mercoledì 29 febbraio 2012

Il Mostro è ancora con loro


Son giorni che Facebook come un consumato imbonitore mi chiede se voglio il diario.
Non mi serve. A casa ne sono pieno.
Eppoi mi piace la bacheca.
La bacheca è libera, personale, trasparente.
Il diario invece mi sembra ingombrante, sfarzoso, dispersivo.
Proprio quello che un diario (è una persona ) non dovrebbe essere.
Ma anche questa è l'Italia.
Timorosa di cambiar marcia mentale, e affrontare i suoi atavici dilemmi s'accontenta di mutar interfaccia telematica dispensando vanità.
Peccato nessuno di loro sia così attraente da meritare un sopracciglio e il tutto mi sembri un trascorso rigurgito berlusconiano.
Proprio quello che nessuno vorrebbe impresso sulla felpa ma forse tutti hanno nutrito nel fondo delle loro anime.
In fondo, molto in fondo, tranquilli ma non così tanto da non potersi vedere.
Il Mostro è ancora con loro e non (solo) un film di Roberto Benigni e Vincenzo Cerami del 1994.
Peccato.
Sarebbero pure divertenti.

lunedì 20 febbraio 2012

Probabilmente ora sto ascoltando...




Affamati come lupi
viviamo in crudeltà
E tutto sembra perso
in questa oscurità
All’angolo e indifeso
ti cerco accanto a me… da soli
gli occhi non vedono
Ti penso e cambia il mondo
le voci intorno a me
Cambia il mondo,
vedo oltre quel che c’è
Vivo e affondo,
e l’inverno è su di me
ma so che cambia il mondo
se al mondo sto con te
C’è una strada in ogni uomo,
un’opportunità
il cuore è un serbatoio
di rabbia e di pietà
Credo solo al tuo sorriso
nel senso che mi dà
Da soli… gli occhi non vedono
Ti penso e cambia il mondo
le voci intorno a me
Cambia il mondo
vedo oltre quel che c’è
Vivo e affondo
e l’inverno è su di me
Lo so che cambia il mondo
se al mondo sto con te
Io sono qui… ti aspetto qui
Oltre il buio mi vedrai
Saprò difenderti… proteggerti
e non stancarmi mai
Acqua nel deserto… ti troverò
Dormi e si vedrà
Ti sentirai accarezzar
Ti penso e cambia il mondo
le facce intorno a me
Cambia il mondo
vedo oltre quel che c’è
Vivo e affondo
E l’inverno è su di me
Ma so che cambia il mondo
se al mondo sto con te
Coro:
Io sono qui… ti aspetto qui
Oltre il buio mi vedrai
Saprò difenderti.. proteggerti
e non stancarmi mai
Acqua nel deserto.. ti troverò
Dormi e si vedrà
Ti sentirai accarezzar
Ti penso e cambia il mondo
le voci intorno a me
Cambia il mondo
vedo oltre quel che c’è
Vivo e affondo
E l’inverno è su di me
Ma so che cambia il mondo
se al mondo sto con te

domenica 19 febbraio 2012

Vocali


A nera, E bianca, I rossa, U verde, 0 blu: vocali!
Un giorno dirò i vostri ascosi nascimenti:
A, nero vello al corpo delle mosche lucenti
Che ronzano al di sopra dei crudeli fetori,

Golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende,

Lance di ghiaccio, bianchi re, brividi di umbelle;
I, porpore, rigurgito di sangue, labbra belle
Che ridono di collera, di ebbrezze penitenti;

U, cicli, vibrazioni sacre dei mari verdi,

Quiete di bestie ai campi, e quiete di ampie rughe
Che l'alchimia imprime alle fronti studiose.

O, la suprema Tromba piena di stridi strani,

Silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi:
O, l'Omega, ed il raggio violetto dei Suoi Occhi!

Arthur Rimbaud

sabato 18 febbraio 2012

Kamasutra


La tradizione, tranquillizza e rassicura.
Sulla scorta di questo ineluttabile assioma, non c'è da stupirsi che una messa cantata blanda e vetusta come Sanremo abbia potuto attirare milioni di persone.
Non è stata un'edizione indimenticabile quella che si concluderà stasera, questo è certo, però a fronte di molte critiche e qualche rimprovero Sanremo un merito c'è l'ha: racconta il paese e coloro che lo abitano in maniera stupefacente e in un posto come il nostro dove in molti s'affannano ad apparire quello che non sono, questo e bellissimo.
Come siamo messi quindi?
Allucinati (avete visto gli occhi di Papaleo?), imprecisi , sgangherati, confusi. A nulla serve ripararsi dietro l'aureola di un Celentano quantomai deludente e assetato.
Come tutti noi del resto.Bisognosi d'equità e giustizia, pronti a scendere in piazza quando ci negano un diritto e poi bravissimi a chiuderci in casa quando si è comprato il nuovo gioco della Playstation 3.
Spenti, impauriti, balbettanti. Perchè se dev'essere un anziano di 74 anni a spiegarci cos'è il popolo sovrano allora significa che il popolo sovrano non lo è più.
Dominato forse. Supino semmai. E poco importa e nulla cambia se al timone della nave Italia adesso c'è un tecnico. Ci vorrebbe un missionario.
Ma Monti non è Siffredi e imparare il kamasutra ad una certa età è pericoloso.

venerdì 17 febbraio 2012

Filosofico zelo


Sbriciolo febbraio tra le falangi spossate d’inverno e quello che rimane è un sapore acidulo di mandarini e dolciastro di chicchi di melograno.

Se in cielo la nebbia si dirada in cirri candidi e sulla terra il rombare delle automobili raggira la crudeltà della lontananza, posso affermare che il mio filosofico zelo non è altro che epifania di un raggio di sole che illumini i germogli della mia vita.

martedì 14 febbraio 2012

Innamorarsi è...


Innamorarsi è sentirsi in Paradiso in qualunque Inferno

Innamorarsi è esser unici in due cuori diversi

Innamorarsi è inciampare su un sentiero dissestato e cadere tenendosi comunque per mano

Innamorarsi è

Innamorarsi è popcorn e patatine insieme illuminati dalla luce di una candela

Innamorarsi è una stuoia ricca di perversi colori

Innamorarsi è non riuscire a chiudere occhio la sera

Innamorarsi è

Innamorarsi è il riflesso delle vetrine a Natale

Innamorarsi è i denti cariati a Pasqua

Innamorarsi è sentirsi Superman anche se sei solo Clark Kent

Innamorarsi è essere innamorati anche quando l'amore non c'è...

Innamorarsi è biancheria intima sparsa per casa

Innamorarsi è una stola di raso stropicciata

Innamorarsi è quando devi fuggire di notte e non ne hai nessuna voglia

Innamorati sono io più noi

Innamorarsi è una trappola mortale è un regalo della vita

Innamorarsi è quello che succede quando tu non sei con me…

Innamorarsi è…

giovedì 9 febbraio 2012

Ode al giorno felice


Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

Pablo Neruda

lunedì 6 febbraio 2012

Stile


Lo stile è la risposta a tutto.
Un nuovo modo per affrontare qualcosa di noioso o di pericoloso.
Fare una cosa noiosa con stile è preferibile al farne una pericolosa senza.
Fare una cosa pericolosa con stile, io lo chiamo arte.
Le corride possono essere un’arte.
La boxe può essere un’arte.
Amare può essere un’arte.
Aprire una scatola di sardine può essere un’arte.
Non sono in molti ad avere stile.
Non sono in molti a mantenerlo.
Ho visto cani con più stile degli uomini.
Sebbene non molti cani abbiano stile.
I gatti ne hanno in abbondanza.

Quando Hemingway si fece schizzare il cervello sul muro con un fucile, quello era stile.
Perché a volte sono gli altri a insegnarti lo stile.
Giovanna D’Arco aveva stile.
Giovanni Battista.
Gesù.
Socrate.
Giulio Cesare.
García Lorca.
In carcere ho conosciuto uomini con stile.
Ho conosciuto più uomini con stile in carcere che fuori.
Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di essere fatti.
Sei aironi che se ne stanno tranquilli in uno specchio d’acqua, o te, che camminando
esci nuda dal bagno senza vedermi.

Charles Bukovski

sabato 4 febbraio 2012

Un 'anima indimenticabile


L'aveva conosciuta per caso Domitilla Antonio eppure ne rimase subito conquistato.
Era una donna particolare Domitilla.
Aveva ottantadue anni ma una vitalità da far invidia a una ventottenne che le permetteva di sconfiggere quotidianamente la solitudine e non pensare che era sola nella grande casa che aveva ereditato dalla madre e condivideva con i suoi amici di sempre: un cane, un gatto, e un pappagallo di nome Arcobaleno.
Domitilla era particolarmente legata al suo pappagallo. L'aveva trovato in una vecchia gabbietta durante un suo viaggio alle Canarie e da allora i due non s'erano più lasciati.
Aveva girato mezzo mondo Domitilla e Arcobaleno che ora orgoglioso abitava in soggiorno, era solo una delle tante emozioni che la vita le aveva regalato e che lei ora dipanava in lunghi racconti che avevano il pregio di coinvolgere anche il più disattento degli ascoltatori.
Domitilla era infatti, una grandissima affabulatrice ma questo non le aveva impedito di sviluppare negli anni, una predisposizione all'ascolto a dir poco invidiabile per una donna della sua età.
Ascoltava di tutto Domitilla e non c'era cosa che non suscitasse il suo interesse.
La mattina appena sveglia leggeva almeno nove quotidiani e non si perdeva mai un tg.
Questa ciclica abitudine raccontava, oltre a tenerla aggiornata le permetteva d'elaborare idee, concetti, punti di vista differenti e dare un senso profondo responsabile e autonomo alle sue scelte di vita .
Da quando l'aveva conosciuta Antonio andava a farle visita tutte le mattine e dopo averla inseguita tra le sue amate piante, tra un caffè abbondantemente zuccherato e un dolcetto alla crema iniziava un confronto serrato sulle notizie del giorno e se il giorno non regalava spunti interessanti e degni d'esser raccontati non c'era problema perchè poi giungeva alla ribalta la sua vita ricca e piena d'amore quell'amore che Antonio aveva sempre inseguito ma che solo in quei racconti ritrovava nella sua originaria pienezza.
Domitilla questo lo sapeva bene ragion per cui non si lasciava pregare quando Antonio incuriosito, le chiedeva di raccontarle qualcosa di sè.
Quegli appuntamenti con la vita che lui avrebbe sempre desiderato vivere, s'interruppero il giorno in cui apprese da una vicina di casa che Domitilla s'era rotta le anche ed era stata ricoverata d'urgenza in ospedale.
Gli ospedali. Box dove ti tengono una settimana e poi ti ributtano fuori perchè per loro è importante riparare il guasto tecnico ma poi la verifica della riparazione è un fatto privato del paziente che può contare sulle amorevoli cure dei parenti.
Domitilla però, non ne aveva diritto.
Aveva dei parenti che sarebbero stati pronti a srotolare il suo testamento ma non a regalarle la sicurezza di quattro mura ragion per cui uscita dall'ospedale i nipoti le confezionarono un biglietto di sola andata per la casa di riposo più "in "della città.
Antonio continuò a farle visita, ma con meno frequenza rispetto a prima.
Quando varcava la soglia di quel sepolcro illuminato, gli si stringeva lo stomaco e s'occludeva la gola soprattutto dopo che la sua amica in uno dei suoi accorati sfoghi verbali gli spalancò il suo cuore rivelandogli la sua vera condizione.
Lei la donna che con orgoglio aveva sempre rivendicato la sua indipendenza e che per questo aveva rinunciato a un matrimonio ricco e felice, lì era solo una spettatrice, spettatrice del suo ultimo pezzo di vita. Spettatrice di se stessa, non apparteneva più a niente a nessuno. Lei Atena la sapienza fatta persona come pensavano tutti e l'avevano soprannominata in molti nella casa di riposo chiamando in causa addirittura la mitologia greca.
E invece era tutto un imbroglio perchè lei non sapeva più niente e a furia di prender sedativi non riusciva più distinguer il giorno dalla notte.
Lì non stava male, tutti si prendevano cura di lei e non gli mancava nulla almeno a livello fisico per quello che ancora questo poteva contare.
La sua interiorità però, ciò che era stata, era morta nel momento in cui aveva lasciato la sua casa.
Ma questo per i suoi parenti e i moltissimi amici che la venivano a visitare era difficile da comprendere o forse cercavano solo di difendersi come potevano da un'ondata di sensi di colpa e uno tsunami di rimorsi.
Lei questo l'aveva capito benissimo e il dispiacere se lo teneva dentro ma quando era sola, al riparo da occhi indiscreti e orecchie aperte piangeva e il suo pensiero correva alle sue cose, alla sua casa, i suoi mobili.
Quei mobili che lei aveva comprato usati da vecchi rigattieri e che rinverdendo gli anni passati a restaurar mobili, aveva resuscitato a nuova vita rendendoli capaci di respirare odori, nutrir sentimenti, avere un'anima e che per lei erano quei figli che non aveva mai voluto avere ma che come tali rappresentavano la testimonianza più autentica e più vera della sua presenza nel mondo.
Ora tutto questo stava cominciando a trasformarsi in ricordo e questo la rendeva nello stesso tempo figlia, moglie, madre, vedova, orfana di quei figli di cui ormai nessuno s'occupava più fino a che un giorno anche lei smise di prendersi cura di se' e morì lasciando ad altri il palcoscenico della Vita.
Antonio non andò al suo funerale, c'era gia stato. Quel giorno in fondo, portarono via solo il corpo.
Lui invece, in quei mesi aveva incontrato un'anima. 

Quella, Antonio non l'avrebbe mai dimenticata.

mercoledì 1 febbraio 2012

Probabilmente ora sto ascoltando...




Tu lo sai che non e’ la fine
Si’ che lo sai…….
Che viene maggio
E sciolgo le brine
Si’ che lo sai……
Resti d’inverno
Persi nel vento
Io non mi stanco no, no
E vengo a cercarti
In un sogno amaranto
Questo cuore
Sparpagliato
X il mondo se ne va’
Questo cuore
Disperato
E’ delicato
Dove sei
Arcobaleno
E cosa fai…….
Miele selvaggio
Quando ti sogno
Che cosa fai…….
Nel cuore mio
Tra il nulla e l’addio
Questo cuore
Sparpagliato
X il mondo se ne va’
Questo cuore
Disperato
E’ delicato
Cosi’ mi manchi
Nell’universo
In mezzo al mondo
Cosi’ ti cerco
E grido forte
Da in mezzo al mondo
Solo io
Posso trovarti
Solo io
E inginocchiarmi
Solo io
X innalzarti
Mio sole mi senti
Solo io
Da quante lune
Solo io
Ti aggiusto il cuore
Solo io
Io sono un’ombra
E tu, e tu sei il sole
Yehee yehee
Cosi’ mi manchi
Yehee yehee
E grido forte
Yehee yehee
Da in mezzo al mondo
Mio sole rispondi
Questo cuore
Sparpagliato
E’ delicato
E tutto qua