lunedì 17 febbraio 2014

Per la societa' italiana le dimensioni contano e pure parecchio

Quando l'Italia era un covo di piccoli Matusalemme assetati di potere  (Berlusconi in primis),  ho imparato che i soldi fanno uccello.
Oggi che i Matusalemme hanno arretrato il loro raggio d'azione di qualche metro, e nuove leve cercano di mettersi in mostra,  scopro che vengono accolti con ribrezzo e fischi.
E' accaduto ieri  al piccolo Sebastian Giovinco. 
La questione, oltre che legittima riprovazione, suscita qualche sospetto e mette a nudo una sconcezza tutta italiana che il quieto vivere non copre e il pallone racconta in tutta la sua evidenza.
Per la societa' italiana le dimensioni contano e pure parecchio.
Non mi riferisco al sesso quanto all'imponenza  fisica che determina importanza, fascino, durata.
Quella che serve a stare in piedi su un presente incerto, sdrucciolevole, scivoloso. 
Su un domani che non c'e'  e si trascina lontano in posti inattesi.
E' accaduto  ieri pomeriggio al piccolo Sebastian nel giardino di casa sua (lo Juventus Stadium).
Accade tutti i giorni ad ognuno di noi nei corridoi di tutta Italia dove pronti a dar l'anima per un futuro  migliore, siamo  rispediti al mittente da una tendenza, un momento che vede l'estero contare piu' del prodotto interno lordo e una metodologia valere  piu' della qualita' che e' bandita ancor  prima d'esser messa alla prova.
La crisi e' anche questa  cronica incapacita' di puntare sulle proprie risorse solo perche' non fanno tendenza, mobilita', notizia.
Farebbero intravedere un'orizzonte pero'.
Al momento assente,  scuro, schivo, franoso e quel che e' peggio, senza un Conte pronto a  tutto  per schiuderlo.

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