martedì 13 aprile 2010

Frammenti notturni (Un disordinato puzzle d’idee notturne utile per qualche riflessione diurna…..)


Notte confusa. Notte contusa. Notte collusa. Notte callosa. Notte cazzuta. Notte cicciona. Notte zotica. Notte cornuta. Notte caprona. Notte silenica. Notte calabrese.
Notte a C..
Tracce invisibili, frammentarie, sospese, quasi irriverenti, strappate dal finale di una storia che non sarà mai scritta perché intanto è notte e di notte accadono cose che al calor del Sole (o forse è meglio dire di quel che n’è rimasto?), con uno sforzo omerico puoi soltanto immaginare nemmeno condividere… con chi poi? Con il fumo annebbiante di una marmitta catalitica scadente? Il gas di scarico strafottente? Il clacson intraprendente? Mmmm… davvero poco interessante…
Notte di sugna e salsicce, patate e capretto, notte di fagioli e lenticchie, notte di quarti, notte che c’è da star stretti, notte che poi non puoi digerire il secondo se non prendi il digestivo mentre quel che resta di un appartamento celebra la sua dolce agonia con Ricky Martin che balla e si scambia occhiate d’intesa con Robbie Williams che insegue e s’imbatte in Gigi D’Alessio figlio di Nino D’Angelo, nipote di Mario Merola, ultimo discendente dell’immortale e sempre generosa canzone napoletana.
Fuori sulla strada il Caos urla il suo dolore e rinnova la sua malattia sgolandosi come neanche Jhonny Weissmuller ai tempi d’oro (il primo “Tarzan” ricordate?).
Ci sono solo macchine in giro. Macchine lunghe e scure, come bare ambulanti, cimiteri semoventi, tergicristalli abbaglianti, fendinebbia seducenti, pneumatici rotanti su strade che vorrebbero essere libere e lussuriose come quelle di Los Angeles e Las Vegas e invece al contrario sono pieni di “Stop” inquietanti e divieti illusori che in ogni modo sono importanti perché tengono a galla i sognatori e fanno sospirare i poeti, salvo poi affondare senza speranza su qualche costa pugliese dove all'erta come famelici avvoltoi incuranti che attendono di fiondarsi sulla preda esangue, stanno fantocci panciuti col riporto che pende da dietro a far loro compagnia, ingioiellati di tutto punto che aspettano di spartirsi l’infame bottino del loro nefando commercio.
L’aria si fa fastidiosa. Diventa irrespirabile. Pullula di morte.
Come morti sono i miti. Freddy Mercury, Jhonn Lennon, Augusto Daolio, Pierangelo Bertoli, Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Nike, Tendenza, Uniform, … tutto falso non esiste più niente. Perché ora hanno tutto in mano i cinesi e chissà quando assisteremo a una reale ripresa dell’economia e usciremo dal buio sottoscala del lavoro in “nero” i Valori sono morti, seppelliti senza messa. Andiamo tutti a mensa! Meglio quella di Ingegneria o Economia? Boh! Mistero glorioso.
Ora resiste solo la Lecciso che chissà se si rimetterà con Al Bano e alla fine la loro e solo una messinscena ben retribuita. Ora i Valori si tirano fuori come il coniglio dal cilindro quando ci sentiamo per davvero sull’orlo del baratro. Ma che fa? Tanto nessuno se n’accorge perché dobbiamo correre, mettere tutto a posto, stare a posto, stare sul posto perché sennò c’è lo fregano da sotto il naso e via così fino a diventare Campioni di Nevrotismo perché ottobre e il mese della prevenzione e una visita dall’analista non c’è la leva nessuno e tanto è gratis sperando di digerire l’ultimo scandalo i pensieri ruotano tra le trasversali delle percezioni, amalgamate a quelle degli altri simili, sempre s’incrociano mai si ravvisano, prillano tra le storie agucchiate a quelle degli altri simili che spesso correndo s’affiancano e capita che voltandosi s’appoggino perfino si spalleggino, ciondolano tra singulti vari nei vertiginosi incavi cerebrali che possono collimare con quelli degli altri simili che spesso s’abbigliano e si svestono dei medesimi abiti e mai s’imbattono l’un l’altro confusi e scagliati e poi insultati dalla dirompente e brutale forza inviataci dalla scatola quadrata della TV che spesso assale anche i tuoi simili alla quale ci viene chiesto di obbedire come invariabile legge intima ed individuale reale valore pari ed ordinario firmata dal Fato in persona con tanto di privilegiatura nel corso della procedura senza errori di punteggiatura per il quale a volte ci si consuma poi a vicenda ci si consola e di ciò mai ci se ne dimentica e chissà magari per un inatteso disguido del possibile forse riscatteranno una storia piena di lacrime e sangue, sudori e patimenti perché dalla famiglia Savoia, a Mussolini fino a Berlusconi non è cambiato niente. La gente piangeva prima e piange anche adesso. Sono cambiate solo le scenografie. Fateci caso: Un tempo, un cuore affranto godeva del tepore del focolare domestico e dell’abbraccio dei propri cari. Ora se deve piangere va direttamente su qualche sciatta poltrona di qualche scalcagnato talk- show (se sia “Porta a Porta” o “Matrix” non importa: l’essenziale e che la telecamera sia accesa e via! Lo spettacolo può iniziare).
Sulla poltrona di casa c’è Ciccio che di pensare e della storia (ha 4 in pagella), non se ne frega nulla e guarda Maria con i suoi tronisti che chissà se Giada si fidanza con Simone o tutto si risolverà in una bolla di sapone… Come quasi tutto del resto. Perché di pensare non ne vale la pena con tutti i milioni di problemi che ci sono ragionare sarebbe insolito, e tanto il suo pensiero non fa la differenza e poi non vorrebbe mai ritrovarsi alla fine delle vacanze di Natale invece che con qualche tanga di una “bonazza” tedesca sul cruscotto mesto ad ascoltare un programma di dediche e auguri alla radio. Al solo pensiero si sente male. Puah! Non gli reggerebbe il cuore…
Meglio andare allo stadio….
E poi? Vuoi mettere? E’ meglio il Manchester Castrovillari!!! (situazione attuale: alta classifica I categoria). Senza dimenticare il Castro!!!!!!!!!! Un amore…. Una perversione. Un esasperato tentativo di erodere i confini del possibile nella speranza di raggiungere l’orgasmo collettivo……………
Notte tagliente…. Notte di chi non riesce a dormire…. Notte che ci vorrebbe tutta l’acqua del Giudizio Universale più qualche animale dello zoo comunale ed invece ecco tutti i santi del mondo specializzati nella fornitura dell’acqua ché non potrebbe arrivare pure in Africa e togliere un bel po' di castagne dal fuoco a chi muore ogni giorno beffato da una zanzara, dribblato da una puntura, penetrato da una puttana, sconfitto dalla malaria, incastrato da una zanzariera che non funziona, imputridito dalla malora, prodotta dal Mondo Civile (ma siamo sicuri sia civile? Chi scrive nutre i suoi sereni dubbi…)
Per le strade, negli stadi, nelle case dove nessuno va a vedere ci sono ancora bimbi che piangono perché si chiedono come è possibile essere estranei ad un mondo che appena esci di casa ti chiede comunque di portare frutto, pretende da te qualcosa…
Non importa cosa. La cosa essenziale e che “faccia mercato”. Di cosa? Nemmeno quello importa. La cosa importante è essere in corsa. Correre più forte del tuo avversario e farlo secco alla prima curva. Prima che se ne accorga lui e il suo cervello sia invaso dal tuo stesso identico pensiero.
Adesso si muore così. Anche senza accorgersene. Ci si spegne piano, lentamente, tra la gente, che si muove indifferente tra offerte speciali, avvisi su giornali, costituzione violenta, prostituzione indotta, raffinata violenza subliminale che accettiamo di ingurgitare con la promessa di gareggiare. Ma che fa? Gareggiavano anche i dodici apostoli che pure avevano di fronte un esempio irraggiungibile e quindi figurarsi se questo non lo possiamo fare noi… la verità è una sola: moriremo tutti asserviti ad un'unica legge possibile: quella del conformismo responsabile!!!!!!
A meno che, stanchi di troppi 3 X 2, bollini da attaccare, cianfrusaglie da collezionare non ci ribelleremo di nuovo è allora sarà di nuovo RIVOLUZIONE!!!!!!!!!
E al grido di “SU CON I PALLONI FUORI I COGLIONI” sarà di nuovo Primavera di Praga e l’amore che oggi vaga triste e scornacchiato per le strade del mondo prigioniero di mille e coloratissimi involucri di gomma tornerà a vivere nei nostri cuori genuino cristallino soave padrone…
Forse questo però adesso è solo un sogno. Chissà per quanto tempo l’umanità dovrà strisciare costretta nel girone di chi compete a tutti i costi per un tozzo di pane e una lisca di pesce. Sul tavolo non c’è rimasto che un bicchiere di vino e un po' di immaginazione e così una pesca sa di Spagna e chissenefrega se non è tanto buona.
Ora il nostro uomo si alza perché ha fame. Pensa ad un panino pomodoro- lattuga- tonno e maionese il tutto innaffiato da una buona bottiglia di chinotto (che per chi non lo sapesse è la versione “strong” della Coca-Cola).
Ah! Adesso sì che si ragiona! Un attimo però…manca qualcosa:……………………….
Ci vorrebbe una sigaretta. Ma egli non sa fumare.
E’ in ogni caso a che serve? Alla fine muoiono tutti. Come entrare in Paradiso e poi essere sbattuti di nuovo fuori senza sapere bene il perché.
E comunque perché concedere al Mondo la tregua comoda e beffarda del dubbio?
No… troppo comodo! La Civiltà non può nutrirsi solo di cadaveri in permesso speciale e prepagato verso il Nulla, l’Oblio, la Dimenticanza…
Ci vuole anche il Cuore. In coppia si combatte meglio…
Ma da lassù nemmeno un eco, nessuno risponde…
Una notizia! Tragica. Meglio cosi perché domani sai che titoloni in prima pagina:
IL CUORE E’ MORTO!
O in prognosi riservata? Nessuno sa dirlo. Questi poveracci non sanno mettere due congiuntivi nella stessa frase figurarsi prendersi la briga di spiegare, capire, parlare flebili segni di vita parlano per lui quasi a voler sostituire la vita stessa che è come un treno in corsa dove molti parlano, pochi ascoltano e tutti capiscono ed ogni volta sempre più da lontano… troppo…perché la gente non sa più parlare, o forse non gli sì da più il tempo, la speranza, il fegato di vivere dei momenti che passano ma non restano quel tanto che basta a farla sentire completamente viva…
Ora alla Gente non rimane più niente. Il fegato di resistere nemmeno. Un’utopia per cuori forti. Pochi in circolazione per la verità. Quasi nessuno effettivamente.
Sogno uno scalino dove abbandonare i miei pensieri…
Ma per adesso davanti a me c’è solo un tunnel insidioso, serioso, distratto, dischiuso, disilluso, rintracciato per caso in mezzo a curve pericolose di parole vanitose che uccidono la lingua e mortificano lo Zingarelli.
Lo giuro: se un giorno dovessi incontrare la Morte non mi muoverei di un passo. La fisserei benevolo. Probabilmente la inviterei a cena e già che c’è me la farei preparare. Io sono troppo occupato a pensare…
e…….
A scrivere.
Scrivere è uno dei modi più belli di passare la notte che sia mai stato inventato specialmente se la si completa con un paio di Vecchia Romagna d’annata. Una sola parola per tutto: splendido.
Morirei ridendo dopo aver scritto quindicimila libri e messo al mondo tre figli. Andrebbe bene anche il contrario però…
Con i pacchi per compagnia e un uomo dall’aspetto ruspante e casereccio che sembra essere sempre sul punto di uscire dallo schermo per chiedermi un tovagliolo per asciugarsi il sudore costantemente accerchiato da signorine seminude dall’espressione ovvia e rassicurante, generose nelle scollature e avare di congiuntivi mi faccio coraggio e scendo sul Corso.
Sono le 4 meno 5 del mattino, e le scatolette di mais e tonno si mischiano complici e intriganti all’odore di “Gazzetta” invecchiata di dieci anni.
Damiano il vicino, getta sornione la spazzatura, una 112 FIAT AUTOBIANCHI con aria indifferente smaltisce la sua sbornia di clacson e semafori. I bari di professione giocano la loro “ultima carta” della loro infinita partita con la vita e con il Destino. Gli autostoppisti dell’ultima ora chiedono “asilo politico” a macchine che non si fermeranno mai.
Un po' d’angoscia solidale partecipa al loro dolore collettivo ma è solo un momento.
Il mio naso, percorre libero, il viale ormai sgombro del mio spirito.
Ah! Non c’è dubbio! Ora si respira meglio!
M’incammino verso l’alba promettente e meravigliosa con una ventiquattr’ore in mano e un’idea meravigliosa in testa bruciando senza alcun rimpianto l’ultimo pensiero di quest’infernale giornata. Mi metto seduto fermo a pensare…
E ‘ un’occasione unica fra poco la giostra ricomincia……..

PS: Dedicato a tutte le donne e agli uomini di buona volontà nella speranza imparino che le cose non sono amore, e rivolgano il loro spirito verso il respiro vitale delle cose mute, e ai bambini che sono l’ultima carovana illesa di questo grande mare che è il mondo.

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