domenica 30 agosto 2015

Velo pietoso



Questa sera
ha sotto pelle pioggia e spilli di malinconia.
Lupi romanisti mugghiano festanti tra gli sguardi colmi di foglie secche e umidità juventina in un acre anticipo di funesto autunno.

Si potesse spremere il cuore, certo uscirebbe una goccia di rimpianto. Si va avanti invece tra ombre di pellegrini  in calzoncini e maglietta trascinando il peso del ricordo come un sacco di calce sulle spalle e tre giocatori in meno.
Sommando sogni - uno dopo l'altro come mattoni appena scalati – s’innalza un minareto che un giorno forse condurrà a toccare l'infinito (Dybala).
Ora no però. Oltre la siepe non vi è nulla.
Il nulla strepita da rostri affannati e gambe molli e  la vitalità  giallorossa  è una forza che prorompe da tutte le parti: basta guardare i virgulti che allentano le amare frasche dell’insipienza bianconera, auree  gemme venute dalla Bosnia (Pjanic – Dzeko).
.
Il resto , è un  velo pietoso disteso sullo sfondo-  noncurante delle voci che berciano, del gusto amaro che brucia la gola e fa ancora rima con la stortura dell'ennesima sconfitta .

Pesante resta lì, immobile, come il tempo. Matematica irreprensibile tira una riga su sogni avvizziti.

Se sommi zero a zero tu sempre nulla avrai - dice la stridula voce del disincanto, grammofono rotto che  litania il rauco gracchiare del giorno .
Non sa che ogni sogno è di per sé un ponte. Perduto amore, in cerca di messaggi o di risposte nella ronchiosa coperta dell'oscurità.


venerdì 28 agosto 2015

Blu notte Lucarelli



Che quell’amabile storia del leggere attentamente le avvertenze non fosse solo una velocissima inezia da ingorgo pubblicitario  Antonio l’aveva capito subito. Dopo due giorni di effetti collaterali più o meno terrificanti, si era svegliato alle tre  del mattino e sentendosi tutto gonfio in viso era andato a guardarsi allo specchio strisciando verso il bagno silenzioso come un  ladro modalità ninja  tartaruga  banda rossa Raffaello e, toh, era tutto gonfio davvero. Tipo che l'occhio destro era talmente gonfio da essere chiuso, il sinistro stava prendendo pure lui il brutto esempio da quell'altro e lasciava il campo al labbro inferiore di Valeria Marini nel celebre capolavoro di Bigas Luna Bambola (1996). Una configurazione facciale utilissima se sei un pugile italoamericano che ha appena perso ai punti nell’76 l'incontro della vita e vuole togliersi dai piedi il giornalista rompiscatole per riabbracciare la sua fidanzata racchia che non si sa dove sia finita. Molto, molto meno in tutte le altre circostanze .



E così, il tempo di sentirsi occluso e perseguitato da chissà quale totemica patologia  azteca ed era di nuovo al pronto soccorso, affidato alle amorevoli cure del servizio sanitario nazionale. Arrivò lì che erano all’incirca le tre e un parcheggio lontanissimo, e fece immediatamente la figura del babbeo perché nella saletta comunicante c'èra un tizio che aveva circa la sua età, ma alla propria banale, risibile intossicazione da antibiotici vedeva e rilanciava con un tentativo di suicidio con il gas e un intero blister di Xanax ingollato. Stette lì disteso per un po', ad aspettare che il cortisonico gli restituisse le gioie della visione binoculare e l'utilizzo della parola, fissando con l'unico occhio al momento impiegabile il Blu notte Lucarelli terrificante del soffitto. Ed è all’incirca allora che la scena circostante esplose.



L’aspirante suicida non era pacifico come in un primo momento sembrava, e il fatto che il padre e tutti quei tizi con il camice  bianco si sforzassero  di tenerlo a tutti i costi  in quella valle di lacrime gli faceva  ruotare parecchio le parti basse, pareva. E' così fu un attimo che si scagliò contro un medico, fu bloccato, ribaltò un tavolino, arrivarono altri infermieri e un paio di gorilla della vigilanza, volarono sedie, scappellotti, minacce, un quattordici pollici mivar CRT residuato degli anni 90, parole, parole grosse, schiaffi a mano aperta. Il quasi suo coetaneo carburato ad ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine e GPL da bombola Italgas sud avente una qualche formazione in Scienze Naturali alle spalle e derapate alla Facoltà di Lettere per spiare le coetanee fighe, alternava in modo incantevole appellativi coloriti a termini propri della biologia evolutiva. Stronzi, virgulti di meretrice, amebe, lasciatemi stare, ibridi, parameci, mitocondri. Con stasi serena, dalla propria stanzetta comunicante, mentre pensava che paramecio fosse, in effetti, un'offesa di un certo peso, Antonio vide un telefonino sfrecciare a, boh? Un metro? Un metro e mezzo, Incurante  di un occhio solo con le distanze incasinate, dalla  sua testa. Non mi colpite per cortesia, pensava . Ché se mi prendete in un occhio c'è il rischio si sgonfi. Ah - ah, ridacchiava da solo come un pugile ebete, mentre volavano nomi, cose e città che iniziavano tutti per lettere inaudite.



Un'ora più tardi aveva abbastanza kryptonite cortisonica in circolo e i suoi effetti collaterali iniziarono a sparire. Mentre la royal rumble a tre metri di distanza entrava nel vivo con l'ingresso sul ring dell'infermiera energumena tipo Lynda Carter versione  Wonder Woman minacciante TSO e camicie di forza. E quando ravvisò che proprio non serviva, quando rimediò, pure lei qualche cinquina a tradimento, urlò Adesso ti ammazzo io, altro che suicidio, stronzo. Nel corridoio partì la ola e nelle orecchie la musica da rimonta disperata tipica di Holly e Benji Moete Hero momentaneamente sprovvisto del montarozzo di Charlie Brown per campo. In tutto quel chiasso, tutto quel blu, tutto quel soffitto che pareva  potesse crollare da un momento all'altro e Carlo Lucarelli che appariva ad intermittenza ebbe la forza di vedere la notte dileguarsi all'incedere acquoso dell'alba reiterare l'arcana disputa di chiaroscuri fare la ruota come pavoni assoluti a ritardare l'avvento del giorno sui rami nudi dei tigli mentre respirava e  per la prima volta sentiva che era importante, solo per sentirsi padrone delle proprie emozioni mentre Jhonny Cash bruciava catrame alla radio, guardava L'Ovest  frammentato  dalle finestre. Il cielo era una bella speranza ma non era libero e per quella   mattina non lo avrebbe preso. Non ancora almeno.
In corridoio, giacevano inerti  i resti della battaglia che lo aveva accolto nella notte.



Come fosse andata a finire, chi avesse vinto, cosa ne fosse stato di quel povero disgraziato disperato che cacciava fuori frasi che al confronto la Regan de l'Esorcista era una carmelitana scalza, purtroppo non ebbe modo di saperlo, perché alle quattro e venti se ne tornò a casa. Subito prima di venir via, subito prima che gli staccassero la flebo e controllassero che non stesse morendo soffocato, subito prima che qualcuno gli ripetesse per l'ennesima volta che il tizio che gli aveva prescritto tutti quegli antibiotici per tutti quei giorni  doveva essere  tipo un pericolosissimo criminale di guerra fuggito in Patagonia,Antonio rimase per un pezzo a fissare il soffitto e a pensare alla gente che finiva  in quel posto tutti i giorni e soffriva e non stava bene e avrebbe voluto starsene a casa propria  e invece stava  lì a fissare il soffitto come  lui in quel momento, udendo urla di dolore e disperazione. Ed è in quell’attimo che capì: il Blu notte Lucarelli era proprio un colore del cavolo.

giovedì 27 agosto 2015

Per sgominare Bruto



Da lustri  scaglio

ulcere  nel foro

gracchiante
del giorno

per sgominare  Bruto

prima  che pugnali.



domenica 23 agosto 2015

Débâcle



Cyril Théréau.
La cronaca cuce addosso a un oscuro attaccante  francese la tunica purpurea di Cassandra.

Tante assenze gente nuova smentisce i soloni, sotto la luna di agosto riempiendo gli occhi di luminose croci.
Nuovi Omeri cantano le luci e le ombre che salmodiano il giorno continuando a respirare d'inerzia.  
Quella sabauda  convinta di vivere di folate  e rattoppi. Neanche tante, poi a ben vedere. Quasi a voler convincersi di poter andar  oltre evidenti mancanze.
Il tempo - ahimè - non sana le ferite e Pirlo , Vidal e Tevez non si regalano a nessuno.

Tantomeno a un francese e a una squadra multietnica  assetata di ribalta. Meritata, niente scuse. Bella Udinese. Resilienza contemporanea in calzoncini e maglietta capace di gettarsi in avanscoperta e fare il colpo. Anzi colpaccio.

La sera taglia in due la nostalgia che fa del cuore un bozzolo scuro, la crisalide di giorni perduti.
E accende la nudità dell’assenza: come luci al neon lampeggiano al buio, crepuscolo di dolenza in streaming.  Mai sconfitta alla prima in casa la Juve perde dopo una vita.  Troppo brutto per essere vero. Clamoroso urlano.
Da quel letargo di nebbia e di fango prima o poi si schiuderà la farfalla  juventina.

Non oggi però. Débâcle.

venerdì 21 agosto 2015

Sull'amaca del mercato



Il mercato è una landa di sogni incontaminata dal misfatto dello sbadiglio cui solo la prova del campo offre l’esattezza delle sue chimere.

Meno lontane a giudicare dal flusso di denaro circolato in questi mesi. Tanto, troppo, esorbitante.

Appare quasi naturale a poche ore dall’inizio del campionato  di calcio, accamparsi languidi sull’amaca del vaticinio immaginando esiti, classifiche, posizioni. Perché l’immaginazione è il kamasutra dello spirito e lo spirito  in tanta  uggiosa e ottusa  materialità aiuta.

Sorreggete anche voi quindi quanto state per leggere, e perdonate se nell’impeto della discesa, qualcosa, sarà sfuggita .

 Il primo settembre a contrattazioni chiuse, la riprenderò.





Atalanta 6. Ammettiamolo: son andati via giocatori importanti.  Benalouane, Zappacosta e Baselli. La sufficienza però ci sta tutta e la salvezza anche.  Denis e Pinilla sul treno salvezza non c’è li ha nessuno. De Roon e Kurtic son innesti di qualità e sostanza. Quella utile a Reja per centrare l’ennesima salvezza. Occhio a Monachello poi senza dimenticare Gomez e Moralez rimasti.



Bologna 6. Corvino ha stravolto completamente la squadra ritornata in massima serie dopo la  snervante coda dei playoff. Soldi in tasca, necessità stringente al cuore non si poteva fare altrimenti.  Rossettini, Brighi, Brienza son innesti d’esperienza e sicurezza in mezzo a tante scommesse. La più importante si chiama Mattia Destro uscito malconcio dall’imbuto Roma – Milan. Se torna quello di Siena, la salvezza è certa. Soffriranno comunque i rossoblù ambientamento e amalgama ma ci son squadre messe peggio e senza i dollari americani in saccoccia  quindi alla fine…





Carpi 5, 5 . Al momento manca un bomber da massima serie. C’è Mbakogu giocatore frizzante ma tutto da verificare su palcoscenici di prestigio . In mezzo e in basso, rivoluzione obbligatoria e sistematica in collaborazione con l’Udinese. La squadra friulana ha passato tanti giocatori (Silva e Iniguez su tutti), il diesse Sogliano ha fatto il massimo, Spolli in mezzo è un lusso tuttavia ci voleva qualcosa in più  davanti . Arriverà Borriello.  Non basta.





Chievo 6, 5.  Lo specchio di una società sana, è quello che oltre al compitino permette di sognare. Il Chievo può farlo attraverso una campagna acquisti oculata e remunerativa. Cacciatore, Castro e Mpoku son acquisti di assoluto valore.  Pepe l’uomo in più. Maran può definitivamente consacrarsi. Paloschi e Pellissier ancora esser decisivi. Stona l’infortunio di Izco. Ma prime dieci posizioni certe.



Empoli5,5. Dopo l’addio di Rugani Hysai e Valdifiori, si pensava a uno sfacelo invece la squadra c’è ancora. Camporese e Bittante son operazioni intelligenti. La scemenza semmai è in panca. Marco Giampaolo reduce da anni bui e depressi, sparizioni e declassamenti non è l’uomo giusto per sostituire il totemico Sarri. La squadra ne soffrirà e per Maccarone e Pucciarelli quest’anno sarà complicatissima.





Fiorentina 6,5.  I Della Valle non muoiono mai. Possono portargli via tutto ma loro c’è la fanno sempre.  Così via Savic, dentro Astori, fuori Pizarro dentro Suarez, fuggiasco Salah riecco Bernardeschi (stava andando al Sassuolo ),  via il capriccioso  Montella dentro il filosofico Sousa. In attacco si rivede Rossi e conosciamo Kalinic. Beninteso: Gomez non era una pippa e forse avrebbe meritato un’altra occasione ma la Fiorentina sarà ancora un giglio tutto da applaudire.



Frosinone 3 . Come i punti che faranno ogni dieci partite. La serie A avrebbe meritato più rispetto. La affrontano con una truppa di rincalzi e nessuna possibilità di ben figurare. Verde e Leali però si posson guardare e pure applaudire.



Genoa 6. Il grifone è il solito girotondo intorno al mondo di qualità e sorprese. Alcune conosciute (Munoz e Pandev) altre tutte da scoprire Capel, Lazovic) . A collezionarle Gianpiero Gasperini: uno che in Liguria ha trovato il suo eden . Anche per il suo presidente che ogni anno ringrazia, sorride  e incassa.



Hellas Verona 6,5.  L'intensità resta alta se a Toni aggiungi Pazzini.  Il voto pure se alla voce acquisti leggi Bianchetti, Viviani e Siligardi. Uomini giusti in ogni reparto per non soffrire troppo, e sognare anche un po’.



Inter 6. Se una squadra si facesse con i botti, l’Inter sarebbe sempre tra le prime. Si fa con lo spirito di gruppo e l’idea di gioco. Ancora non pervenuta.  Cedere Kovacic significa rinunciarvi in partenza per lanciarsi in corse disperate e schizofreniche su fasce sgombre o incomplete. Come l’Inter di questi tempi.  Giudizio sospeso e carente, in attesa di reali verifiche.



Juventus 7,5. La vittoria in Supercoppa non tragga in inganno: per i bianconeri sabaudi quest’anno sarà durissima. Mandzukic Dybala, Khedira non fanno Tevez Pirlo Vidal.

E Pogba per quanto bravo non può far tutto.  Legittimo esser ancora sul mercato. Alex Sandro è il segno di una reale svolta verso nuovi orizzonti. Se ci fossero anche Isco e  Illaramendi ancora più belli. Draxler? Cuadrado? Pussa via.



Lazio 6,5. La squadra c’è non ha perso nessuno e può crescere ancora. Lotito permettendo.



Milan 6,5. Con una sola competizione in corso, e un vero allenatore in panca i rossoneri rappresentano la mina vagante del campionato. Bacca e Luiz Adriano bastano e avanzano. Romagnoli un botto vero. Unico neo: quei venti milioni per Bertolacci.  Criminosi.  Ibrahimovic può restar dov’è .A far paura basta Mihajlovic.









Napoli 7.  Dopo due anni di  pingui bolle di sapone, la fame nera di un allenatore vero. Maurizio Sarri ha conquistato tutti. Reina è un fenomeno, Valdifiori un mago, Allan un raffinato mezzadro,Higuain un cecchino, Insigne il Messi italiano, Gabbiadini,  Callejon,  Mertens  tanta roba. Tutta buona.

Apparte la Roma di cui riferirò a breve, è la vera anti Juve. Se avrà il coraggio e la capacità di convincersene può trionfare anche in Europa.



Palermo 4. Aver intascato 42 milioni da Dybala è un capolavoro. Non averli investiti, scellerato. Ha fatto bene Belotti ad andarsene. Palermo sembra navigare senza un progetto. Così, con tutto il rispetto per il sovrastimato Vasquez e il vecchio Gilardino si affonda.





Roma 7. Falque, Dzeko Salah fanno paura. Gervinho Totti Iturbe impressione. In panca.  Neanche la Juve campione in carica ha una tale disponibilità offensiva. Il centrocampo è la solita meraviglia. Son sincero: qui un voto più alto poteva starci, perché la Lupa quest’anno è favolosa. Tuttavia, l’incognita Castan, il nuovo uno Szczęsny (non è migliore di De Sanctis), e alcune operazioni in zona arretrata (Gyomber e Rudiger) alquanto misteriose e discutibili, smorzano l’entusiasmo e la fanno stare ancora dietro alla Juventus.  Per poco ma dietro.


 Poderoso comunque, scucire venti milioni al Milan per Bertolacci. Questa però è un’altra storia.




Sampdoria.6. Colorata promessa densa di potenziali crack alla caccia di una vera esplosione tutti ne parlan in modo macchiettistico e superficiale. Invece io dico che Zenga riuscirà a terminare la stagione e far bene . Cassano e Ferrero insieme son un pericolo pubblico e un nuovo caso Parma alle porte ma Zenga terminerà la stagione.  Niente coppe, nemmeno rischi.



Sassuolo 6.  Si salveranno ancora gli uomini di Eusebio  Di Francesco. La gestione Squinzi è sempre da applausi e voti alti. La  presente sufficienza è motivata dalla convinzione che il francese Defrel non sia il massimo quale erede di Simone Zaza. Occhio a Falcinelli e Politano però: son fortissimi e si ritaglieranno spazi importanti durante la stagione.



Torino 6,5 Zappacosta, Baselli, Belotti. Segnatevi questi nomi: li ritroverete tra un anno agli Europei. Ventura dopo Conte è il miglior tecnico italiano. Uno dei pochi in grado di garantire il salto di qualità . Va da sé che dopo le solite note, arieti di diritto ai posti che contano c’è il Toro con le sue lezioni di dinamismo, gioco  e gagliardia. Da seguire in tal senso le evoluzioni di Obi e Acquah. Maxi Lopez segnerà tantissimo. Glik, Maksimovic, Peres, al momento son rimasti. Così il sesto posto è ampiamente alla portata.  





Udinese 6,5. C’è un allenatore vero è già questa è una bellissima notizia.  Colantuono è tostissimo.  Di Natale continuerà a battere record. Zapata ha nei suoi piedi e soprattutto di testa il colpo del kappaò.  Poi c’è Udine.  Una piazza paziente e generosa. Condizioni ideali per far bene e regalar soddisfazioni ai tifosi. A cominciar da domani. Ancora poche ore e si parte…