venerdì 28 giugno 2013

Tu tiri ,ancora tiri , ancora sogni, sempre segni

Quando vivevo come un sognatore capelluto
di amori liquefatti nei tramonti zuccherati della mia giovinezza, credevo che i tuoi tiri volassero oltre il confine, oltre la barriera della sorte  e che un cattivo arresto non avrebbe fermato la tua corsa.
Ora so che contro quelle mura anche i sogni piu' belli  si schiantano , che il filo spinato di una ferrea malattia brano per brano le ha disperse al vento e che nessun brandello si è salvato.
La memoria disperde il fisico ma  centra il cuore delle cose ed e' li' che ora palpitano i tuoi sogni.
Al centro di un campo. La tua vita, il tuo segno, il tuo sogno.
Quello ha continuato a palpitare pur cambiando terreno.
Un terreno inedito, un limite inesplorate dove hai trascorso otto anni della tua vita ad insegnarci come si puo esser seduti senza inginocchiarsi alla malasorte, svettare senza sgomitare. 
Solo lottando pur in silenzio. Senza la bava del lattante o la franta adrenalina  del lottatore sfinito prima di aver respirato l'aria  di una sfida impossibile.
Crine seducente ma pericoloso.
Non hai mollato pero' e' questo mi basta.
Potevi farlo, ma non ti sei arreso. 
No Stefano.
 Tu tiri ,ancora tiri , ancora sogni, sempre segni.
Il confine di un'area senza rigore ma tutta  piena di una riconquistata liberta' che a noi ancora, non appartiene.

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