Ad un Paese da elettroencefalograma piatto, basta un cucchiaio per riscoprirsi Nazione ed esibire un volto bello e orgoglioso d'essere italiano.
Scommetto che oggi tutti tireranno fuori i paragoni con quello di Totti agli Europei di dodici anni fa.
Ci può stare ma fino ad un certo punto.
Il primo era lo sberleffo presuntuoso e sbarazzino di un Italia catapultata in Europa quasi per caso che voleva capirci qualcosa senza intuirvi molto e s'aggrappava a tutto pur di restarvi (pali salvifici, traverse miracolose, portieri in stato di grazia).
Il secondo è l'emblema di una storia che nonostante tutto va avanti: senza la quale temo, il Paese avvertirebbe di più la sensazione di non farcela, di non vivere, di sopravvivere.
La foglia di fico di un Paese dove il divertimento è un diversivo utile a mascherare incertezza e delusione.
Un Paese dove i giovani sognano da soli e sognano europeo cercando nelle tasche gli euro utili a cambiargli la vita. Subito, immediatamente ora.
La politica loro del resto, l'han chiusa fuori stritolata dai suoi scandali interni.
Ai politici servirebbe un' endoscopia.
Ai giovani di oggi basta un cucchiaio.
Sopra c'è l'Italia che verrà, desiderosa d'esultare, di sperare in una storia che non gli faccia venir la nausea dopo pochi capitoli.
A quella d'altronde ci pensa Sartre.
A noi basta la capigliatura di Balotelli.
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