Ieri sera Tim in mano Tom Tom in testa, tutti aspettavano Carlos e Fernando.
E'
arrivato come solo i Gaetano sanno fare, (fidatevi: ne so qualcosa), Gaetano Masucci da Avellino ad impallinare lo sventurato
Gabriel e a ricordare che le squadre non si fanno con i milioni e i
titoloni ma con cuore e polmoni e vista acuta.
A rubar l'occhio, (almeno il mio),
infatti non e' stato lo scornato Quagliarella, il redivivo Robinho ma
il guineense naturalizzato portoghese
Aladje Gomes.
Appena entrato, il ragazzo, mi ha
ricordato Aristoteles e ho rivisto Adriano. Quello che ha spaccato la
porta del Santiago Bernabeu agli albori del ventunesimo secolo in
otto minuti, e sgonfiato i cuori di tutti noi maniaci della palla a
scacchi, a furia d'eccessi e ascessi dell'animo.
Ebbene prendetemi per pazzo: ma se il
ragazzo non fara le bizze sara' un campione.
Un portoghese con i piedi da
brasiliano.
Per ora accontetatevi di Gaetano
Masucci.
Non e ' bello a vedersi, ma e' terribilmente concreto sotto
porta.
Piu' concreto di un sogno di mezza
estate.
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