Stamattina mentre mi avvicinavo al corpo morto di don Ciccio mi sono reso conto di combinare solo guai.
Le mie scarpe facevano un rumore sinistro e cupo come un gatto castrato che si lamenta e soprattutto ho lasciato una striscia di fango lunga almeno tre metri che dalla porta arrivava direttamente alla bara del povero prete che mi ha voluto tanto bene e che mi ha visto crescere ma che poi si è arreso, consapevole del fatto che i ragazzi del paese avrebbero vinto su qualunque Gesù o parabola .
Solo guai.
Dimenticare di comprare il pane, dimenticare di chiudere il forno il frigorifero l’acqua calda o la televisione del cazzo, sono questi i miei guai.
La mia vita è così piatta che l’unica botta di culo che ho è trovare il parcheggio sotto casa o davanti l’edicola.
Prendete una batteria staccate i morsetti e attaccateli sotto le mie palle, così mi date una scossa di vita.
Bene.
Perché a pensarci bene ho un demone dentro la pancia, dentro le budella, che si agita e che prima o poi verrà fuori, (più o meno come la scena di Alien dove il parassita sfonda il torace a Kane…) e allora saranno cazzi vostri miei cari benpensanti, miei cari borghesi, miei cari lecchini, miei cari amici e nemici che mi siete stati vicini e poi avete preso il volo.
L’unica cosa che mi da un po’ di sollievo è il lungomare al tramonto e sapere che tutto questo un giorno finirà ma per il momento fatemi ritirare a casa o troverò il mio parcheggio occupato.
E allora saranno cazzi amari per davvero.
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