Commoventi
le lacrime di Buffon sul prato dello Juventus Stadium mentre portava
in giro il suo scudetto e i suoi ricordi. Un uomo, sottolineo non
solo un calciatore. Che ha voluto, costruito e meritato quanto ha
ottenuto. Luigino Buffon ha attraversato l’inferno, e i tifosi
bianconeri con lui.
Oggi
son svuotati e afoni. Gridare “Siamo Noi Siamo noi i campioni
dell’Italia siamo noi fino alle quattro del mattino per i vicoli di
un paese lascia tracce indelebili nella psiche e sulle corde vocali
di giovani laboriosi e sbigottiti da qualcosa di straordinario.
Scrivo
queste righe in un bar che sembra la riproposizione in chiave
casalinga del Rocky Horror Picture Show circondato da zombie che
forse conoscono anche la canzone loro dedicata dai Cranberries all’alba
degli Anni Novanta e invece intonano Juve storia di un grande amore e
capisco che son zombie felici e innamorati di una squadra che ancora
una volta non li ha traditi e nemmeno di fronte all’estremo bisogno
di un miserando Palermo ha chinato il caso in segno di resa
prendendosi i tre punti che servivano chiudendo partita e campionato
per la seconda volta consecutiva.
Con
qualche differenza però: l’anno scorso s’è
festeggiata l’abilità di Conte ad aggiustare il tiro in
corso d’opera oggi si celebrano uomini bravi a non smarrirsi anche
quando (complice la squalifica del tecnico leccese) se fosse
accaduto, non sarebbe stato scandaloso.
Ora
si pensa al rafforzamento in vista della prossima campagna europea ma
è lecito chiedersi cosa potranno fare di più
Ibrahimovic e magari Jovetic al posto degli italianissimi Matri e
Quagliarella.
Chi
ha visto giocare insieme Vialli, Ravanelli, Del Piero sa bene che
dimensioni europee a parte, questa squadra non può fare a meno
della sua anima nostrana: del piccolo Giovinco, dell’immenso
Marchisio, di Barzagli e Chiellini bravi quanto Liectsteiner, e
Bendtner, Isla e Anelka (ma sì mettiam dentro pure lui!)
Tutto
questo la dirigenza bianconera lo sa bene. E’ questa è la
certezza più grande che una squadra di calcio può
offrire ai suoi tifosi.
Questo
permette d'aver in rosa anche Vucinic anche quando la sua testa non
c'e' e la sua classe latita.
Gli
Agnelli sono un patrimonio inestimabile della storia di questo Paese.
Forse è per questo che quando in società s’aggiravano
burocrati francesi qualcuno ha storto il naso.
Asamoah,
Pogba e Vidal ,e Pirlo l'han presi loro e se la Juventus oggi puo'
fare il bagno nello champagne e' merito loro.
Qualcuno
di voi accuserà il sottoscritto d’esser troppo di parte:
sbagliato.
La
mia tifosaggine bianconera si limita ad un centinaio di Juve Squadra
Mia un magnifico poster di Andreas Moller e la maglia di Caceres.
Elementi che non cos
tituiscono una prova ma hanno cementato il mio modo romanzesco di percepire e raccontare il calcio. I miei lettori e i miei amici lo sanno bene. E credo, apprezzino. Perche' non ho rinnegato i natii colori quando gli altri sputavano sulla maglia.
tituiscono una prova ma hanno cementato il mio modo romanzesco di percepire e raccontare il calcio. I miei lettori e i miei amici lo sanno bene. E credo, apprezzino. Perche' non ho rinnegato i natii colori quando gli altri sputavano sulla maglia.
Gli
altri vanno. I veri tifosi restano. E rimangono. Rimangono col loro
impasto di ricordi e fantasie a colorare l'Italia. E ' l'Italia,
oggi, e' bianconera.
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