Stamattina il mio giardino era tutto coperto di neve.
Neve sulle case,sulle auto,sugli alberi.
Pensando di essere in un sogno ho richiuso gli occhi e li ho riaperti ma la neve stava ancora li, morbida e soffice come un piatto di cervello di maiale fritto.
Perfino al mio paese - in quel lembo di terra che non è più Basilicata ma non è nemmeno Calabria - ha nevicato.
Datemi il freddo e il vento ma non la neve, che rende questo anticipo di Natale così tremendamente patetico.
Da piccolo annusando l’odore degli aranci e il fumo dei comignoli, sapevo che il Natale si stava avvicinando; ora cammino tra persone che sembrano burattini, carichi di regali e sorridenti come ebeti.
Ha ragione Berlusconi: il paese sta bene, la crisi è solo un invenzione (sinistra? destra? ).
Sono io, forse, quello che non sta bene,perché penso agli operai,ai precari,ai disoccupati,ai barboni,a tutti i figli di puttana e alle puttane che lavoreranno anche la vigilia di natale, ai panettieri,agli autisti e camionisti,agli infermieri,agli spazzini,ai baristi,ai ferrovieri.
Dovrei pensare di più anche a me stesso, alla mia felicità: per questo affogherò i denti nell’ennesima fetta di panettone, facendo attenzione a scartare i canditi.
Tanto dal sette gennaio, saremo tutti a dieta.
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