Da qualche tempo scarnifico opinioni per evitare
un aldilà.
Per quanto non me ne importi molto.
Da piccolo scrivevo la data per spianare
l’istante.
Il raggio poteva essere certo più largo
ma il mio rendimento in geometria rasentava a stento la sufficienza quindi m’accontento
della parabola siffatta. In fondo migliaia di libri, tutto l’aldiquà desiderato
non era altro che il collo di una camicia blu interrato dita donna volto visi infanti: l’ho sempre considerata la
massima dimostrazione d’affetto la
prima , lo scopo nodale dell’uomo l’ultimo.
Il resto è un accavallarsi di margini ogni istante truffati al raziocinio
striato di profili distanti ma tangibili. Almeno in prospettiva. Perché se le estremità non assicurano tratti
ti mobili di contorni.
Sebbene non me la senta d’arredarmici e forse ne ho paura.
Le polveri sottili ultime non valgono quest’aggraziato
deterioramento d’orizzonte.
Supino subisco il meteoropatico stingere
di una crepa sul muro.
È quello forse il mio destino.
Non fate caso al proluso portamento.
L’indugiare di un assenso bottega di
queste maschere.
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