Inesauribile
la Juventus. Gioca a domino con vecchi e nuovi, riserve e titolari ma non
sbaglia un colpo comunque. Barzagli e Lemina a tenere la fune tra i giorni neri
d’infortuni e difficoltà chiare d’inserimento in cui il desiderio di rivincita
cozzava contro un ingranaggio duro al presente e un fiume di rimpianti verso un
passato prodigo di liete memorie.
Bello
ad un passo di un nuovo trionfo irraggiarlo d’inedite comete a illuminar un
dato di fatto: la Juventus non è un concetto monotematico e subalterno. E’
invece un impianto non sempre scorrevole certo, ma comunque efficace di
calcestruzzo abnegazione e fatica.
Quella
di chi ci è sempre stato (Barzagli) e chi s’affaccia grintoso ai perigli del
calcio che conta(Lemina). Un impasto ottimo e abbondante, niente da dire.
Anche
così s’alimenta un amore che scorre
inesauribile. Inestinguibile come la sete di una Vecchia Signora immarcescibile
al tempo. A cui i record fanno solo bene.
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