Ieri sera alle 19 e 30 è accaduta una cosa bellissima: l’Inter ha vinto la Coppa Intercontinentale battendo i congolesi del Mazembe per tre a zero. Un risultato perentorio e giusto che consentirà a Zanetti e compagni di festeggiare alla grande il Natale rispondendo con i fatti a tutti quelli che pensavano che l’Inter avesse smesso di vincere.
Poi, alla fine nella consueta conferenza stampa del dopopartita, ho visto il di solito pacioso Benitez, esplodere di bile chiedendo rinforzi. Nulla di strano fino a quando mi rendo conto di una cosa assai bislacca: ascoltavo il buon Rafa ed ero d’accordo con lui…! Incredibile !.
La mia non era la comprensione che si riserva a chi ti fa pena, (poverino se l’Inter è attardata in campionato non è certo colpa sua), ma partecipazione seria, convinta, assoluta.
Non era bieco patriottismo (l’Inter ha pochissimi italiani), ma qualcosa di più. Ragionando sulla questione, mi sono accorto poi di una cosa: la mia pancia borbottava. Cercava di suggerirmi qualcosa. Ma io non afferravo. Mi sforzai ancora fino a quando ho capito. Cosa? Ve lo spiego subito. O almeno ci provo.
Tutti hanno una squadra del cuore (anche quelli che non lo sanno, anche quelli che non hanno un cuore). Molti hanno una squadra dei nervi (quella che proprio non sopportano). Qualcuno ha una squadra della pancia.
La squadra della pancia è la squadra che ti sta simpatica è non sai perché. Quella che avrebbe tutti gli elementi per lasciarti perplesso: però la segui la temi, te ne innamori e la sera vai sempre a controllare il risultato. Io ho due squadre della pancia: l’Inter e il Napoli.
Se ci penso bene, l’Inter non dovrebbe piacermi. Milano è anche la città del Milan la mia squadra dei nervi: ebbene sì non lo sopporto e sono contento quando perde. I milanesi sono una tribù autarchica e indipendente. I tifosi sono accesi con la propria squadra prima che con gli avversari (lo so avendo visto una pletora di zii soffrire e inveire contro il televisore ai tempi delle vacche magre). Il colore delle maglie non è bellissimo: e comunque ora le cambiano così spesso che è difficile affezionarsi ai colori. Il presidente Massimo Moratti faceva e sbandierava acquisti che si rivelavano bidoni ottimi per la raccolta differenziata (vedere per credere qui sotto). Lo scudetto delle penalizzazioni è stato un premio troppo grande lo scudetto assegnato d’ufficio nel 2006 una ricompensa eccessivamente generosa.
Una squadra così non dovrebbe piacermi. È invece mi piace. L’Inter è scapigliatura con i tacchetti: non ricordo un solo campionato normale, da quando la conosco: campionato 91 -92. La squadra schiera sempre un giocatore incredibile, pazzesco o almeno sorprendente. Adesso c’è Samuel Eto’o uno dei pochi stranieri che da quando è arrivato in Italia si sta comportando come imponevano il suo nome e la sua aura vittoriosa aiutando la sua squadra a trionfare in ben cinque competizioni con gol a ripetizione e prestazioni da urlo. Da piccolo, ricordo il compassato Dennis Bergkamp che sembrava un attore uscito da un fotoromanzo ma sapeva giocare a pallone ma soprattutto sapeva far gol soprattutto in Europa. C’era il terzino brasiliano Roberto Carlos un diavoletto ilare che tirava punizioni corporali a tutti i portieri che gli capitassero e Fabio Galante uno che ha indossato bene la maglia nerazzurra ma chissà perché tutte le donne a quei tempi avrebbero voluto sfilargliela di dosso.
Poi un’estate arrivo un saraceno. Il suo nome era Belozoglu Emre. O Emre Belozoglu non importa mantenere un ordine nominalistico. Sta di fatto che a me Emre piaceva tantissimo. Calcisticamente intendo. A Fantacalcio facevo l’impossibile per averlo.
Piccolo, sornione ed efficace lo potevi mettere dappertutto che comunque faceva bene.
Ma la storia nerazzurra ha raccontato anche altro. Storie di giocatori normali che per qualche motivo sono diventati straordinari e indimenticabili: ricordiamone qualcuno… distinguendoli secondo la limitazione. Cominciamo da quelli con limiti fisici e mentali.
Nwankwo Kanu da Owerri (Nigeria) ha una biografia molto particolare. A 17 anni venne strappato da un baobab e portato in Europa. Lontano dalla giungla si scoprì che poteva essere utile anche come calciatore e l'Ajax lo inserì nella sua fabbrica di giovani campioni. Dopo 3 stagioni c'è la sensazione di avere tra le mani uno dei migliori giovani talenti. L'Inter riuscì a strapparlo agli scudieri. Dopo Atlanta '96 il medico sociale nerazzurro scopre una insufficienza cardiaca del calciatore africano. In Olanda avevamo fatto giocare Kanu per 3 anni senza mai notare il suo difetto fisico e facendogli rischiare la vita. La carriera sembrava ormai al capolinea. Il miracoloso ritorno avviene dopo un anno ma le sue prestazioni sono deludenti. Inoltre il giovane nigeriano riesce a legare solo col connazionale West...e non deve essere una bella esperienza. Moratti prima lo dà in prestito e poi lo vende all'Arsenal. A Kanu,che aveva trovato un padre in Moratti, gli si spezzò il cuore a lasciare Milano (ops...mi e' scappata)! Dopo i nerazzuri lo spilungone delle aquile verdi ha trascorso una carriera tra alti (pochi) e bassi (molti). Oggi è il leader del Portsmouth. 197 centimetri di inutilità.
Khalilou Fadiga nasce a Parigi ma decide, visti i limiti, di giocare nel Senegal. Anche la sua storia ha molti tratti sorprendenti. Arriva in Europa a 20 anni e gioca quasi un decennio nella mediocrità del campionato belga prima di passare per 3 stagioni all' Auxerre. Nel mezzo l'esperienza che ti cambia la vita: trovarti al posto giusto nel momento giusto. Fa parte infatti della spedizione senegalese in Giappone e Corea 2002 in cui Diouf e compagni stupiscono il mondo intero. Tanto gli basterà per campare di rendita e essere acquistato un anno dopo dall'Inter. La nuova ala sinistra di Cuper. Chiiiiiiiii??? Fadiga?? Il popolo nerazzurro fece ''fadiga'' ad abituarsi all'idea poi venne perversamente sollevato dalla scoperta di problemi cardiaci per il 30enne esterno parigino. I medici si espressero con estrema crudezza e certezza : ''Fadiga sotto sforzo rischia la vita''. Dal canto suo l'eroico Khalilou la pensava diversamente e sbottò : ''Sono tutte fesserie, sto benone, non ho nessun problema, posso giocare''. Stendiamo un velo pietoso. L' Inter rescisse il contratto. Lui con immenso rancore e livore se ne va promettendo ''C'è una congiura contro di me, dimostrerò nel prosieguo della mia carriera che l'Inter ha sbagliato di grosso. Io posso giocare loro non mi hanno più voluto''. Ineccepibile .Peccato, però, che dopo qualche mese circola la notizia di un malore in campo per Fadiga anche se il procuratore si affretta a smentire eventuali cause cardiache. Che figuraccia! Visto il suo scarso appeal col calcio Khalilou l'anno scorso è diventato noto sul mondo del web per aver inserito un annuncio commerciale. Aveva messo in vendita un telefonino LG per appena 500 euro!!!
Ora passiamo ai giocatori con evidenti turbe mentali.
Jeremie Brechet era decisamente un impedito. Arrivò all' Inter essendo soprannominato ''Il terrore corre sulla fascia sinsitra''. I dirigenti nerazzurri non capirono l'ambivalenza del soprannome. Brechet prima di venire in Italia venne seguito da Juve e Barcellona, vinse un paio di campionati col Lione ed era in pianta stabile nei ''Blues''. Lemmerre lo tagliò per il mondiale 2002. Moratti se ne innamora in un Inter - Lione di Champions e il 31 agosto seguente sborsando 5 mln lo porta ad Appiano. I giornali si sbizzarriscono: ''Ecco l'erede di Carlos''... sarà solo il remake di un famoso film ''La maledizione della fascia sinistra''. Avrà comunque effetti importanti sulla stagione dell'Inter. Giocò abbastanza ma io non sono riuscito a capire che caratteristiche avesse. Di certo non la capacità di coprire. Giocò venti minuti nel derby permettendo a Sheva di segnare il 3-1, giocò a Brescia e si rese partecipe della colossale papera di Toldo che tutti ricorderete. Risultato: Cuper esonerato.. Vergognoso il modo in cui un esordiente Tavano lo scherzò a San Siro facendo coincidere la sconfitta dell'Inter con l'Empoli, le dimissioni di Moratti e la sua epurazione all'ombra della Madonnina. Ma lui tranquillamente si divertiva nella Milano chic: in molti se lo ricordano sfilare sulla passerella per Pirelli. Senza contegno. Quando fu presentato l'anno seguente dalla Real Sociedad confessò candidamente: '' Zaccheroni mi disse esplicitamente che non mi avrebbe mai fatto giocare''.... come dargli torto??
A San Sebastian viene travolto da frequenti infortuni. L'ultima notizia che abbiamo di lui è un' intervista rilasciata lo scorso 7 luglio ''Chi vincera la finale mondiale? La Francia ovvio''...ma quando ne azzeccherai una?? Sfigato, limitato.
Ora è tornato in Francia nel Sochaux
Giorgios Karagounis è un mediano mediocre che dopo una intera carriera nel prestigioso campionato greco viene prelevato dall'Inter con risultati poco convincenti ovviamente. Un giocatore strano. Tanto cuore, discreta tecnica ma limiti mentali. Non potrò mai dimenticare un’ amichevole estiva in cui Cuper lo provò nel suo 4-4-2. Era completamente spaesato. Girovagava senza meta. Cuper dopo una manciata di minuti lo mandò sotto la doccia. Intelligenza tattica uguale a quella di un bradipo. Il calcio è strano e spesso ingiusto. Ecco il colpo di culo. Vedi un ''dio del calcio'' come Baggio abbandonare senza alcuna vittoria in nazionale mentre c'è un energumeno come Karagounis che trascina la Grecia insieme a Charisteas a vincere l'Europeo. Bah...Credo che in ogni caso l'aiuto del dio greco Ano sia stato fondamentale. Comunque oggi Giorgios gioca nel Panathinaikos e ultimamente ci sono voci di mercato che vorrebbero Roma e Udinese sulle sue tracce. Un uomo che ha avuto e sta avendo più di quello che merita.
Poi c’è stato Francesco Moriero e io ho solo bei ricordi di quell'ala terribile dal piedino misura 37! Nel 97/98 fu lui la vera sorpresa facendo faville insieme a Ronaldo e conquistando la maglia da titolare per i mondiali di Francia.Allora vi chiederete perché sto citando Moriero..e vi rispondo subito! Da quel lontano 1998 ad oggi non si è vista più un'ala in grado di ''consumare'' le fasce di San Siro. Eppure i tentavi sono stati molti...per colpa sopratutto di Cuper che richiedeva ali in quantità industriali. Ricordiamone qualcuna:
Sergio Conceiçào sbarcò in Italia nell'estate '98 grazie alla Lazio, provenienza Porto. Eriksson gli diede immediatamente grande fiducia. Sergio non tradì le aspettative e si rese protagonista. Un'ala rapida, dal buon dribbling e buon cross. Divenne la prima scelta anche in nazionale facendo dirottare Figo sulla sinistra. Si presentò ad Euro 2000 con un palmares ricchissimo e giocò un grande Europeo nel Portogallo superoffensivo (lui, Rui Costa e Figo dietro Joao Pinto e Nuno Gomes).Tornò in Italia ma non più a Roma bensì a Parma dove finì per essere il bersaglio preferito del pacato Ulivieri. Il buon Renzo lo costringeva alla panchina e l'ambizioso Sergio scelse l'Inter di Cuper per rilanciarsi. Un'ecatombe! Per comprendere la sua avventura nerazzura vi basti il mio racconto del 3-0 di Ronaldo al Verona (poco prima di Natale!). Conceicao prende palla sull'out di destra e con un morbido cross pesca la zucca di Ronaldo che fa centro. Cuper scatta dalla panchina sottolineando con un solo dito alzato il numero di assist confezionati dal portoghese in 20 gare. Nel mentre Conceicao scoppiò in lacrime manco avesse deciso la finale di Coppa del mondo! Dopo 3 giornate giunse anche il primo (ed unico) gol all'ombra della Madonnina. Un bel gol a dire il vero ma anche qui le reazioni furono singolari! Vieri corse imbufalito verso il n.7 con la palla tra le mani...ma non per festeggiarlo bensì per prenderlo a pallonate! Il portoghese subì un'inspiegabile involuzione trascorrendo le sue 42 presenze in 2 stagioni nel tentativo ripetuto e fastidioso del suo ''tipico'' dribbling: si metteva di spalle all'avversario, poi quando gli arrivava la palla la faceva passare prima tra le sue gambe e poi( sperava almeno) tra quelle del suo avversario! Peccato che gli riuscì solo una volta! L'Inter lo regalò alla Lazio dopo che era costato 40 miliardi di lire nello scambio con Frey! La Lazio invece pagò il Porto pur di riprenderselo! A questo punto coerentemente col processo retroattivo Sergio sarebbe dovuto tornare a casa. Ma provò a scommettere sul suo rilancio in Belgio, nello Standard Liegi. Peccato che oltre che sul suo rilancio ha scommesso anche sulle partite della sua squadra. E’ stato indagato per la vendita di alcune partite. Sciagura!
Oggi vice allenatore dello Standard Liegi
Insieme a Conceicao l'Inter acquistò anche ''Un giocatore in grado di fare tutta la fascia'' (come disse Cuper)! Alias Andreas Guglielminpietro, in arte, non si sa quale, Guly. Il Milan lo scovò nel Gimnasya dove segnò la bellezza di 14 gol in una stagione! In rossonero si comportò discretamente segnando addirittura il gol scudetto a Perugia. Ma con l'Inter fu tutt'un'altra storia. Imbolsito, gobbo, senza forza, non parliamo poi di potenza. Il piedino non era da buttare ma Vieri non era mica d'accordo. Bobo dopo Inter-Chievo 1-2 sbottò negli spogliatoi: ''Se abbiamo giocatori di classe (Recoba intendeva) e facciamo giocare le pippe (Guly)...''.Sottile come sempre Bobone. Da quella partita Guly venne impiegato col contagocce. Ritornò dopo un anno in un Juve-Inter 3-0 in cui l'esterno dal nome impronunciabile si fregiò dell'onore di marcare un autogol contro gli odiati bianconeri. Moratti lo relega in prestito al Bologna dove Guly si laurea anche recordman mettendo a segno 2 reti di mano! Forse era solo un modo per sentirsi come Maradona...
Con Conceicao e Guly titolari l'alternativa fu individuata in Buruk Okan! Un giocatore che mi stava simpatico ma che col calcio ha ben poco in comune. Fiscamente impresentabile, lento e dai piedi rozzi come quelli di Diamoutene! Fu acquistato insieme ad Emre per 14 miliardi ma probabilmente il solo Emre venne valutato 14 mld. Appena giunto alla Pinetina si permise di schernire Toldone per quel gol di testa(!!!!!!!!) che aveva siglato a Euro 2000 in Italia-Turchia 1-2 (Conte, Okan, Inzaghi). E dire che Toldo confessò candidamente che nemmeno sapeva chi gli avesse fatto quel gol! Singolare il cartellino rosso che Dondarini gli mostrò in un Chievo-Inter 2-1. L'orecchiuta ala turca aveva semplicemente (e amichevolmente) poggiato la mano sulla spalla del direttore di gara mentre gli chiedeva spiegazioni! Nel dopogara Buruk si sentì vittima di razzismo. Commovente.
Ma non è finita qui…
Correva l'anno 2000. L'Inter ha fame di vittorie. Il digiuno dura ormai da 11 anni e Moratti decide di affidare le redini della sua squadra al tecnico più vincente del momento, Lippi ,ausiliato da Lele Oriali. I due hanno carta bianca. E' l'ora di fare una campagna acquisti faraonica.
I nerazzurri hanno bisogno innanzitutto di solidità difensiva e in quest'ottica va inquadrata la conferma di Cyril Domoraud, fortemente voluto da Lippi dopo i suoi trascorsi all'O.Marsiglia. Il pittoresco centrale ivoriano si candida ad un posto da titolare al fianco di Blanc. Infangherà l'onorabilità di San Siro solo 6 volte. E si farà notare per i bruschi rifiuti della tribuna e l'altrettanto brusco passaggio ai cugini del Milan.
Ma la difesa necessita anche di spinta sul binario sinistro, un bel terzino in grado di raccogliere la pesante eredità di Gilberto. Oriali, a poco dalla chiusura delle liste, afferma tra lo spocchioso e il felice : ''Abbiamo acquistato un terzino tutto nervi''. L'identikit corrisponde allo slovacco, e sottolineo slovacco, Vratislav Gresko. Nel primo anno in Serie A Vrati è chiuso da Fabio Macellari. Ma i nefasti effetti del suo acquisto si presenteranno agli occhi di tutto il mondo 12 mesi dopo, il 5-5-2002. Lazio-Inter, decisiva per lo scudetto. A fine primo tempo Gresko decide che non gli interessa diventare campione d'Italia ma è più importante essere solidale con il conterraneo Poborsky fornendogli l'assist per il gol della svolta che strappa dal petto delle maglie nerazzurre uno scudetto già cucito. Lo smilzo terzinaccio ci riprova a Parma. Niente da fare. Quindi prova ad esportare il suo credo calcistico oltre la Manica, in Premier League, nel BlackBurn. Peccato. Esordio con autogol. Ora è svincolato.
Sistemata la difesa si cerca di dare fosforo e imprevedibilità ad un reparto ampiamente coperto: il centrocampo. Serve un mediano dai piedi buoni e dalla discreta eperienza internazionale. Niente di meglio, quindi, di andare a pescare nella Selecao. La scelta cade sul nuovo Dunga ovvero Vampeta. Già il nome non promette niente di buono. Il suo club di appartenenza, il Psg, vuole inserire Recoba nella trattativa. Propone Vampeta più Ronaldinho per l'uruguayano. L'Inter non ci casca e paga fior di quattrini il brasiliano che quale illumina San Siro per pochi match. Poi cerca di farsi ricordare per le sue imprese omosessuli fuori dal rettangolo verde.
Infine una ritoccatina all'attacco. Lippi ha a disposizione il potenziale offensivo migliore del mondo: Vieri, Ronaldo e Recoba. Ma lui che ha esperienza pensa che la stagione è lunga e sia meglio premunirsi. Eccoti Sukur Hakan. Il caprone turco torna in Italia dopo l'effimera parentesi al Torino. Questa volta ha, però, una fama internazionale rassicurante dopo aver alzato la coppa Uefa e disputato un ottimo Europeo con la Turchia. Esordisce con un' infelice battuta. Alla domanda:''Cosa pensa della coppia Sukur-Vieri?'' risponde convinto :''Grande coppia ma sarà lui a dover girare intorno a me''. Ma per favore! Lentezza d'esecuzione, incapace a fare sponda, lento come nessuno negli spazi aperti lo ricorderemo per tre gol contro Roma, Milan e Herta Berlino. Non tanto per la fattura delle marcature ma per l'effetto scaturito da esse. Corsa impazzita, veloce come non lo si era mai visto, per tutto San Siro con annesso striptease decisamente da dimenticare così come la sua stagione. Non si può evitare di riaprire una vecchia ferita dei tifosi interisti e di tutti gli appassionati del bel calcio ricordando il gol a porta inspiegabilmente vuota che si mangiò col Verona. Il tranquillo Hakan non si perse d'animo. Provò a ritagliarsi uno spazio nell' Inter di Cuper. Purtroppo nel pre-ritiro venne malmenato (a ragione) da tre tifosi. Se ne andò. Il Parma dopo Gresko si accollò anche la gravosa inutilità di Sukur. Poi tornò in patria a fare l'eroe nazionale segnando 40 reti l'anno.
Cari amici non è finita quì .All'epoca l'Inter oltre ad allestire un dream-team per il presente pensò che un club così importante dovesse gettare le basi per i successi futuri. Quindi il buon 'Chino' Recoba, dopo aver strappato un contratto di 15 miliardi annui, decide che almeno un consiglio gratis a Moratti glielo deve. Ed ecco che vediamo sbarcare alla Malpensa l'ennesimo scandalosa promessa esotica: Antonio Pacheco, amico e connazionale di Recoba. Il 'talentinho' di Montevideo non trova spazio e si capisce in fretta che su di lui non si può certo contare per il futuro. Emigra in Spagna e sfido qualcuno a dirmi di aver sentito parlare ancora di lui.
Grazie Lippi. Grazie Oriali.Nessuno avrà il coraggio e la sfacciataggine di acqiusire le prestazioni di giocatori del genere. Quindi la fama del vostro gioiello perdurerà nella storia.
Poi vi era il Napoli. Specchio fedele degli anni ottanta con quell’anima sudamericana che ti fa impazzire il Napoli, di cui sono un tifoso sin da quando avevo sette anni, rappresentava perfettamente l’Italia di quei tempi :artigianale determinata e brevilinea faceva accapponare la pelle ai tifosi con il trio delle meraviglie Careca Maradona Giordano.
Oggi al loro posto ci sono Hamsik Lavezzi Cavani è un Europa ancora viva tutta da giocare contro il Villareal. Ma non è stato sempre così.
C’era una volta un piccolo Napoli che i vari presidenti si divertivano a maltrattare come potevano. Qualche esempio? Il presidentissimo Corbelli dal Brasile esportò una garanzia per il centrocampo : Paquito...oltre ad essere sicuramente di una scarsezza disarmante , che ebbe modo di testimoniare a Ravenna , in prestito , io ho l'impressione che questo brasiliano avesse una peculiare caratteristica : era una calamita di palle...ma non con i piedi...mi sa mi sa che questo era ricchione dalla testa ai piedi. Già ti chiami Paquito che è un nome da frocio, poi hai la faccia dolce dolce , non giochi manco a pagarti , sei amico personale di Vampeta...dai , sei gay.
Qualcosa di buono tuttavia arrivò , su espressa indicazione di Zeman , dal Banik Ostrava , fu preso Marek Jankulovski , che giocava centrocampista e non terzino sinistro , dotato di corsa , senso tattico e soprattutto un sinistro micidiale.
Il Napoli poi è fallito per debiti , ed effettivamente è normale , quando spendi 32 milioni di euro , 64 miliardi di lire per acquistare : David Sesa, attaccante che aveva fatto meraviglie a Lecce , lo svizzero a Napoli in 3 stagioni fece solo schifo . Era di una lentezza assurda , non dribblava manco a pagarlo , non tirava mai e di segnare non aveva la più pallida intenzione. Di Sesa si ricorda soprattutto un calcio d'angolo battuto contro la Salernitana : è difficilissimo spiegare come fece : ma lo tirò dritto per dritto , ma non verso la porta , ma verso la curva , bah.... E poi l'acquisto più costoso della storia del Calcio Napoli : Claudio Daniel Husain , el pica pietra , lo spaccapietre , centrocampista di rottura che a Napoli spaccò solo i coglioni dei tifosi. Per tre stagioni lo stesso andazzo : iniziava il campionato , faceva merdate inimmaginabili , dopodichè veniva spedito in prestito in Argentina , dove vinceva il campionato con il River Plate.
Di Edmundo , non si può parlare propriamente come bidone , dotato di qualità tecniche indiscutibili , un fortissimo attaccante insomma...ma a Napoli lo ricordano più per i vaffanculo elargiti con molta generosità a Mondonico , subentrato a Zeman.
In quel Napoli inoltre , trovò spazio e segnò , ma dubito che i più se lo ricordino , un certo Oliveira Carvalho Amauri, uno dei migliori attaccanti del panorama mondiale attualmente , chiaramente fu poi regalato per 2 soldi al Piacenza.
Il Napoli alla fine della stagione retrocesse , oltre che per queste merde che aveva in squadra (ho parlato di stranieri ma potrebbero essere ricordati i vari Amoruso , che portò alla dannazione i tifosi per le bestemmie che suscitava , Giacomo Tedesco , Ciccio Moriero....) anche per risultati poco chiari delle concorrenti (si ricorda un Verona già retrocesso che andava a vincere all'ultima in casa di un Parma , che già sicuro dell'Europa andava a battere il Vicenza fuori casa , la Reggina ecc.) e per i casi di Passaportopoli per cui non fu data mezza punizione. Ma che possiamo farci...è andata così.
E non è finita qui.
Nella città in cui Maradona viene ancora venerato come un santo ... ma se Maradona viene venerato come un santo , di certo non si può dire lo stesso di alcuni stranieri passati ad indossare la casacca azzurra.
Abbiamo già trattato dell'incredibile stagione 97'98 , quella dei quattordici punti in classifica , quella di Calderon , di Asanovic , di Stojak , di Mutti....quella merda di stagione insomma , in cui l'orgoglio di noi napoletani venne messo alla prova con una serie di sconfitte tennistiche e con giocatori dopati di camomilla , bromuro , seghe megagalattiche e mozzarelle di bufala.
Beh , dopo una anonima stagione in B con Ulivieri alla guida , con un Murgita merdosissimo in cui passò per Napoli gentaglia come Flick , il tedesco spilungone e scarsissimo , il Napoli nella stagione successiva riuscì a tornare in A , con Novellino ma soprattutto con uno Stefan Schwoch incontenibile che divenne super beniamino del San Paolo , con un Francelino Matuzalem insuperabile diga di centrocampo , un Massimo Oddo destinato ad altre platee e un Roberto Stellone finalmente consacratosi bomber di razza.
Arrivò alla guida del Napoli , in compagnia di Ferlaino , Giorgio Corbelli , re delle televendite e di Telemarket , chiaramente , al nuovo esperto di pallone non andava bene Novellino , non andava bene la squadra vincitrice del campionato di serie B , non andavano bene Oddo , Lucenti ecc. , ma soprattutto non andava bene tenere il nuovo re di Napoli , Stefan Schwoch...no , arrivò Zeman , e con lui tanti, tanti cessi inimmaginabili.
Incominciamo dalla difesa : accanto al veterano Baldini , per dare sicurezza ad un reparto che con Zeman di sicurezza ne ha ben poca , venne un giovane nigeriano dallo Standard Liegi : Rabiu Afolabi , che già in Trentino , nel precampionato faceva dannare Zeman , non solo era lento e scarso come un bradipo anemico , era anche uno sfaticato di prim'ordine : si fermava sempre dopo 10 minuti di allenamento , cercava scorciatoie ai percorsi che doveva svolgere la squadra , tanto che Zeman dichiarò : "Penso che pensionato settantenne abbia più capacità atletiche di Afolabi" ...non giocò mai , per fortuna.
Vennero presi in blocco tre giocatori dallo Sporting Lisbona : Josè Luis Vidigal , rocciosissimo centrocampista che si rivelò tuttavia un buon affare , per grinta e capacità di inserimento un gran bel giocatore , infatti bazzica ancora per la medio-bassa serie A italiana. Facundo Quiroga, libero argentino , e qui molti lo associano ad un bidone...suscitando le mie ire , nel campionato svolto a Napoli ho un ricordo di un giocatore eccellente , capace di uscire palla al piede a testa alta dalla difesa con eleganza e classe , capace di fare lanci millimetrici , uno dei migliori calciatori mai visti a Napoli sicuramente. Non capisco come i napoletani , dopo aver avuto in squadra due anni Ayala ,un cesso vivente , possano dire che Quiroga fosse scarso. Ultimo dei tre fu Abdelillah Saber ,che ebbe lo splendido merito di giocare da Dio...solo in una partita , Napoli-Juve , dopodichè sempre partite di merda passate a litigare con qualche avversario , coi guardalinee o con l'arbitro. Niente , non era buono , era nervoso e svogliato.
Il Napoli...il Napoli della stagione 97/98...Il Napoli da 14 punti , due sole vittorie , 4 allenatori cambiati , ventottomila gol subiti...insomma...Il Napoli.
Il presidente Corrado Ferlaino si lancia in una sfrenata campagna acquisti , con l'obiettivo di riportare la sua squadra al ruolo che gli compete : protagonista in Italia e in Europa.
Dopo una stagione discreta , che vede la squadra perdente nella finale di Coppa Italia col Vicenza , arriva il centrocampista dell'Udinese Fabio Rossitto , fresco di europeo in Inghilterra...il numero che portava sulla maglia , il 4 , è ben al di sopra del giudizio che meritava per la stagione disputata..., arriva l'ex capocannoniere delle serie A : Igor Protti...giocherà un'ottima stagione...da difensore però , per tutte le squadre avversarie. In un attacco da ricostruire dopo le partenze di Caccia e Aglietti , viene acquistato il giovane Claudio Bellucci...l'unico a salvarsi dal disastro generale.
Sul versante stranieri , per sistemare la difesa , il manager Ottavio Bianchi si affida allo stile francese...William Prunier , roccioso centrale , acquistato per un miliardo dal Montpellier...Prunier sarà uno dei difensori più amati...dagli attaccanti delle squadre avversarie...Balbo ancora gli manda il regalo a Natale per la marcatura che gli fu opposta dal francese in un Roma-Napoli 6-2. Fortunatamente qualcuno ebbe la dignità di mandarlo in Scozia a calci in culo.
Ma il clou è ancora da scoprire. Serviva il colpo che avrebbe movimentato la campagna acquisti , si parlava di Roberto Baggio , svincolato dal Milan , la pista affascinava i tifosi , ma il presidente voleva regalare di più , con un esborso di 7 miliardi e mezzo venne acquistato il puntero dell'Indipendiente Josè Luis Calderon. I Napoletani si sa , in fatto di furbizia sono famosi nel mondo , talmente famosi , che in Argentina saputo dell'interessamento del Napoli per Calderon , si fecero una risata e pensarono "Ok , vai col pacco , doppiopacco e contropaccotto"....il nostro Calderon , venne inspiegabilmente convocato per la Coppa America da Passarella , in modo tale che il valore di un calciatore nazionale crescesse.
Arriva Calderon a Napoli , foto rituale sotto la gigantografia di Diego (altro che foto , io avrei organizzato una fucilazione) e via con la prima intervista "In Italia el record de goles es 33 , jo ne farò 32...."
La stagione inizia col mister Bortolo Mutti...disastrosa , Calderon fa solo qualche spezzone di partita , in uno di questi viene giustamente preso a calci e sputato addosso da Bellucci perché voleva persino tirare un rigore. Intanto ingrassa come un tacchino...ma forse un tacchino sarebbe stato più utile nelle trame della squadra.
Mutti viene esonerato , e arriva il buon Carletto Mazzone che racconterà : "Nella mia esperienza a Napoli , ricordo un aneddoto : Ferlaino che mi diceva -Mister mi faccia giocare Calderon- ed io facevo finta di nulla ; alla seconda partita Ferlaino di nuovo -Mister mi faccia giocare Calderon- ed io ancora feci finta di nulla , alla terza partita -Mister mi faccia giocare Calderon- mi stufai e risposi - 'A presidè...guardi che glielo faccio giocà pe' davero eh!"....il buon Mazzone...capì l'andazzo e andò via dopo 4 partite.
Calderon disputerà sei spezzoni di gara , di lui i napoletani più accorti ricorderanno solo un pallonetto da 40 metri con la primavera. Ora segna ancora a raffica in Argentina.
Una sola precisazione : Con questo post non intendo assolutamente pormi CONTRO gli stranieri scandalosi , anzi ringrazio le squadre italiane per i loro acquisti e spero continuino in questa ricerca dell'assurdo.
Perché l’assurdità è come il calcio: il sale della vita…!
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