È una colpa essere “diversi” ?
È un peccato mortale - e non me ne vogliano i miei amici lettori – identificarsi con un personaggio di una serie televisiva (diciamo il Dr Cox di Scrubs ) per apparire agli occhi della gente un po’ più cinico e bastardo di quello che sono?
È così grave essere spontanei con gli amici, fare battute anche spinte e usare un linguaggio non proprio da “ Accademia della Crusca” ?
Me lo chiedo perché proprio in questi giorni una bambina tutta ghiaccio e puzza sotto il naso, una perfetta figlia di quella borghesia che ho sempre contestato e odiato, mi ha respinto con la scusa patetica del “ siamo diversi” e del “ non sono innamorata mi dispiace” (prova ad usare un po’ più il cuore e meno la testa ma questo è un altro discorso ).
Se chi ha fatto il mondo – Dio, Buddha, Krishna o Superman - ci voleva del male, allora ci creava tutti uguali, biondi ricchi e massoni.
Io penso invece che chi ci ha messo al mondo si voleva divertire creando questo puzzle di culture e di popoli “ diversi “ per colore della pelle religione e modo di fare.
Ha ragione la mia bambina dalle borse firmate, siamo diversi e non c’è bisogno di scomodare Darwin e la sua teoria dell’evoluzione per scoprirlo.
Due persone , due mondi davvero diversi che all’inizio ci univa e le piaceva, forse perché voleva giocare a fare la crocerossina con l’orso scontroso che aveva davanti.
E c’è riuscita benissimo perché in pochi mesi è riuscita a farmi cambiare , a farmi dire e fare cose inimmaginabili.
È stata brava la mia bambina a girarmi e rivoltarmi come una frittata , a giocare con i miei sentimenti come fossero pezzi del Domino.
Non posso dire di aver fatto la stessa cosa con lei, non sono mai riuscito a sbrinare il mio frigo figuriamoci se riesco a scongelare il cuore di una ragazza.
Io mi sento così. Studio storia dell' arte e a volte mi sento tanto un caravaggio allo sbaraglio, perchè sono eccentrica e completamente fuori dagli schemi rigidi( CARMEN)
RispondiEliminaciao Carmen e scusa leggo solo ora il tuo commento.
RispondiEliminaIo mi sento come un personaggio di un quadro di Edward Hopper: solitario