Vinceremo,
non vinceremo: lo vedremo (lo sceneggiatore dell’Italia è sempre al lavoro, è
chissà che film ha in mente).
Ma
di sicuro ieri sera abbiamo capito d’essere una squadra eccezionale con un centravanti
incredibile: Mario Balotelli.
Non
ci voleva un gol dopo una fuga meravigliosa e una cannonata fenomenale per
capirlo.
Bastava
vedere lo smarrimento dipingersi chiaro negli occhi del portiere tedesco
Neuer mentre i due palloni scagliati da
Mario s’infilavano in rete: prodezze che i ragazzini fanno all’oratorio i
campioni in campo.
Era
un giorno d’inverno del 2008 quando lo
sconosciuto diciassettenne Mario
Balotelli spazzò via al Comunale di Torino i resti di una Juventus che stentava a
riorganizzarsi dopo Calciopoli giocando una partita pazzesca condita da tiri
spaventosi, due gol favolosi, una tecnica straordinaria. Credo che i tifosi
juventini ricordino bene quella partita.
In
quel momento pensai che l’Italia aveva trovato il centravanti del futuro.
Toni
non era ormai credibile. Il ragazzo d’origine ghanese aveva invece tiro e fisico migliore. Sembrava addirittura
più grosso.
Toni
ormai era incantevole solo nelle pubblicità
con la fidanzata. Per il resto pareva stordito.
Balotelli
per adesso assalta gli avversari e sbigottisce i portieri con una facilità
impressionante e a noi va bene così.
L’Italia
poi ha avuto diversi centravanti:Riva, Boninsegna, Bettega, Altobelli, Serena, Schillaci, Vialli, Signori, Vieri, Delvecchio: tutti
buoni attaccanti per carità. Gente che vedeva la porta come pochi. Ma Balotelli
quando gli va, è di un altro pianeta. Ha un senso della porta meraviglioso e
quando tira son sempre dolori . Quando salta resta in aria manco fosse uno dei gemelli Derrick quando eseguono la catapulta infernale. Quando dribbla pare sia in spiaggia, e fa a sportellate manco fosse sull’autoscontro.
Non
è vero che questa Italia non sa segnare. Con Balotelli in forma potrebbe fare
la seconda punta anche la Signora Carlo
e farebbe benissimo
Godiamoci
quindi questo straordinario talento simbolo di un’Italia che cambia (non solo
schemi di gioco), finche dura.
Il
calcio è questo.
Tutto
il resto, le coalizioni, le controversie, gli intrugli e gli imbrogli fanno
parte di un altro gioco: non ci piace, ma c’è.
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