Prendete una ragazza - Angela Bubba – dall’aspetto fiero e altezzoso, forte dei suoi premi letterari vinti a soli vent’anni; affiancateci un presidente (!!!) di un’associazione universitaria che cerca di fare cultura invitando il biografo di Vasco “ na na na “ Rossi ; mischiateci un preside di facoltà che si lamenta del fatto che a Lettere non si legge se non durante i periodi di esame ; aggiungeteci pure un antropologo dallo spiccato accento bibonese e un professore di letteratura che sembrava avere accanto l’ultimo premio Nobel della letteratura.
Bene. Il panegyricus Bubbae è cotto e servito davanti ai vostri occhi e soprattutto, alle vostre orecchie.
La lezione di Dante, quel << considerate la vostra semenza >>, sembra abbia colpito particolarmente la giovane Bubba, che alla ricerca del lato ellenistico della vita(è ciò che dice lei su feisbuk) , ha scritto un romanzo, “La casa” , dove narra le vicende della sua famiglia e che le ha dato quella popolarità che manca ad una sua coetanea.
Angela Bubba orgoglio calabrese ( ma non era il peperoncino???) è apparsa ai miei occhi come una Thatcher in miniatura, una donna di ferro dal cui viso non traspariva alcuna emozione o voglia di farmi innamorare – in senso letterario – di lei.
Una ragazzetta di estrazione medio- borghese che descrive la Calabria ma che lei ,a mio avviso, non conosce o conosce poco. Solo chi ci vive può sapere i problemi di questa regione che non ti vengono a bussare a Villa Borghese mentre ti fai fotografare o sei in uno studio televisivo a presentare il tuo libro.
Angela Bubba, una ragazzina dalla voce sottile senza la cadenza dialettale che contraddistingue i personaggi del suo romanzo.
Una tipa che parla di critica letteraria come crisis , di affabulazione e che invita gli iscritti a Lettere a leggere romanzi e libri.
Una cosa dal sapore falso ma che la pongono ad un livello superiore rispetto a chi l’ascolta, una cosa del tipo: <
E mentre lei dice di essersi “ formata” con gli autori russi penso ai miei vent’anni passati a spaccarmi i timpani ascoltando i Metallica , Beastie Boys e leggendo Irvine Welsh e Stephen King.
E anche se a me non daranno mai le chiavi di una città ho sempre quelle di casa dove corro a rifugiarmi nella mia poltrona preferita.
Ma forse questo è materia da romanzo e io, per fortuna o purtroppo come insegna il grande Gaber, non sono Angela Bubba….
A Lettere non si legge. E' vero. Ne ho le prove. E' un grande guaio. Sicuramente non basta un'Angela Bubba a far cambiare le cose e forse più s'insiste su questo fatto, più gli universitari tenderanno a fuggire a gambe levate dai libri non universitari...
RispondiEliminaIo leggo da quando avevo 7 anni e da allora non ho mai smesso, per fortuna o per sfiga per la mia vista che già a vent'anni ha iniziato a risentirne... in tutti questi anni ho cominciato anche, ahimè, a scrivere. Ahimè perchè ormai è diventata una malattia senza cura e senza via d'uscita... una droga che mi crea una dipendenza troppo piacevole...
Non ho letto la fatica letteraria della Bubba. E per il momento non ho intenzione di farlo. Forse non lo farò mai. Forse sarebbe un tormento troppo grande sentir parlare di questa Calabria a cui forse non sono poi tanto legata, forse. Forse mi basterebbero poche pagine per innamoramene o forse no. Per ora preferisco rimanere nel dubbio e continuare a leggere i miei libri, a sperare di poter un giorno scrivere il libro della mia vita, ad ascoltare il mio rock'n'roll ed il mio Elvis sulla comoda poltrona di casa (ne abbiamo una tutti preferita...) mangiando cioccolata.
A furia di mangiare cioccolata patatine e stare sdraiato nella mia poltrona come Homer Simpson, sono diventato quello che sono: un lardoso pezzo merda.
RispondiEliminaAh ah! Spero di non diventarlo anch'io...
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