martedì 14 novembre 2017

L'Italia col resto del mondo non c'entra un cazzo



L’Italia col resto del mondo non centra un cazzo. Il pallone invece per fortuna ha sempre ragione anche quando incoccia maldestro uno stinco masochista e autoctono.

E’, anche se vi sembrerà strano, è giusto così.

Perché la discesa agli inferi del vello azzurro è un suicidio assistito in patibolo da decenni.

Anni nei quali le squadre si son gonfiate di petti d’esportazione, di scambi transoceanici, naturalizzazioni forzate, scene patetiche, buoni propositi annunciati subito compromessi inquinati dal vizio atavico di sentirsi comunque e sempre i più forti.

Ma i Maldini, Barresi, Nesta e Cannavaro non ci son più.

Son rimasti Buffon, Barzagli, Chiellini, De Rossi.

Loro, la faccia e il cuore gonfio di lacrime l’han messa tutta. Buffon ha addirittura chiesto scusa. Lui. Un monumento d’Italia chiede scusa per le cacche d’infingardi piccioni. Gli altri. Quelli che invece di migrare altrove all’infuriar della tempesta stanno fissi e inchiodati all’incantesimo della poltrona.

Come tanti in Italia. Quelli che senza un po’ di pelle sotto il deretano non saprebbero su cos’altro defecare. E nuvolosi, prendono tempo.

Ora non c’è n’è. Il feretro è andato. Insolentirlo di vanvere un’offesa.

Zitti dunque. Che è meglio diceva Quattrocchi.



Peccato che com’è andata ieri l’han visto tutti e fa peggio.

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