Questa scena , apparte le
inevitabili risate, mi ha fatto sempre riflettere molto.
Stecca dopo stecca spiega
quello che nessuna bacchetta da saggio chiarisce:
se non ci si libera dai propri schiavistici totem e’
impossibile elevarsi dalla condizione originaria e ancestrale di
subalterno a vita.
Gravata di questo peso, l’esistenza
smette d’esser tale e si finisce per
viver di sponde e rinterzi.
Soltanto la capacita’ di guardare
in faccia i propri mostri, e magari di chiamarli per nome, ci offre la misura
di quello che siamo e la possibilità di una vita migliore.
Per tutti, non solo, come
oggi accade, per qualcuno.
Chi puo’ lo ricordi, e soprattutto,
lo suggerisca a chi di competenza.
Buona domenica a tutti.
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