Nella settimana del tracollo delle spagnole in Coppa Campioni l’influenza iberica domina in campionato. Qui, a conferma di una scarsa incisività degli attaccanti, sono i centrocampisti a guadagnarsi la prima pagina consegnando alle proprie squadre la concretezza dei loro traguardi.
In alto,
rafforzando una tendenza cui anche Antonio Conte sembra essersi
adeguato, Marchisio e Vidal si spartiscono i meriti d’aver matato un
Toro dalle corna spuntate. Poco più in basso, il Napoli furoreggia senza
il suo Matador sfoderando centrocampisti dal tiro secco e mortifero; la
Fiorentina crema e imbalsama ogni avversario con la poesia delle sue
verticalizzazioni.
L’Udinese
continua a sfornare saranno famosi che diverranno star strapagate. Di
contro, i bomber stentano (Klose) e sbuffano (Rocchi).
Cosa sta accadendo? Nulla se non la solita storia. I piedi di molti calpestano i cervelli di tutti e li raccontano meglio d’alcuni.
Spiego meglio: il calcio italiano, così
come il Paese, non ha bisogno di zucconi primedonne. Invoca geometrie e
passaggi corti. La palla lunga non serve più.
Prendete il Palermo. Avrebbe Boselli:
gli basta Ilicic. Ergo la vita è difficile: se non hai qualcuno in grado
di spianarti la strada tutto è più complicato.
Dove sarebbe la Juve senza le
illuminazioni di Pirlo? Da nessuna parte. Anche perché un totem lì in
mezzo ci vuole sempre. Brilla e dà sicurezza.
Prendete l’Inter. In mezzo ha Kovacic.
Diciotto anni. Un’età da neopatentato incline agli incidenti di
percorso: non può né poteva guidare un’architettura complessa come
l’Inter. Un azzardo che gli ambrosiani han pagato più che gli infortuni.
Se n’è andato in infermeria anche l’eterno Zanetti, ma solo in
apparenza: la sua scia rimarrà chiara nei ricordi di tutti noi. Non la
dimenticheremo.
Così come indimenticabile resterà
comunque la rincorsa del Siena che ieri, stanco di un’infinita salita,
ha ceduto sotto i colpi di una Roma bellissima davanti, ma inquietante
dietro. Come molte persone cui uno sprazzo di saggezza e buongusto non
guasterebbe.
L’Italia tutta s’attrezzi. Le squadre di calcio come avete letto, stan già provvedendo.
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