Privo di appendici socializzanti, il mio tempo scorre meglio e raddoppia il suo flusso quel
tanto che basta ad infilarci una parola o un'emozione libera dal giudizio esterno.
Sia chiaro: questa non e' l'ennesima condanna dei social network.
Solo una boccata d'aria dall'ingorgo quotidiano di coatti inseguitori di ristrette milizie che poi pretendono anche di esser ammirati per i loro sconci quarti di pelle abbrustolita da una lampada scontata.
Selfie li chiamano a denunciare la loro capacita' di autorappresentazione senza capire d'intrappolarsi in una parola che nemmeno riescono a pronunciar bene restringendo ancor piu' la loro capacita' di affermarsi imprigionata' com'e' nella sgranata e indistinta generosita' di un pixel.
Oggi poi mi e' capitato di sentire "pixelliamoci dopo" e un baratro d'immagini mi si e' spalancato davanti.
Fuorviato dall'assonanza, ho pensato subito a Pisellino che non ho mai capito bene se fosse davvero il figlio di Olivia e Braccio di Ferro.
Forse non lo sapeva bene nemmeno lui e si sentiva fuori posto in quella famiglia di vegetali dipendenti.
Come i giovani d'oggi dopotutto e ho pianto.
Nessun commento:
Posta un commento