lunedì 24 giugno 2013

Le stelle fisse di tutto il mio privato Sistema Solare

Quella  sera ero in vena di cambiare. Non credevo molto in me ma sentivo che era tempo di provare a farlo. Valevo, me lo dicevano tutti cazzo. Era il momento di volerlo. Ed ero pronto ad attraversare qualsiasi  mare pur di provarlo. Tuttavia ero consapevole che non avrei potuto cambiare la minestra di me in una sera cosi' per non disperdere l'adrenalina accumulata e dar seguito al mio proposito decisi almeno di cambiare pizza.
Ricordo ancora la faccia  stupita del cameriere quando con tono enfatico esclamai :"Mi porti una Disperata!
Era il mio stato d'animo, ma anche il nome della pizza della svolta: una tonno e cipolla con olive, mozzarella e salsiccia. Capirete la differenza rispetto alla solita tonno e cipolla che caratterizzava le mie serate.
Fui contento di quel sostanzioso mutamento. Studiavo Dante e la Divina Commedia alfine di proporne quanto prima una rilettura in chiave moderna e se c'era qualcosa che avevo imparato seguendo l'itinerario dantesco era che bisognava osare per arrivare al centro di se .
Forse quella sera azzardai troppo anche io dato che dopo poco sprofondai in un sonno letargico.
L'ultima cosa che ricordo era che stavo leggendo il XXXIII canto del Paradiso la terzina in cui scrive:

Qual è colui che sognando vede,
che dopo ‘lsogno la passione impressa
rimane, e l’altro a la mente nonriede.
DANTE, Paradiso, XXXIII, 58-60
Poi...


Tutto accadde così, all’improvviso mi ritrovai catapultato come Alice dentro lo specchio o come Dante nel mezzo del cammin di nostra vita. Ero in una selva, naturalmente, ma non di alberi e arbusti, di felci e licheni: un bosco di pilastri, di colonne ben bilanciate, decorate canonicamente con i capitelli d’acanto – cattedrale gotica, antico scriptorium di una biblioteca medievale. Ogni colonna dunque era un’idea, un perno portante per resistere al moto della luna e agli influssi delle maree. Ero nudo e mani si tendevano verso me, dita di fuoco che quando riuscivano a sfiorarmi mi lasciavano sulla pelle il loro marchio come un tatuaggio.
Eppure ero io quello che un tempo, zazzeruto e glaciale. si era erto a vendicatore,ero io l’incarnazione della giustizia umana, un moderno conte di Montecristo evaso dalle pastoie della sua vita, tornato indietro per completare l’opera, punire chi c’era da punire e redimere chi c’era da redimere. Mi ero messo in caccia di tutti i pensieri molesti e li avevo schiacciati come tafani, i superflui consigli spiaccicati sul muro, gli importuni discorsi infilzati allo spiedo. Dopo, le illusioni schiantate, i rimpianti libratisi in volo, i rimorsi mai digeriti hanno fatto meno male. Se avevo confuso l’essere con l’apparire, se avevo navigato tra lo spazio e il tempo, se mi ero perso come dadi rimescolati nei bussolotti, adesso avevo finalmente tra le mie mani il filo del destino...
E invece ero lì tra le colonne, in fuga da qualcosa, da qualcuno. La torma di scagnozzi spuntava dalla terra,dal pavimento di granito, dalle grate. Vedevo soltanto quelle loro braccia, le zampe, gli artigli. Vedevo il balenare delle fiamme, lo sentivo riverberare sulla mia pelle, sulle pareti, sulle scaffalature, sui confessionali, sulle arcate di pietra. Correvo,correvo a perdifiato. Doveva essere sterminato quel bosco di colonne,forse infinito, immerso in una luce fioca fin dove si poteva gettare lo sguardo, poi soltanto una cupa oscurità. Da una delle navate laterali uscì un frate rubizzo e opulento se non fosse stato troppo buio avrei pensato fosse Frate Timoteo lo scalcagnato frate della Mandragola di Machiavelli: “La diritta via!” urlò con voce squillante e intanto indicava una porticina dalla quale penetrava una luce ben più vivida. Decisi di fidarmi e la infilai... Subito si trasformò in una finestra, dalla quale entrava il sole dell’alba. Ero sveglio ma non tanto da non potermi accorgere come la luce formasse in una singolare contemporaneita' una G, una M, una N.
Soltanto in seguito capi che quelle lettere sorte come un incantesimo sarebbero diventate le stelle fisse di tutto il mio privato Sistema Solare.

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