che vi vuole solo comparse. Icone sbiadite e stinte capaci solo di raffiche di puntini sospensivi. Perfetti però a declinare la vostra indeterminatezza e inconsistenza. Ma non vi preoccupate: siete in buona compagnia anche in questo caso. Dentro ognuno di voi infatti, c'è un pezzo di Berlusconi, Bossi, Calderoli. Gente che l'Italia se potesse, la farebbe sparire dalla carta geografica e forse un giorno ci riuscirà. Causa incertezza, reticenza, imbarazzo, vaghezza, Noi italiani siamo dei veri Campioni mondiali in questo: dei prim'attori.
Chi ai prossimi mondiali dubito reciterà una parte diversa da quella della comprimaria e' l'Italia di Lippi. Sono rimasto molto sorpreso dall'esclusione ultima di Borriello dalla lista dei convocati definitiva. Io personalmente al centravanti del Milan non avrei mai rinunciato. Come a Balotelli del resto capace di quelle accelerazioni improvvise che mancano ad una squadra, quella azzurra, stanca, sfibrata e senza idee. (adesso che probabilmente mancherà Pirlo alleluia!). Ci vorrebbe l'Ingegner Cane. ma adesso Fabio De Luigi s'è imborghesito e la Gialappas ha perso mordente. Come l'Italia del resto (non solo quella calcistica purtroppo).
Questa squadra mi sembra totalmente a fine ciclo, svuotata dal cambio generazionale ed avara di fantasia e genialità, quest'ultima cosa però anche per scelte di Mister Lippi (vedi caso Cassano).
Dopo la vittoria mondiale del 1982, Bearzot 4 anni dopo in Messico non ebbe il coraggio di rifondare la Nazionale e il gruppo che l'aveva portato sul tetto del mondo, affidandosi a gente stanca, vecchia e a fine carriera. L'impressione è che la stessa pavidità abbia colpito anche Lippi dopo il trionfo di Berlino....
Ci vorrebbe Oronzò Canà e la sua simpatica cialtroneria. Ma quello era un personaggio di fantasia. Questa invece, è la triste realtà...

mercoledì 2 giugno 2010

Casa di bambola


Ascoltare mio padre e la sua “compagna” lamentarsi di non arrivare alla fine del mese è stata una delle esperienze più eccitanti della mia vita.
Eccitante perché l'ho vissuta nella loro casa nuova, fresca di arredamento stile casa di bambola con un soggiorno zeppo di cianfrusaglie inutili, vasi vasetti e bottiglie di vino con tanto di polvere incorporata, un maxi televisore a schermo piatto e un leggio di legno con sopra aperta una bibbia, come a sottolineare che in quella casa regna l'amore e la speranza.
Io vengo dai bassifondi della società - casa popolare dove il massimo della fortuna è trovare un posto auto libero - e vedere tutte quelle cazzate mi ha fatto ridere come un pazzo.
Un quadro con dei fiori ricamati, bambole appese al muro e dei peperoncini di ceramica agganciati ad una trave di legno. Cazzo!!!!
E poi mi ha levato 150 euro dal mantenimento mensile con la seguente motivazione :
DEVO PAGARE 800 EURO DI MUTUO.
Fine della storia o almeno fine della sua storia.
Invidio mio padre perché ha fatto una scelta: quella di divertirsi fregandosene di tutto.
Smart, scooterone, aperitivo al bar; non lo vedrete mai col culo a casa questo è certo; lo vedrete scorrazzare semmai a bordo della sua ambulanza a sirene spiegate.
In quanto a me delle fricative del protogermanico non me ne fotte un cazzo, tanto non mi daranno mai da mangiare e sarò costretto ad elemosinare vita natural durante quei
trecento euro mensili che un giudice misericordioso ha imposto come assegno di mantenimento ad una famiglia di tre persone.

L'Italia non è un Paese normale


Il già rimpianto (da parte nerazzurra), Josè Mourinho si esaltava al rumore dei nemici. Ma lui era Speciale e agli speciali si perdona tutto. Anche la vanitosa tracotanza.
Io che speciale non sono, non alleno il Real Madrid, non ho fatto vincere all'Inter la Coppa dei Campioni dopo 45 anni e non prendo tutti quei milioni semplicemente rabbrividisco.
Rabbrividisco di fronte all'incoscienza delle persone (pur qualificate), che preferiscono il pathos (artefatto) di Centovetrine al dolore (vero) di un giovane paziente con le mani grondanti di sangue.
Lezione di vita: tira più il capello ondulato e profumato di Marianna De Micheli che le mani piccole e tremanti di Raffaello Tasso.
Confrontando i dati d'ascolto (pardon l'audience) di questo blog con quelli dell'acclamata e celebrata soap- opera la cosa è accettabile.
Lo e meno pensare che il sottoscritto con le mani ci scrive (che è sempre meglio che lavorare) e spera un giorno di ricavarci uno straccio di lavoro.
Una simile disavventura, spiega e racconta molte cose. Molte di più di quanto possa fare questo arraffazzonato e disarticolato guazzabuglio d'idee telematiche.
Provero ad indicarne qualcuna.
1) Per quanto condannati (dalla critica più che dal pubblico) siamo rimasti ancora ai filmetti anni 70. Film quelli con Lino Banfi, Edvige Feneck, Alvaro Vitali Carmen Russo che ci hanno insegnato a spiare più che ad ossevare .
2)Hai voglia a parlare d'Avatar 3D e realtà interattiva. Dovremo riabituarci invece, a interagire tra di noi. Ad ascoltarci, a sentirci quantomeno. (l'infermiera ieri non ne aveva alcuna voglia). Riflettendoci aveva ragione: non sono proprio come il saettante Raffaello Balzo.
Ma diventerò comunque un padre gagliardo (permettetemi la sicumera), e se quell'infermiera ieri non mi curava (e ripeto non ne aveva nessuna voglia), come dice il povero signor Rezzonico potevo rimanere offeso!!!!!!!
Ad onor del vero, la grossa, grassa infermiera, (fidatevi : era proprio così!), a seguito di reiterate ingiunzioni di soccorso da parte del sottoscritto e del suo accompagnatore compiva (pur tra mille riluttanze), il suo dovere e il vostro amato (lo spero), blogger riusciva ad ottenere i dovuti soccorsi.
Ma la cosa a 24 ore di distanza, non mi soddisfa lo stesso. Non può bastare un rotondo sorriso a riparare un'evidente sghemba crepa di un servizio (il Pronto Soccorso), vitale per tutti i cittadini di questo paese!!!
Possibile che anche i servizi più comuni in questo Paese debbano essere PRETESI anzichè (come sarebbe più che normale), GARANTITI?
Non lo so, non lo so davvero.
Forse l'Italia non sa cosa farsene della gente normale... Forse in Italia bisogna andare in giro col piglio di Bud Spencer e la furbizia di Terence Hill e millantare qualità speciali per esser degni di qualche attenzione....
Josè Mourinho questo l'aveva capito prendendo a pesci in faccia il calcio italiano e dominando in Europa.
L'infermiera di ieri decisamente no.
Ma ormai lo avrete capito: l'Italia non è un paese normale... per cui passo e prima di chiudere o voi che lieti oggi festeggiate uno Stato fantasma, permettete un piccolo consiglio:
Semmai in futuro avrete bisogno del pronto soccorso, non limitatevi a chiedere aiuto; fate direttamente irruzione nel nosocomio alla Bruce Willis dicendo d'avere addosso una bomba: vi prenderanno per pazzi d'accordo, ma almeno non rischierete di rimetterci le mani.