La legge non ascolta il pianto di chi sopravvive.
Lieve sputa sentenze. Ingiuste, crudeli matrigne di un sistema che dei figli se ne frega.
Delle lacrime di chi li piange pure.
Esse resteranno negli occhi come promesse svanite sul nascere di una vita evaporata troppo in fretta invalidata nuovamente da una Giustizia tarda a riconoscere il volto di chi ha ucciso.
Stefano Cucchi.
Di lui rimarra' una passione per la chitarra appesa per sempre, al muro del rimpianto.
Come i suoi occhi.
Occhi muti che emetteranno la loro limpida condanna.
Ma la legge e' gia' uscita.
O forse non c'e' mai stata.
La legge non ascolta il pianto d chi sopravvive.
Non conosce l'angoscia dei vivi nascosti nelle coperte come mesti ectoplasmi con gli occhi sempre specchiati in un negativo . Come se da esso potessero estrarre una stilla della sua occultata agonia.
Non sbagliano credo.
I suoi sogni, le sue speranze son tutte la'.
Abbandonati sotto il fango e la polvere.
All'ombra di un verde salice che ora, forse, piange per davvero.
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