sabato 29 marzo 2014

Ora che son solo



Ora che son solo,

spoglio di corpo ed anima,

ogni mio gesto

scava un deserto.

I lidi si seccano,

s’oscurano i firmamenti,

e, convertito in fumo

avaro ed espanso,

saccheggiandomi rimuovo

placche d’asfaltate memorie.

venerdì 28 marzo 2014

Il Centro per l'impiego

Oggi ho imparato che il centro per l'impiego (gia' ufficio di collocamento), non colloca alcunche' ma aggiorna posizioni e lucida panchine.
Quelle dove milioni di disoccupati passeranno il resto della loro vita a rammaricarsi per la fatica spesa in tutti gli anni di studio e approfondimento.
Di questioni doverose ma sempre lontane da dove dovrebbero essere.
Al centro di tutto, prima di tutto.
L'impressione che ci si prepari di tutto punto per un appuntamento comunque sempre rimandato e' forte come la frustrazione che ti prende.
Sara' per questo che il centro per l'impiego del mio scaracchio natale, e' situato in un posto sperduto e inavvicinabile ad anima viva.
Per instillare gia' in partenza negli aspiranti lavoratori, sfiducia e prostrazione.
A rimetterci  di piu' son comunque  le leggi. Leggi come quella Biagi. Non ha reso il lavoro mobile. Ma ha creato lavoratori immobili e professioni liquide, insicure caduche di presente e futuro.
Non pervenuto ma pur sempre aggiornato.
E' il sospetto che il mellifluo sorriso del logo che l'incarna sia in realta' un roboante vaffanculo regna sovrano...

mercoledì 26 marzo 2014

Oh me, o vita!

WALT WHITMAN

OH ME, OH VITA!
 

Oh me, oh vita !

Domande come queste mi perseguitano,

infiniti cortei d’infedeli,

città gremite di stolti,

che vi è di nuovo in tutto questo,

oh me, oh vita !



Risposta:



Che tu sei qui,

che la vita esiste e l’identità,

Che il potente spettacolo continui,

e che tu puoi contribuire con un verso.



( Da "Foglie d'erba", 1855)

venerdì 21 marzo 2014

Il Grecale dell'oblio



Pippoli di carta sfumano

Remote primavere

Carboni ardenti

d’annerite intenzioni

languiscono

nel falo’ di un insonne ricordo.

Un poeta e’ un filo di seta

condannato a morte

 dal Grecale dell’oblio.

mercoledì 19 marzo 2014

Buchi neri

Certi giorni son buchi neri. Catturano  lo spirito e lo infilano nella tromba di scivolosi ricordi.
Dannosi quanto il buco dell'ozono.
In quel momento capisco come scrivendo, non faccia altro che corteggiare vecchi fantasmi.
Forse uno scrittore non  e' altro che un dongiovanni del passato prossimo.
Ma fare il Casanova di un'assenza proprio no.
Di mio padre poi.  No al cubo.
Ma in un giorno come questo, non posso non pensare  ne avessi avuto almeno uno scarto,
la mia vita sarebbe stata un po' meno a soqquadro.

domenica 16 marzo 2014

Il passero solitario



GIACOMO LEOPARDI


IL PASSERO SOLITARIO

D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede la sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra
. Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.

Tu solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni nostra vaghezza
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? Che di me stesso?
Ahi pentiromi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.


XI Canto .1831)

venerdì 14 marzo 2014

Tremolanti spoglie



Non ho soldi con me

Ma ricordi tanti

Arrotolati in fogli

Cacciati alla meglio

 negli angoli  remoti del cappotto

Memorie ambulanti

Del mio diseredato cammino

Scrivo e non so spiegare

Quello che mi detta

la magnitudine dell’indigenza.

Forse è meglio cosi.

La miseria  latra inquietudini piu’ grandi

Di queste tremolanti spoglie.


sabato 8 marzo 2014

A tutte le donne di Alda Merini


Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso            
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
 

Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.

venerdì 7 marzo 2014

Uno dei Paesi Bassi

Duecentoquaranta euro.
Questo quanto ho salvato dallo tsunami delle bollette mensili.
Duecentoquaranta euro con cui dovro' navigare a vista per il resto del mese.
A cosa serve coltivar temperie sociali,  se la vita non e' altro che difesa dalle calamita statali?
Me lo domando serio, mentre mi tengo in equilibrio su un filo sottilissimo come un funambolo cieco di vita e di sogni.
Perche' cosi' vivendo tutto si restringe finche non vedi piu' nulla o quasi.
Mi resta infatti, un lieve sorriso pensando a quando da bimbo volevo diventare un grande uomo in barba a  una statura fisica che certo non mi aveva  premiato.
Qualcosa di buono in  trent'anni  di vita l'ho pure fatta, ma non abbastanza da meritarmi il rispetto delle istituzioni che invece d'elargir servizi pretendono doveri e obblighi al limite del praticabile.
Alla fine oggi ho pagato tutto ma in mezzo a tutta questa immane fatica, non mi sento italiano. 
Ma uno dei Paesi Bassi. 
Infatti, preso a calci dallla sorte come sono, e' li' che fa piu male.

martedì 4 marzo 2014

Burattini

PAUL VERLAINE

Scaramuccia e Pulcinella,
uniti da un malvagio disegno,
gesticolano neri contro la luna.

Intanto l'eccellente dottore
bolognese coglie lentamente
i semplici nell'erba bruna.

Allora sua figlia, musetto grazioso,
sotto la pergola, di nascosto,
scivola via mezza nuda alla ricerca

del suo bel pirata spagnolo,
del quale un languido usignolo
grida lo sconforto a squarciagola.

(da Feste galanti, 1869)

lunedì 3 marzo 2014

La Grande Bellezza: come entrare in una gelateria e affondare la mano nuda nella vaschetta del pistacchio



A rischio d'esser impopolare ve lo dico subito: non son contento della vittoria di Sorrentino agli Oscar. Questo perche' in Italia  le vittorie non son mai produttive. Diventano perlopiu' parei dove nascondere pruriginosita' e imperfezioni che la nostra latente inclinazione al patrio autoreferenzialismo d'accatto trasforma  subito  in comodi davanzali da  dove bearsi dei propri gioielli di famiglia senza rendersi conto che in realta’ non son altro che avari fondi di bottiglia.
Se cosi e'questo film e’ l’esposizione assortita e variegata dei nostri umorali intestini  intessuta di tutta la mercanzia del sentimento disponibile sul mercato utile a trainare tutto il teatro umano del mondo : l'amore, l'erotismo, l'avventura, le risate, la perdita, il dolore:  la Grande bellezza  contiene tutti gli ingredienti che cerchiamo in un film . Il tutto senza misteri ne ritrosie ma anzi con un'immediatezza esagitata, stordente, sfiancante. Come se i nostri pregi e i nostri difetti si moltiplicassero a dismisura e la pellicola li srotolasse ad uno ad uno senza edulcorati pietismi e freni inibitori.
Vedere  il film di Sorrentino è come entrare in una gelateria e affondare la mano nuda nella vaschetta del pistacchio. Salvo poi, con stupore e sospetto, accorgersi che la temperatura del gelato è bollente.
Come gli anni che racconta, rutilanti,borbottanti  , sconci.
Come quelli di una generazione in bilico tra l’essere e l’apparire, l’esserci e il comparire per poi perdersi in un fastidioso e fastoso, ottuso rappresentare.
Se l’arte e’rappresentazione delle umane miserie, il film centra bene  l’obiettivo.
E’ pur vero, pero’ che non bisogna compatirsi come il film, attraverso l’eccezionale maschera di Toni Servillo rischia di fare.
L’Italia all’ultima spiaggia di Matteo Renzi non ha bisogno di foglie di fico. Ha gia' avuto Silvio Berlusconi a fargli da assorbente compiacente per vent'anni.
Ora basta. 
 A quelle, ci pensa gia' Raffaella.



sabato 1 marzo 2014

Preistoria e poststoria

La preistoria e' cominciata con l'allevamento del bestiame. La poststoria sta cominciando con l'allevamento dell'uomo.