giovedì 16 dicembre 2010

E' Natale (ma io non ci sto dentro)


Stamattina il mio giardino era tutto coperto di neve.
Neve sulle case,sulle auto,sugli alberi.
Pensando di essere in un sogno ho richiuso gli occhi e li ho riaperti ma la neve stava ancora li, morbida e soffice come un piatto di cervello di maiale fritto.
Perfino al mio paese - in quel lembo di terra che non è più Basilicata ma non è nemmeno Calabria - ha nevicato.
Datemi il freddo e il vento ma non la neve, che rende questo anticipo di Natale così tremendamente patetico.
Da piccolo annusando l’odore degli aranci e il fumo dei comignoli, sapevo che il Natale si stava avvicinando; ora cammino tra persone che sembrano burattini, carichi di regali e sorridenti come ebeti.
Ha ragione Berlusconi: il paese sta bene, la crisi è solo un invenzione (sinistra? destra? ).
Sono io, forse, quello che non sta bene,perché penso agli operai,ai precari,ai disoccupati,ai barboni,a tutti i figli di puttana e alle puttane che lavoreranno anche la vigilia di natale, ai panettieri,agli autisti e camionisti,agli infermieri,agli spazzini,ai baristi,ai ferrovieri.
Dovrei pensare di più anche a me stesso, alla mia felicità: per questo affogherò i denti nell’ennesima fetta di panettone, facendo attenzione a scartare i canditi.
Tanto dal sette gennaio, saremo tutti a dieta.

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